Paura del buio (Red Moon Saga...

By Elle_Jenny

50.1K 2.6K 1.5K

Toby ha paura. Ha paura di sé stesso, delle persone che lo circondano che potrebbero ferirlo, in tutti i sen... More

Introduzione di Toby
Capitolo 1
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Epilogo

Capitolo 2

1.6K 77 51
By Elle_Jenny

Toby vagava per i corridoi della sua università con lo zaino in spalla, le cuffie nelle orecchie con Taylor Swift a tutto volume mentre sgranocchiava delle patatine.

Camminava a schiena dritta, fulminando e dedicando un dito medio unticcio di patatine a tutti coloro che incrociavano i suoi occhi e lo giudicavano con lo sguardo.

Toby non si nascondeva più alla luce del giorno e avrebbe preso a calci chiunque avesse anche solo provato a rompergli le scatole.

Anche se raggiungeva a stento i settanta chili, aveva imparato dopo svariate esperienze traumatiche a mordere forte e a sapersi difendere.

Quel giorno indossava un paio di pantaloni con una fantasia tartan lilla, adorava tantissimo quei pantaloni anche perché glieli aveva regalati a Natale quella santa di sua sorella Diana e ci si sentiva perfettamente a suo agio anche se per molta gente bigotta avrebbe dovuto indossarli una ragazza e non un ragazzo.

Beh, non gliene fregava proprio niente.

Varcò la porta della biblioteca e si diresse a pasto spedito verso il tavolo che occupava sempre prima che qualcun altro ci si sedesse.

Era la postazione più distante da tutti gli altri studenti, ovviamente.

Posò sulla superficie il suo zaino, il sacchetto di patine mezzo vuoto, il telefono a cui erano collegate le auricolari e, continuando ad ascoltare le parole di quella gran figa di Taylor Swift, prese il suo libro di Anatomia degli animali domestici per ripassare gli ultimi argomenti spiegati dal professore.

Toby voleva diventare bravo come suo padre, voleva lavorare con lui e voleva, principalmente, che Samuel e Linda Clark fossero sempre fieri di lui. Anche se aveva la testa incasinata, anche se spesso li aveva fatti preoccupare parecchio.

Mentre sottolineava con una matita alcune nozioni importanti sul libro, con la coda dell'occhio si accorse di una leggera ombra riflessa sul tavolo e avvertì gli occhi di qualcuno che lo fissavano.

Non era una novità, che qualcuno lo fissasse, ma quegli occhi erano particolarmente insistenti.

Alzò lentamente lo sguardo sul proprietario di quell'ombra e di quello sguardo invadente e finì per sbattere le palpebre più volte perché di certo Toby non si aspettava di ritrovarsi davanti lui.

Si sfilò solamente una cuffia ed inarcò un sopracciglio in direzione di quel ragazzo che lo stava fissando con un sorrisetto snervante sulle labbra.

Aveva metà testa castana e l'altra metà rosa acceso, una leggera linea di eye-liner sugli occhi azzurri e una catena d'argento vistosa attorno al collo. Indossava una felpa senza zip nera con una scritta in cinese o giapponese stampata sopra.

Era la prima volta che lo vedeva e, insomma, se lo avesse visto in precedenza si sarebbe sicuramente ricordato di lui perché oltre ad essere conciato in maniera diversa era anche un bel ragazzo.

"Ti serve qualcosa?" gli domandò, parlando a bassa voce per evitare di disturbare gli altri studenti.

Il ragazzo rispose, continuando a sorridere. "Posso sedermi qui?"

"Ci sono altri tavoli liberi," disse Toby.

Di certo non aveva alcuna intenzione di far sedere quel tipo strano al suo tavolo. Toby stava decisamente meglio da solo.

Non era per nulla socievole, se non si era ancora capito. Ma aveva i suoi buoni motivi per non esserlo. Era stato troppo ferito in passato e preferiva di gran lunga non legarsi a nessuno per evitare di rimanere scottato.

Aveva provato anche a trovarsi un ragazzo, aveva provato a trovarsi qualcuno che lo accettasse per come era, ma purtroppo ci aveva guadagnato solo qualche scopata mediocre di cui poteva farne tranquillamente a meno e offese per quando riguardava il suo modo di conciarsi.

