IL CORAGGIO DI RESTARE (In co...

By SarahAdamo

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Nina Steffens è una giovane ragazza di 23 anni che vive a Manhattan assieme a sua madre, dipendente dall'alco... More

#ANGOLOAUTRICE
Cast + Trailer
Prologo
1. Una nuova vita
2. La svolta
3. Coincidenze
4. Un brutto scherzo
5. La speranza
6. Il fato
7. La scommessa
8. Proviamoci
9. Una possibilità
10. Il pericolo
11. Petali e segreti
12. Tentazioni
13. Mente e cuore
14. In trappola
15. Il Banchetto
16. La fragilità del buio
17. Indecisioni
18. Cena a base di cheesecake
19. Conclusioni affrettate
20. Bisogna lavorarci sodo
21. Punto di incontro
22. L'inizio
23. Quei gesti improvvisi
24. Natale con i suoi
25. La sorpresa
26. Il compleanno di Derek
27. Una notte insonne
28. L'influenza
29. Talento nascosto
30. Il bacio
31. Cocci rotti
32. Pagine strappate
33. Dichiarazioni
34. Dessert
35. Parigi
36.Irresistibile
37. Bollenti spiriti
38. Una pioggia di debolezze
39. La ruota panoramaica
40. Decisioni importanti
41. Come neve al sole
42. Monopoli
43. Il profumo
44. Visite inaspettate
45. Amicizia
46. Nasce una stella
47. La città proibita
48. Piccoli passi
49. Dimmi la verità
50. I primi sintomi
51. Non è più lo stesso
52. Mi manchi, e tu?
53. Il passato
54. Non allontanrmi di nuovo
55.London Eye
56. L'orgoglio da parte
57.Come riavvolgere il nastro
58. E se fosse un'occasione?
59. Susan, occhi da cerbiatta
60. Persecuzioni
61. Tutto cambia velocemente
62. Festa d'addio
63. Notizie flash
64. Il riflesso nel dipinto
65. Indizi
66. Ripensamenti
67. La rielaborazione del cuore
68. Noi due e un Garofano
70. Riconciliamoci

69. La nuova coppia

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By SarahAdamo

"Noi tutti dovremmo cominciare a vivere prima di diventare troppo vecchi. La paura è stupida. È così che nascono i rimpianti."
(MARILYN MONROE)


-"Torniamo dentro?"- esordì lui, massaggiandomi la guancia e intrecciando la mia mano con la sua.
-"Aspetta, che cosa diremo?"- lui riflette qualche secondo, massaggiandosi il mento e guardando altrove.
-"Ci penso io a Susan, stasera dopo la festa le parlerò"- annui lui, sicuro di se. Io feci spallucce, ero felice di aver confidato i miei sentimenti a Derek potevamo finalmente stare insieme, o così pensavo.
-"E Peter? Cosa gli dirai?"- si bloccò sul posto, confuso.
-"Peter è.. sparito, ci siamo visti ieri ma non credo sia una persona sincera mi ha soltanto deluso"- feci spallucce, un po' di ero rimasta male per Peter Ross all'apparenza si era presentato esattamente come il mio tipo, ma qualcosa di lui al contempo non mi aveva convinta.
-"Prima o poi se la vedrà con me"- borbottò Derek, mentre ci avviammo verso l'entrata principale del ristorante.
-"Sempre il solito, lascia perdere" - gli diedi una gomitata e lui fece finta di barcollare dal lato opposto, risi di gusto in quel momento il caldo palmo della sua mano si posizionò sui miei capelli e mi massaggiò delicatamente la nuca.
-"Sono sempre stato geloso, e lo sai"- scrollò le spalle.
-"Anche troppo"- puntualizzai io.
-"Nina"- esordí, dopo aver ridacchiato prima di entrare.
-"Si?"-
-"Anche se ti amo.. rimani sempre la mia migliore amica"- sorrisi, con le gote accaldate calai lo sguardo sulle mie scarpe prima di spingere la maniglia ed entrare in sala.
-"Anche tu, Der"- sul suo volto comparve un sorriso gioioso e ampio.
-"Aspetta solo di tornare a casa"- sussurrò maliziosamente al mio orecchio. Risi a fior di labbra prima di schioccargli un ultimo bacio sulle labbra.
-"Derek, ma dov'eri finito?"- Susan si alzò e gli andò incontro lui schivo le sorrise lievemente e annuii.
Megan era al nostro tavolo priva del suo velo e che chiacchierava animatamente con Kristie la quale aveva dinanzi un corposo piatto di spaghetti con i frutti di mare.

