È la prima volta dopo quattro anni che facciamo colazione insieme.
E la cosa diventa caotica.
Stamattina sono arrivati anche altri parenti di papà, visto che non li vedevamo da un paio di mesi.
Tra l'inizio della scuola, poi la storia della USJ e Stain, poi Eri, sono stati mesi impegnativi.
La mia sorellina è seduta sulle mie gambe a bersi il suo succo d'arancia, proprio come me.
Noto che in alcune cose, mi assomiglia sempre di più. Alcune abitudini che ho io, stanno diventando anche le sue.
Come adesso, il fatto di bersi solo succo d'arancia per colazione oppure che durante la notte, se dormiamo con qualcuno, stiamo abbracciate a quella persona.
Le accarezzo dolcemente i capelli mentre lei addenta un pezzo di pane con la Nutella.
Nel frattempo, intorno a noi, il caos si fa sempre più forte. Gente che entra ed esce dalla cucina, si passano il cibo e conversano tra di loro.
La famiglia di mio padre è sempre stata molto rumorosa, in confronto invece a lui, che è silenzioso e tranquillo. Eri ha preso da lui nel carattere, mentre io, sono la fotocopia di mia madre.
Mio papà ha preso dal nonno questo suo carattere calmo, anche se me lo ricordo poco, essendo morto quando ero piccola.
Finisco di mangiare in fretta per approfittare della bella giornata e allenarmi un po'.
C'è un posto in mezzo al bosco dove si allenava mio padre alla mia età e dove ci alleniamo io e Shoto quando veniamo qui.
"Bene, grazie a tutti per la colazione ma io vado ad allenarmi." Dico posando Eri al mio fianco e alzandomi in piedi.
"Fai attenzione, mi raccomando." Dice mia madre tirandomi per darmi un bacio sulla guancia.
Alzo gli occhi al cielo ma sorrido per le sue premure.
"Tranquilla mamma." Dico lasciandole un bacio sulla testa poi sento una manina tirarmi il pantalone,
"Posso venire con te?" Chiede Eri guardandomi con i suoi occhioni e chi riesce a dirle di no?!
"Certo pulce, magari portati qualche gioco che potresti annoiare." Dico accarezzandole la testa e ci dirigiamo insieme nella cameretta.
Inizio a cambiarmi con degli abiti da allenamento, mentre mi tolgo i pantaloni del pigiama, noto la cicatrice sulla coscia del combattimento contro Overhaul.
Ci passo la mano, pensando al fatto che sarà solo una di una lunga serie, basta pensare ai miei genitori e ai loro corpi pieni di cicatrici come queste.
"Questa ti è rimasta quando mi avete salvato, vero?" Dice Eri dietro di me.
Mi giro verso di lei e noto che ha gli occhi lucidi.
"Ti sei fatta male per colpa mia." Continua tirando su il naso.
Vado subito da lei e la prendo in braccio andando a sedermi sul letto, tenendola stretta contro il mio petto.
"Ma no che non è colpa tua pulce. Siamo riusciti a riportarti a casa e questa è la cosa principale! Sei tornata con me e con mamma e papà. Non importa il resto." Dico accarezzandole i capelli e facendola calmare.
Rimaniamo in quella posizione per un po' di tempo finchè la mia sorellina non smette di piangere e non posso fare a meno di pensare, a quanto mi assomigli sotto questo aspetto.
Ci inoltriamo nel bosco fino a quando arriviamo alla zona a cui mi riferisco.
Si tratta di un punto sulla riva di un ruscello, è una zona abbastanza pianeggiante e molto larga, ideale per allenamenti sia per il quirk che per il corpo a corpo.
Posiamo le nostre cose all'ombra di un albero, Eri si guarda intorno con la sua solita curiosità, mentre io mi dirigo ad un albero su cui conservo dei bellissimi ricordi.
Guardo la corteccia e noto il punto a me interessato: su di esse ci sono incise delle iniziali.
K.T.
A.H.
Le iniziali dei miei genitori, impresse lì da molti anni, mi fanno sorridere.
Sposto lo sguardo appena sotto e accarezzo l'incisione successiva.
M.T.
S.T.
Shoto ed io abbiamo fatto la stessa cosa l'ultima volta che siamo stati qui, dicendo che sarebbe stata una cosa di famiglia.
"Eri, vieni qui." La mia sorellina viene subito al mio fianco e guarda anche lei la corteccia.
"Quando un giorno verrai qui anche tu ad allenarti per diventare un'eroina, inciderai le tue iniziali." dico facendole un sorriso.
Eri posa su di me i suoi occhioni per poi guardare di nuovo l'albero.
"Da grande, voglio diventare proprio come te, sorellona. Forte e bellissima." Dice con la naturalezza classica nei bambini.
"Diventerai anche meglio di me, pulce." Dico e non posso fare a meno di commuovermi alle sue parole così mi giro dall'altra parte per non farle vedere i mie occhi lucidi.
Mi dirigo poi con i piedi nudi, in mezzo al ruscello.
Ultimamente mi sono impegnata principalmente sull'uso dei miei quirk, trascurando l'allenamento del corpo a corpo.
E' da un po' di tempo che non mi faccio uno bello scontro con Shoto, probabilmente ora sarebbe anche molto più divertente dato che stiamo insieme.