Per di più, quelle esperienze negative gli avevano anche fatto peggiorare quel brutto carattere che si ritrovava e passare la voglia di dialogare con gli essere umani.

Il ragazzo che aveva di fronte, con un gesto deliberato, si mise delle ciocche di capelli dietro le orecchie mostrando vari piercing argentati.

Anche Toby aveva degli orecchini ad entrambi i lobi delle orecchie e stava incominciando ad innervosirsi perché c'erano troppe somiglianze di stile con quel tipo. Fatta esclusione per i capelli colorati e per il sorriso smagliante.

Toby non aveva proprio alcun motivo per sorridere in quel modo.

"Sai, ti ho notato spesso in giro e qui in biblioteca. Sei sempre da solo e hai proprio l'aria di chi ha bisogno di qualcuno con cui parlare," parlò il ragazzo.

Toby lo guardò attentamente. Anche quel ragazzo continuò a fissarlo sbattendo, angelicamente, le palpebre truccate. Poi scoppiò a ridere nervosamente perché tutta quell'assurda situazione si stava trasformando in un film fantascientifico.

"Sei uno stalker, per caso?" chiese, perché, sul serio, quella era l'unica spiegazione che riusciva a darsi.

Il ragazzo sghignazzò negando con il capo. "No, sono solo uno che osserva parecchio."

"Sei un impiccione, allora," continuò a ribattere Toby.

Il ragazzo fece spallucce. "Forse, un po'," rispose, poi tese una mano con le unghie smaltate di nero verso di lui. "Piacere, Sebastian. Ma puoi chiamarmi Seb."

Toby fece viaggiare lo sguardo scrutatore e diffidente da quella mano tesa verso di lui al suo proprietario sorridente.

Finì per farsi un ragionamento veloce su quel ragazzo. Non gli sembrava qualcuno che aveva intenzione di prenderlo in giro, insomma non era che lui fosse conciato poi così diversamente da Toby e poi, non riusciva a darsi ancora una spiegazione logica, ma quegli occhi azzurri e vispi gli parevano... sinceri?

Poteva azzardarsi a dire che erano sinceri?

Con diffidenza - molta diffidenza - strinse la mano di quel ragazzo. "Tobias. Ma puoi chiamarmi Toby."

Il sorriso di Seb si fece più ampio e Toby riuscì ad occhieggiare un piercing sulla lingua.

"Ottimo! Posso sedermi, adesso, Toby?"

Toby sbuffò e finì per arrendersi a quel ragazzo testardo, poggiando a terra il suo zaino per farlo sedere di fronte a lui.

Era la prima volta che si ritrovava a condividere il tavolo della biblioteca con qualcuno.

Se ne sarebbe pentito? Beh, sarebbe stato solo il tempo a confermare o a smentire le prime sensazioni che aveva avuto su Seb.

Il ragazzo si sfilò uno zaino nero pieno di spille colorate dalle spalle e si sedette continuando a sogghignare.

Che nervi.

"Cosa studi?" domandò a Toby.

"Veterinaria," replicò, finendo poi con lo stoppare la musica sul telefono, sfilandosi anche l'altra cuffia. Sarebbe stato davvero inutile continuare a tenerle perché quel tipo era proprio un chiacchierone. "Tu?" chiese più per educazione che per interesse.

"Animazione. Vorrei diventare un'animatore di cartoni animati," rispose.

Toby finì per esserne davvero sorpreso anche perché non sapeva nemmeno che nella sua università ci fosse una facoltà del genere.

"Figo," replicò. E lo era davvero. "Ora, se non ti dispiace, potresti parlare di meno? Ho delle cose da studiare."

Seb cacciò dal suo zaino un quaderno con la copertina piena di adesivi. "Scusami, sono leggermente logorroico. Sarò una tomba, Toby," rispose, chiudendosi con una zip immaginaria le labbra, ma continuando a sorridere con quegli occhi azzurri che gli ricordavano tanto gli occhi di qualcun'altro.

Solo che quegli altri occhi azzurri non erano per nulla gioviali come quelli truccati di Seb.

Per Toby era molto difficile evitare che i suoi pensieri finissero per concentrarsi sul veterinario che aiutava suo padre all' Animal's Planet.

