scelta difficile || rafe came...

By dreamsforwe

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Due opposti, Gaia Routledge una pogues e Rafe Cameron un Kooks. Fin dai primi anni della loro vita i due non... More

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Chapter 84
Chapter 85
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Chapter 87
Chapter 88
Chapter 89
Chapter 90

Chapter 71

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By dreamsforwe

Cominciai a socchiudere gli occhi, il sonno stava sparendo ma non avevo idea di che ore fossero, mi spinsi leggermente verso il comodino dove avevo lasciato poggiato il mio cellulare durante la notte e guardai l'ora, così facendo mi staccai dal corpo di Rafe ancora immerso nei suoi sogni; erano le 10.30.

Lo sentì lamentarsi ancora in dormiveglia e si mise a pancia in giù, lasciando ricadere una sua mano nel mio fianco "buongiorno" disse non degnandosi di aprire gli occhi "scusa non volevo svegliarti" sorrisi mentre lasciavo un veloce bacio sulla sua guancia, ma mi trasse a se per un lento limone mattutino "che ci fai già sveglia?" chiese mentre mi accarezzava la coscia "non ho più sonno" esclamai distendendomi al suo fianco.

"Sei riuscito a dormire?" domandai visto che per lui l'insonnia era un fatto molto comune e fece un cenno con la testa "non dormivo così bene dalla tua scomparsa" parlava in maniera lenta e sincera, mi dispiaceva vederlo in quello stato e speravo riuscisse a continuare a dormire per un altro paio di ore.

"Gaia" spalancò la porta di camera mia John B e si fermò qualche passo dopo aver varcato la soglia, evidentemente non si aspettava di trovare Rafe Cameron nel mio letto e indossante solo dei pantaloni "che cazzo ci fai insieme a mia sorella?" gridò prendendolo dalle spalle e scaraventandolo verso il muro, io mi coprì il viso con le mani, di prima mattina non ero pronta a sopportare un ulteriore litigio loro.

"Ascoltami" mi misi davanti al corpo del biondo dandogli le spalle "tu vai a letto con sua sorella" gli puntai il dito sul petto a mio fratello "ovvero anche la mia migliore amica e io non ho mai detto un cazzo a riguardo" alzai le braccia in aria e poi le lasciai ricadere lungo i miei fianchi "basta John B non puoi tenermi segregata a vita" sbottai guardandolo fisso negli occhi.

"Con un kook Gaia?" alzò la voce osservandomi stupefatto "con Rafe Cameron?!" rimarcò quel nome come se fosse la persona più dispregiativa che conoscesse, forse dopotutto lo era anche. "Si" esclamai "si" ripetei "con Rafe Cameron e forse non lo conosci abbastanza per giudicarlo" conclusi il mio discorso abbastanza innervosita.

John B uscì dalla stanza abbastanza irritato "lo voglio fuori da qui entro un'ora" gridò dal corridoio, infine i patti dicevano questo e non potevo contraddirlo.
Mi portai le mani tra i capelli frustrata, ero stanca di tutta questa situazione e avrei voluto tornarmene alle Outer Banks per smettere di vivere questo inferno, ma non mi era concesso.

"Non torni a casa con me?" mi domandò Rafe seguendo i miei movimenti "no che non torno" sbuffai "non posso" mi voltai a guardarlo "almeno per adesso non posso" lo scrutai affranta dal dolore, quindi lo avrei lasciato andare ancora una volta?

"Tu non hai capito" sussurrò "tu torni a casa con me" era serio e quello sguardo mi incuteva paura, sapevo che se l'avrei contradetto avrebbe dato di matto, come d'altronde ogni volta capitava. "Rafe" bisbigliai mentre lo osservavo sedersi ai piedi del letto "Rafe un cazzo" ribadì innervosito "questa volta non ti lascio andare" alzò il viso nella mia direzione mentre si passava le dita continuamente tra i suoi capelli biondi e folti.

"Mio fratello è ricercato" mi avvicinai al suo corpo rigido e fermo "non posso tornare" esclamai concludente quelle parole, cercando di scandirle il più chiaramente possibile "Gaia" sussurrò mentre accarezzava le mie cosce in maniera dolce ed elegante, i suoi anelli freddi mi lasciavano un leggero brivido e rimasi pensierosa per le sue parole future "non posso farcela di nuovo" chinò erroneamente il capo e lo scosse innervosito, per poi scattare in piedi facendomi sobbalzare qualche passo all'indietro.

"Che ti prende?" domandai confusa dal suo cambio di umore improvviso, ma non rispose, rimase a contemplare i suoi problemi e le sue difficoltà a testa bassa senza esprimere nessun tipo di sentimento "tornerò" bisbigliai non sapendo cosa dire, le sue crisi comportamentali si stavano evolvendo.

"Giuro che tornerò" alzai leggermente la voce così che che udisse le mie parole "ma devi lasciarmi il tempo" inalai diversa aria e poi mi portai verso il suo gracile corpo "di sistemare tutto questo" sapeva benissimo a cosa mi riferivo, ovvero alla morte di Peterkin e il fatto che mio fratello fosse ricercato, e purtroppo comprendeva di essere il problema di molti miei disguidi.

"Rafe" lo richiamai sperando avesse ascoltato le mie motivazioni, ma mi afferrò il polso stringendolo "che stai facendo?" sbottai cercando di liberarmi, ma mi avvicinò alla sua figura maggiormente, in maniera sgarbata e arrogante "mi fai male" esclamai ancora una volta mentre il suo sguardo, puro odio, mi osservava, in quel esatto momento mi era sembrato di vedere il vecchio Rafe, quello che faceva di tutto per rendermi la vita un inferno.

"Pensi solo a te stessa" alzò la voce divenendo rosso in viso, molto probabilmente per colpa della ferocia rabbia che viaggiava in lui "non hai idea di quello che ho passato in questi mesi" si portò vicino al mio volto confuso "e tu continui a ripetere queste stupide parole" mi spinse contro il muro "ma ti senti quando parli?" mi schernì intrappolandomi alla parete "continui a farmi promesse" alzò gli occhi al cielo come scocciato "tornerai?" ribadì portando una sua mano al mio collo, mi sembrava di rivivere un deja vu.

"Cazzate" si rispose da solo e strinse la presa "Rafe calmati" ma lo innervosì maggiormente "si può sapere che ti prende?" sbottai mentre ero bloccata dal suo corpo "tu non hai idea di cosa mi hai fatto" sussurrò, ma riuscì comunque ad udirlo "spiegamelo, allora" esordì, non sicura della mia affermazione.

Non esitò un secondo in più per alzare il mio viso verso il suo e fece congiungere le nostre labbra, non era come sempre, era arrabbiato e deluso, si lasciava andare tenendomi a lui "mesi da solo, a pensarti, le notti passate sulla tua tomba a sperare con tutto me stesso che fossi viva, la speranza che non ho mai perso, non sono niente a quello che sarei disposto a fare per te" bisbigliò muovendo lentamente la bocca.

Non ebbi il tempo di replicare quelle sue parole, perché Rafe tornò a parlare. "Adesso, piccola, torniamo a casa" il panico si dissolse in me quando le sue mani affondarono nei miei fianchi.

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