Dopo esserci spostati nella sua camera dei dormitori, sono crollata sul letto.
Mi sono cambiata alla velocità della luce e poi mi sono addormentata.
L'ultima cosa che mi ricordo è Shoto che sorride e mi lascia un bacio sulla fronte prima di iniziare a cambiarsi anche lui, poi basta.
È stata la serata più bella della mia vita ma so che è stata solo una piccola distrazione che ci siamo concessi.
La mattina mi porta brutalmente alla realtà.
Ieri Enji, mi ha detto che oggi mi sarei dovuta recare in un luogo diverso per lo stage.
Visto che sono riusciti a tirarmi su di morale, ho deciso di riprendere il tirocinio.
Mi spazzolo i capelli e decido di lasciarli sciolti per ovvi motivi.
Il mio collo sembra una cartina geografica grazie al signorino Todoroki.
Mi giro verso il letto, aspettandomi di trovarlo ancora addormentato, invece ha un occhio aperto e mi sta guardando sorridendo.
Ha tutti i capelli arruffati mentre abbraccia il cuscino.
Le lenzuola gli coprono metà corpo, lasciando scoperta la parte superiore con una deliziosa visione dei suoi muscoli che mi prendo il tempo di ammirare.
"Buongiorno amore mio." Dico sedendomi sul bordo del letto vicino a lui.
Mugugna un buongiorno con la sua voce profonda e impastata dal sonno prima di appoggiare la testa sulle mie gambe.
"Devo andare purtroppo." Dico accarezzandogli i capelli mentre il ragazzo scuote la testa e mi circonda con le braccia.
"No. Stai con me." Alza il viso verso di me rivolgendomi lo sguardo più dolce e tenero e il mio povero cuoricino non regge.
"Non sai quanto vorrei restare qui Icyhot, ma devo riprendere lo stage e per di più oggi devo anche partire prima perché il punto d'incontro è lontano. E anche tu dovresti alzarti, hai le lezione per la licenza provvisoria. Ci vediamo stasera, okay?" Dico dandogli un bacio sulla fronte.
Shoto annuisce poco convinto prima di lasciarmi andare e permettermi di uscire.
Lo saluto prima di afferrare lo zaino e le scarpe.
Corro di sotto notando che svegli ci sono solo Momo, Oijiro, Tsuyu e Ochako.
"Buongiorno." Dico dirigendomi verso Momo.
Mi alzo sulle punte e le lascio un bacio sulla guancia prima di salutare anche le altre mie amiche.
"Devi uscire anche tu Mei?" Chiede Tsuyu e noto che anche lei e Ochako sono vestite con l'uniforme scolastica.
"Si. Riprendo lo stage oggi. Voi invece?" Chiedo fregando dalle mani di Oijiro il toast con la marmellata.
Il ragazzo mi guarda a bocca aperte prima di fare un sospiro e mettersi a farne un altro.
Gli faccio una linguaccia e mi siedo sul bancone di fianco a Momo che beve un the.
"Anche noi dobbiamo incontrarci per lo stage oggi." Dice Ochako chiudendo lo zaino.
"Usciamo insieme allora!" Affermo contenta.
Scendo dal bancone con un balzo.
"Fai attenzione. Mi raccomando!" Dice Momo come una mamma.
La salutiamo tutte prima di uscire.
Notiamo la testa rossa di Kirishima nel vialetto e al suo fianco c'è Midoriya.
Il rosso si gira a salutarci.
A quanto pare, anche loro hanno lo stage oggi e visto che andiamo tutti verso la stazione, facciamo la strada insieme.
Una volta arrivati, prendiamo anche la stessa direzione.
Saliamo tutti sul treno e ci sediamo vicini.
Ci scambiamo qualche parola e ci rendiamo conto di dover scendere tutti alla stessa fermata.
"Che coincidenza!" Dice Midoriya mentre scendiamo.
Ma la coincidenza diventa troppo strana quando facciamo la stessa strada, giriamo allo stesso incrocio e incontriamo i big four.
"Credo che non sia più una coincidenza." Dico mentre entriamo tutti insieme nell'edificio.
Quando arriviamo al piano dove avevamo appuntamento ci sono un sacco di pro.
Tutti i nostri mentori sono qui, inclusi i miei genitori.
"Aizawa! Che ci fa anche lei qui?" Dico dirigendomi verso il nostro professore.
"Ci sono un sacco di eroi qui! Cosa sta succendo?" Chiede Kiri guardandosi in giro.
È Sir. Nighteye il primo a prendere la parola mentre i miei genitori vengono a salutarmi.
"Ho creato questo incontro per discutere su come affrontare l'organizzazione chiamata 'Gli otto precetti della morte'." Annuncia Sir lasciando noi ragazzi sgomenti.
Mi giro verso i miei genitori, che a quanto pare sapevano già la cosa.
Veniamo scortati tutti nella sala riunioni ma la mia mente sembra staccata dal mio corpo.
Perché non ne sapevo nulla?
Non avevo diritto anche io, come i miei genitori, di venire a conoscenza prima di queste informazioni?
Mi siedo accanto a mio padre e Harada dei big four ma faccio fatica a prestare attenzione a ciò che succede accanto a me.
Iniziano a parlare di questa droga che ora circola tra i villain che rompe i quirk.
A quanto pare, Tamaki ne è rimasto colpito durante uno scontro e ha perso la sua unicità per un periodo di tempo.
Perdo qualche parola nel corso della spiegazione, troppo persa nei miei pensieri.
Continuo a chiedermi perché mi abbiano esclusa.
Sarebbe stato meglio se me l'avessero spiegata prima la situazione, piuttosto che venirla a scoprire qui, con tutte queste persone presenti.