Era molto difficile dato che quel bastardo di un veterinario era maledettamente bravo nel suo lavoro e l'unico ragazzo che era stato capace di mandarlo in confusione.

Maledetto. Toby aveva sempre più voglia di andarci a letto e poi di investirlo con la jeep di suo padre.

"Sei uno che rimugina parecchio," bisbigliò Seb.

Toby lo guardò con la coda dell'occhio. "E tu cosa ne sai? Leggi nel pensiero?"

"No, ma mi piacerebbe. Te l'ho detto che osservo molto chi mi circonda."

Toby sbuffò e voltò con stizza pagina al libro. "Mi sono già pentito di averti fatto sedere a questo tavolo," borbottò.

"Io, invece, non mi sono per nulla pentito di essermi avvicinato a te, Toby Clark."

Toby si mise subito dritto come un fuso con schiena. "Come sai il mio cognome? Io non te l'ho detto."

Seb continuò a sorridere placido, il nervosismo di Toby, invece, schizzò ad un livello altissimo.

"Cosa hai da fare dopo l'università?" gli domandò, invece di rispondere alla sua domanda.

"Trovare un modo per fuggire lontano da un certo stalker con la testa mezza rosa," replicò.

Seb si mise anche a ridacchiare, arricciando il naso.

Era tutto assolutamente assurdo. Da film fantascientifico, quella vicenda si stava trasformando in un thriller.

"Sei davvero simpatico, Toby."

"E tu sei inquietante, Seb. Potresti smetterla di sorridere in quel modo? Mi stai facendo accapponare la pelle."

Ma Seb se ne fregò altamente e continuò a sorridere e ridacchiare. "Sì, penso proprio che sarà uno spasso diventare tuo amico."

Altro che gentile, questo tipo è proprio pazzo, pensò Toby.

"Ti hanno mai detto che non hai tutte le rotelle a posto?"

Sebastian annuì. "Tutti i giorni. Allora, sei libero oppure no dopo l'università?"

"Ho uno spray al peperoncino nella borsa," affermò Toby, invece di rispondere alla sua domanda. "Adesso, sto iniziando a pensare ad un modo per procurarmi un tyser."

Seb si permise anche di alzare gli occhi al cielo. "Se fossi stato davvero spaventato da me, saresti già scappato via alla velocità della luce. Ammetti di essere curioso di sapere dove vorrei portarti."

Toby prese un profondo respiro cacciando l'aria dalle narici. Iniziò a frugare velocemente nel suo zaino fino a cacciare la bomboletta di spray al peperoncino e la sbatté davanti agli occhi di Seb. "Giuro su Dio che se è una trappola prima te lo spruzzo negli occhi e poi ti ci faccio un clistere, Seb," sibilò.

Ma Seb non sembrò per nulla turbato dalla sua minaccia. "Potrebbe non dispiacermi un clistere, Toby."

Sì, era proprio pazzo.





Nota di Jenny

Ciao a tutti!

La storia di Toby e Thomas sarebbe dovuta uscire mesi fa, ma come qualcuno già sa ho avuto problemi con il copyright e sono stata costretta ad annullare la pubblicazione delle mie storie a cui tengo nemmeno fossero dei figli.

Bene, fatta questa piccola premessa, spero che sarete felici di incamminarvi anche in questo quarto volume.

❤️





Presentazione dei personaggi:

Toby


Thomas

Sebastian

Jamie


Michael

Continue Reading

You'll Also Like

11.1K 1K 36
Nil e Ivon sono migliori amici dai tempi del college ma non sono mai riusciti a recitare nella stessa serie o nello stesso film quindi quando arriva...
11.8K 1K 30
In un mondo dove la magia fa parte della vita di tutti i giorni. Luan, principe del suo regno, è senza poteri e deve nasconderlo a tutti con l'aiuto...
13.6K 594 22
sicuro di conoscere veramente te stesso ? perchè potrebbe essere qualcun'altro ad aprirti finalmente gli occhi
36.6K 1.9K 42
🖤dark & romance🖤 ~ In fase di scrittura e revisione. Questo libro tratta di argomenti molto sensibili come morte, violenza e scene esplicite. Prima...