L'acqua gelata mi fa lanciare un gridolino e mi lascia un brivido lungo il corpo.
Inizio a fare riscaldamento per preparare il corpo alle ore successive che passerò qui, decisa a portarmi allo stremo.
Metto solo una cuffia, devo comunque tenere un occhio su mia sorella.
Faccio partire Enemy degli Imagine Dragons per poi iniziare ad allenarmi a partire dalle gambe.
Inizio con delle ripetizioni alternate di calci all'indietro e in alto, ricordandomi attentamene le tecniche che mi ha insegnato mia madre.
La musica mi da la carica necessaria per continuare incessantemente mentre sento gli occhi di mia sorella addosso.
Vado avanti per un'ora quando decido di passare alle braccia questo finchè non percepisco la presenza di altre persone nel raggio di pochi metri.
Mi fermo, togliendo la cuffia per concentrare meglio i sensi.
Questo è strano, il punto in cui ci troviamo è totalmente isolato e non lo conosce nessuno, tranne la mia famiglia.
In più, il paese più vicino si trova a valle ad alcuni chilometri da qui, quindi cosa ci fanno qui queste persone.
Esco dall'acqua quando dal bosco, appaiono tre uomini.
Vado istintivamente da mia sorella che si alza, nascondendosi dietro la mia gamba.
"Salve, avete bisogno di qualcosa?" chiedo nel modo più gentile possibile, magari mi sto allarmando per nulla e sono solo venuti qui a fare una passeggiata.
I tre uomini iniziano a squadrarmi senza proferire parola, ma il modo in cui mi guardano mi fanno subito intuire che non sono qui con buone intenzioni.
"Eri, ora girati e corri più veloce che puoi verso casa. Quando arrivi, di a papà di venire qui, ok?" Sussurro a mia sorella che mi fissa impaurita.
"Ma.. Tu.." Inizia a dire ma la zittisco subito.
"Non discutere ora Eri, fai come ti dico per favore." dico facendole segno di andare.
La bambina mi guarda poco convinta prima di iniziare a correre verso casa.
Nel momento in cui li guardo, uno di loro fa un ghigno disgustoso facendo scorrere nuovamente il suo sguardo sul mio corpo.
Gli entro nella mente capendo subito le sue intenzioni e i suoi pensieri su di me, vedo le cose che vorrebbe farmi e il fatto che se li immagini così vividamente, mi fa rivoltare lo stomaco.
"Bene, bene. Era proprio te che stavamo cercando. Una futura eroina carina con cui divertirci un po'. Sembri proprio un bel bocconcino." Dice un altro dei tre tizi, leccandosi le labbra, per poi sparire dalla mia vista.
E' letteralmente scomparso e penso sia dovuto al suo quirk.
Agisco subito, capendo di dover passare all'attacco con gli altri due. Non so quali siano le loro unicità quindi è meglio fermarli prima che sia troppo tardi.
Prendo immediatamente il controllo dei loro corpi, lasciandoli di stucco, per poi scaraventarli molto lontano da me.
Non sono riuscita a controllare neanche la traiettoria, troppo offuscata dalla rabbia e dalla paura, che formano in me un mix letale.
Sento solo l'impatto da lontano e poi il silenzio. Inizio a girarmi su me stessa, alla ricerca del tipo che è sparito. Riesco ancora a percepire la sua presenza ma mi è impossibile individuarlo.
All'improvviso riappare davanti a me pronto con il pugno già ad essere sferrato ma lo evito abilmente abbassandomi all'indietro.
Appena torno dritta, sento solo ridere e il tizio sparisce di nuovo.
Questo non fa altro che far crescere in me ancora più rabbia e un ghigno si forma sul mio viso.
La sua tecnica fa schifo, si vede che non è una persona abituata al combattimento, a differenza mia.
Mi sono allenata per anni per affrontare eventi come questi e far vedere il mio valore.
Riappare al mio fianco e, sta volta sono più veloce io, tirandogli un calcio alle gambe lo faccio cadere a terra. Quando sto per prendere il controllo su di lui, sparisce nuovamente.
Impreco sotto voce e di nuovo cala il silenzio.
Inizio a girare ancora una volta su me stessa, guardando ogni angolo, aspettando che lui riappaia. Devo essere ancora più veloce, impedirgli di poter usare il suo qurik, bloccandolo immediatamente.
Ma tutti questi pensieri vengono interrotti quando qualcuno appare alle mie spalle e senza neanche lasciarmi il tempo di realizzare, mi afferra per il collo con un mano e con l'altra mi blocca le mani dietro la schiena.
Cerco di muovermi ma è comunque più forte di me.
Ad ogni mio tentativo di dimenarmi, la sua presa sul mio collo si fa solo più forte.
Il respiro inizia a mancarmi sempre di più mentre fa combaciare il mio corpo al suo.
Quello che sento dietro di me, mi fa salire un conato di vomito che mando giù insieme alla paura che si fa sempre più strada sotto la mia pelle.
Non posso lasciargliela vinta in questo modo, non posso permettergli di portare a compimento i suoi pensieri di prima.
La sua bocca si avvicina al mio orecchio per poi leccare dietro di esso. Il disgusto e la rabbia crescono sempre di più dentro di me.
"Sei davvero grintosa sai, bambolina? Ora ci divertiamo un po' assieme."
A/N
Ci vediamo giovedì gente 🙃🌚