La mia attenzione viene richiamata quando viene pronunciato il nome di Chisaki.
"A quanto pare, ha mentito sull'identità di Eri, spacciandola per sua figlia. Sappiamo che è stata rapita all'età di quattro anni dalla sua famiglia che, come sanno alcuni di voi, sono qui presenti ora." Dice Sir indicando me e i miei genitori.
Alcuni di loro si girano a guardarci tra cui Kiri, Ochako e Tsuyu che ancora non conoscevano la situazione.
"La bambina aveva bende intorno alle braccia e alle gambe." Continua Sir nella spiegazione.
Stringo le mani finché non sento le unghie conficcarsi nella carne.
Non riesco neanche ad alzare lo sguardo mentre continuo a ripensare a queste parole.
"Quindi, sta usando il corpo di Eri, per creare quei proiettili per poi venderli." Dice Sir mostrando un immagine di mia sorella sulla schermo.
Lui sta... usando il suo corpo?
La sta usando per creare quei proiettili?
Per il suo quirk?
Improvvisamente mi sembra come se la stanza si stia restringendo intorno a me.
Non penso di poter reggere un secondo di più di questa conversazione.
Allento un pochino la cravatta della divisa per respirare meglio ma non sembra funzionare.
Mi alzo di scatto scusandomi velocemente prima di uscire dalla stanza.
Vado a sedermi su una delle sedie che trovo libere prima di appoggiare i gomiti sul tavolo e passarmi le mani tra i capelli più volte.
Ha subito una sofferenza terribile per tutto questo tempo?
Mentre io vivevo la mia vita in felicità, divertendomi con i miei amici, amando e crescendo, lei pativa tutto questo?
Tre anni della sua vita passati in un incubo infernale di cui nessuno era a conoscenza fino a questo momento.
Sento qualcun altro uscire dalla stanza ma non mi volto a guardare.
Continuo a stringermi i capelli tra le dita ripensando a tutte le informazioni ottenute.
Una mano si posa sulla mia schiena ed inizia ad accarezzarmi, nel mio campo visivo entra un bicchiere di acqua e vedo la figura di Harada sedersi di fianco a me.
Senza dire nulla, mi coccola e mi guarda.
Mi fa un sorriso dolce prima di parlare.
"Eri è tua sorella giusto?" Mi chiede in tono pacato.
Annuisco senza rispondere.
In questo momento non saprei neanche cosa dire.
"Posso solo immaginare quanto per te sia stato un duro colpo quello di oggi. Lo è stato per tutti noi sentire di questa povera bambina venir trattata in quel modo. Immagino cosa possa voler dire per te." Dice afferrandomi la mano.
Resto a fissarla mentre parla.
"Sono convinta che riusciremo a salvarla Takeda. La ripoteremo indietro e faremo di tutto per ridarle la felicità." Dice facendomi un piccolo sorriso per incoraggiarmi.
Senza rendermene conto, inizio a piangere.
Voglio solo poterla riavere tra le mia braccia e poter vivere di nuovo come una famiglia.
Vederla ridere insieme ai miei genitori mentre le fanno il solletico e poterle cantare di nuovo la sua ninnananna preferita prima di dormire.
La ragazza mi porge un fazzoletto che accetto di buon grado.
Mi asciugo le lacrime cercando di ricompormi.
"Grazie Harada. Mi sento un po' meglio." Le dico guardandola.
La ragazza mi fa un sorriso dolcissimo.
"Chiamami pure Harumi. Ed è stato un piacere, Mei."
La riunione sembra terminata perché la porta si apre facendo uscire tutti gli eroi e i nostri compagni.
I miei genitori mi raggiungono accogliendomi in un caldo abbraccio.
"La ripoteremo a casa Mei. Te lo prometto." Sussurra mio padre stringendoci entrambe.
"Lo so. Farò di tutto per averla di nuovo con noi." Dico staccandomi dall'abbraccio e guardando i miei genitori.
"È impossibile chiederti di non venire vero?" Chiede mia madre spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Scuoto velocemente la testa prendendo le mani di entrambi i miei genitori.
"Devo esserci anche io. Non potrei stare ferma sapendo che state combattendo per salvarle mia sorella. Lei è parte di me esattamente come lo è di voi. Devo salvarla." Dico convinta delle mie parole.
I miei genitori si guardano per qualche secondo scambiandosi un sorriso.
"Scusate, mi dispiace interrompere ma potremmo parlare un secondo con Mei?"
Mi giro verso la voce e noto Midoriya e Mirio in piedi vicino a noi.
I miei genitori annuiscono e si voltano per andare a parlare con gli altri pro.
Mi alzo per trovarmi di fronte a loro.
"Ditemi." Dico guardando prima uno e poi l'altro.
"Volevamo dirti che ci dispiace. Se avessimo salvato Eri quella volta, adesso non stareste passando tutto questo e l'avreste già con voi. Ti promettiamo che faremo di tutto per salvarla, lo vogliamo quanto te. Scusaci." Midoriya finisce di parlare prima di fare un inchino insieme a Mirio.
Invece di rispondergli, gli vado incontro e abbraccio entrambi i ragazzi.
"Sono io a dovermi scusare per il mio comportamento. Non intendevo quello che ho detto l'altro giorno. Ero in preda alle emozioni e non mi rendevo conto di quello che dicevo. Grazie per quello che state facendo per la mia famiglia." Dico stringendo a me i ragazzi.
Sento le loro braccia circondarmi e così sorrido.
Si, faremo di tutto per riportare a casa mia sorella.
A/N
Ammiriamo Todoroki nel disegno che ho fatto 🧎🏻♀️🧎🏻♀️
Non sono mai andata così fiera di un mio disegno