scelta difficile || rafe came...

By dreamsforwe

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Due opposti, Gaia Routledge una pogues e Rafe Cameron un Kooks. Fin dai primi anni della loro vita i due non... More

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Chapter 47

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By dreamsforwe

Tenevo il mio viso appoggiato sul suo petto con il mio sguardo rivolto verso il suo assonnato, era ormai una buona mezz'ora che si era addormentato anche se prima gli avevo dovuto promettere che non me ne sarei andata durante la notte, sembrava essere così preoccupato di questo fatto.

Facevo ancora scorrere le mie unghie tra i suoi capelli e non le avrei spostate da lì, il suo sguardo era così sereno e pacifico, mentre il suo braccio mi circondava il corpo tenendomi stretta a lui, facendomi dei leggeri grattini sul fianco; da diversi minuti la sua mano aveva smesso di accarezzarmi, ero contenta di questo fatto, voleva dire che finalmente aveva preso sonno.

La testa mi girava così forte, forse dopotutto era colpa di tutto quello che era successo in questi giorni: la vecchia pazza, i fatti con Jj e Rafe che cerca di annegarmi, insomma tutto nella norma? Decisi, anche se con dispiacere, di andarmi a sciacquare il viso in bagno, speravo in un sollievo o anche in una banale rinfrescata, per non farmi più pensare a tutto questo.

Cautamente cominciai a spostarmi dal corpo del biondo cercando di non svegliarlo, fino a quando non sentì un suo lamento "dove stai andando?" chiese strofinandosi gli occhi. "Solo al bagno" risposi ingenuamente mentre mi mettevo seduta sul bordo del letto, accennò qualcosa a bassa voce e poi mi portai verso il lavandino, dove mi sciacquai più volte la faccia.

Ritornai solo quando mi sentì più calma e mi ritrovai Rafe dormire a pancia in giù, era così bello: i capelli biondi ricadevano sulla sua fronte ed erano leggermente mossi dal suo respiro, la sua schiena nuda si alzava e scendeva; mi avvicinai a lui e lo guardai, non stava dormendo, lo conoscevo abbastanza bene per dirlo.

Mi appostai al suo fianco e cominciai a disegnare sulla sua schiena, il gioco che mi aveva insegnato lui quando non riuscivo a dormire, poi silenzio e solo un leggero sorriso sul volto di Rafe "un sole" bisbigliò, facendomi sorridere a mia volta. Ripresi a fare un'altro oggetto, "mhh" lo sentì dubitare "una sedia" aprì un occhio solo per vedere la mia espressione, avevo un sorriso da ebete in viso, ma dopotutto tutto sincero.

"Gaia è tardi" quel ragazzo si preoccupava fin troppo per me "vieni a dormire che sei stanca" poggiò una mano sulla mia coscia internamente, fredda e venosa "avanti" mi incoraggiò e allora solo in quel momento mi distesi al suo fianco, ma neanche pochi secondi dopo diedi le spalle al biondo, mettendomi di lato per provare a dormire, fino a quando le sue dita affondarono sui miei fianchi, portandomi verso il suo corpo.

Ora mi trovavo abbracciata al ragazzo che odiavo più di ogni altra persona sulla terra, ma allo stesso tempo l'unica che mi faceva sentire così così, diversa?
"Gaia" bisbigliò al mio orecchio mentre continuava ad accarezzarmi tutta la coscia nuda, passando qualche volta sul mio culo, "cos'hai?" domandò spostandomi i capelli dalla guancia ed io alzai involontariamente lo sguardo, come faceva a sapere che non ero serena?

"Niente" riposai la testa sul cuscino e lo rassicurai che non c'era niente da preoccuparsi "staresti già dormendo se non avessi qualcosa, quindi smettila di fingere" disse sicuro delle sue parole, ma rimasi in silenzio facendolo infastidire leggermente "vuoi parlarmi?" chiese cercando di rassicurarmi del fatto che potessi parlare con lui.

Mi voltai verso il suo viso così che potessi guardarlo, ci poggiai le mie dita leggermente raffreddate sulla guancia e continuai a osservarlo, finché non mi decisi a parlare "non so più quale sia la cosa giusta da fare" mormorai sentendomi in colpa per quella stessa frase.

"So di essere l'unica cosa sbagliata nella tua vita" sussurrò reggendosi su un gomito per far notare la sua figura, palesemente più grande della mia "ma tu sei l'unica bella della mia" terminò a parlare per poi calarsi velocemente sulle mie labbra, sentivo il suo dolore e lui sentiva il mio, ma quello che aveva detto...era vero?

Lo conoscevo da così tanti anni e non ero mai arrivata al punto di sentirmi dire queste parole da Rafe, ma dopotutto per me lui era qualcosa di negativo, metteva in continuo pericolo la mia vita e nonostante questo non riuscivo a restargli lontano!

Nel frattempo la sua lingua danzava insieme alla mia, con dei movimenti lenti e appassionanti, entrambi andavamo con questa leggerezza e passione, che come lui, io non avevo mai baciato nessuno in tal modo.

"Buonanotte Rafe" sussurrai lasciandogli un ultimo bacio a stampo e poi essendomi tranquillizzata tra le sue braccia, lasciai il sonno prendere il comando sul mio corpo e infatti pochi secondi dopo fui già incosciente.

———————
Un suono rimbombante per la stanza cessò la mia serena dormita, ma non solo la mia, pure quella di Rafe; era il cellulare del biondo, che squillava di prima mattina, erano solo le 9 e per me si poteva rimanere a letto ancora per qualche buona ora.

Si allontanò dal mio corpo sedendosi al bordo del materasso, strofinandosi gli occhi nel mentre e solo poi afferrò il suo telefono, intento a rispondere con una voce così assonnata che mi metteva i brividi, era così fottuttamente bella.

"Pronto" esclamò alzandosi in piedi e voltandosi verso la mia piccola figura, ero ancora distesa sul suo letto, ma con gli occhi socchiusi seguivo ogni sua singola mossa.
Non disse niente e si limitò ad annuire, infatti la telefonata durò neanche un minuto, ma il suo viso aveva cambiato radicalmente espressione.

"Rafe tutto apposto?" chiesi un po' titubante, "certo" aprì velocemente il suo armadio per indossare una maglietta "mio padre ha bisogno di me" poi ritornò verso di me, cercando di calarsi sulle mie labbra, cosa voleva? Un bacio? Non ero proprio così sicura di darglielo, noi alla fin fine non eravamo niente...

"Oggi posso andare dai miei amici?" domandai, sperando che mi acconsentisse "si" rifletté un secondo, era così bello il suo sguardo pensieroso "ma se Jj ti si avvicina giuro che uccido prima lui e poi me la vedo con te" detto questo si accasciò sulle mie labbra e lo lasciai fare, dopotutto aspettavo solo questo.

Fece per andarsene, ma si fermò tirando fuori dalla tasca dei suoi pantaloni il portafogli, dove lasciò sulla scrivania vari dollari "prenditi la colazione" e sorrisi al suo gesto, a modo suo si era preoccupato per me.

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