Caspita sono già arrivata alla prima portata

Pensai, nessuno fece caso a me - nessuno tranne i miei amici che sgranarono gli occhi quando videro che prendevo di nuovo posto al tavolo - mi schiarì la gola e volsi loro un mezzo sorriso.
-"Tesoro va tutto bene?"- chiese mia madre.
-"Si sto bene, non ti preoccupare"-
-"È stata dura.. mi dispiace di essere stata una cattiva madre e di non esserti stata vicino Nina"- sussurrò Kate che aveva preso il posto di John per potermi parlare meglio.
-"Adesso è passato mamma, non pensiamoci più d'accordo? Ti ho perdonata"- annui, non ero sicura di quello che stavo dicendo ma di certo non avevo intenzione di continuare ad essere in collera, volevo godermi un po' quella felicità e lasciare alle spalle il passato una volta per tutte. La donna mi baciò la mano, io ricambiai con un sorriso ampio e sincero.
-"Nina!! O santo cielo stai bene?"- sussurrò Megan,venendomi incontro e accogliendo le mie mani fra le sue.
-"Si Meg sto bene.. non preoccuparti"- lanciai un'occhiata a Derek, il quale ricambiò con la stessa intensità. Megan guardò me e poi guardò lui, capii ogni cosa.
-"Poi mi racconti tutto"- mormorò, con un sorrisetto malizioso e una gomitata che mi aveva dato alla braccio.
-"Te lo prometto"- risposi io, la sposa si allontanò per raggiungere il tavolo al quale sedeva il suo amato sposo vestito di tutto punto. Io ero libera di un peso, il petto era leggero e il cuore batteva sonoramente per Derek in una maniera rilassata e non malsana. Mi infastidì però vederlo ancora avvinghiato a Susan che cercava in tutti i modi di attirare la sua attenzione. Roteai gli occhi al cielo un paio di volte ma fui felice del fatto che lui cercasse il mio sguardo continuamente, forse voleva accertarsi che tutto non fosse frutto di un sogno. Potevo finalmente essere felice insieme a Derek, abitavamo già nella stessa casa lui era il mio migliore amico le cose sarebbero potute soltanto migliorare o almeno così credevo.

***

-"Domani, ho in mente una sorpresa per te"- esordì Derek, rientrando in casa e posando le chiavi sul piattino d'argento della scrivania di legno.
-"Sul serio? Vuoi ancora stupirmi?"- Risi di gusto, privandomi delle scarpe e sciogliendo l'acconciatura, quando il moro si accorse del mio litigio con la forcina mi venne incontro e mi incitò a voltarmi.
-"Non la smetterò mai di stupirti zucchero, ricordatelo"- mormorò, mi aiutò a slegare lo chignon ponendo le forcine sulla scrivania quando la massa di capelli fu libera portò l'intero manto sul lato destra della mia spalle per potermi baciare la pelle calda alla sinistra del mio collo.
-"Adulatore"- canzonai io, sogghignando per il solletico che mi avevano provocato le sue labbra.
-"Lo dirai a Susan domani?"- ingoiai quel groppo che improvvisamente mi si era formato in gola, temetti che qualcosa potesse di nuovo andare storto. Rimasi di spalle, il ticchettio dei suoi mocassini arrivarono al divano.
-"Le ho già parlato"- disse con nonchalance, con occhi sbarrati lo raggiunsi accanto al sofà si stava slacciando la camicia e portava in viso il suo solito sorriso divertito.
-"Che cosa?? Quando??"-
-"Prima, mentre la riaccompagnavo a casa"- fece spallucce.
-"E.. e-d è finita così?"- animai, spalancando le braccia.
-"Credevo di essere innamorato di Susan, ma in realtà è solo una donna che sa gestire le persone accanto a lei a suo piacimento.."-
-"Ci credo è una donna molto attraente, e a te piace quel tipo di persona"- incorniciai le braccia, lui mi fece cenno - picchiettando il palmo sul cuscino del sofà - di accomodarmi accanto a lui, obbedì senza pensarci due volte.
Mi guardò intensamente, scostò una ciocca di capelli dal viso e sorrise lievemente.
-"Si, è vero lo credevo anch'io. Sai, quando ho incontrato te non pensavo che potesse esistere un altro tipo di donna.. una che ha dei veri sentimenti, vulnerabile tu lo eri dal primo istante in cui hai messo piede qui e mi hai urlato contro"- ridacchiammo entrambi.
-"Tu sei diversa, noi siamo diversi dagli altri.. lo siamo sempre stati, non la troverò al mondo un'altra come te quindi ti prego, non rimproverarmi troppo se sbaglio"- la sua risata non era divertita, bensì timorosa, per poter nascondere l'agitazione che si celava  dietro quella frase. Non dissi altro, velocemente gli baciai la bocca - uno schiocco veloce ma rumoroso - imbarazzata subito dopo appoggiai il capo sul suo petto e tirai le gambe al divano.
-"Tu non darmene motivo"- avvolsi il braccio attorno al suo addome e mi accoccolai accanto al suo corpo, quanto avevo desiderato quel momento - da innamorati, non da amici - infondo ci avevo sperato fin dall'inizio.
Ci addormentammo sul divano, ancora vestiti e avvinghiati a formare un unico corpo.
Erano le otto del mattino quando caddi sul pavimento e con la bocca impastata i capelli aggrovigliati mi affrettai per rispondere al telefono che squillava in una maniera disumana e di continuo.
-"Si, pronti?"- biascicai.
-"Che bella coppia.."- aggrottai la fronte, respirai affondo e mi sistemai per bene sul bracciolo del divano.
-"Chi parla?"- silenzio per qualche minuto.
-"Pronto??"-
-"A quanto pare hai dimenticato la mia voce.. piccola"- ridacchiò quest'uomo, sbarrai gli occhi e mi coprí la bocca con la mano.
-"Robert."- sibilai, la telefonata era finita staccai il cellulare sull'orecchio dinanzi a me apparve soltanto lo il display. Rimasi paralizzata, quella voce - oscura e profonda, temeraria e cupa - m'aveva provocato i brividi sulle braccia e una forte scossa che mi percosse tutta la schiena.
-"Mmh.. che succede?"- annaspò Derek, mentre si strofinava gli occhi.
-"Robert.. mi ha t-telefonata"- ingoiai la saliva che avevo accumulato, la gola m'era diventata improvvisamente secca.
-"Che??"- scattò in piedi, fissandomi negli occhi e massaggiandomi la spalla.
-"Hai sentito bene.."- sospirai.
-"D'accordo, questa situazione comincia a stancarmi sul serio"- s'alzò dal sofà e chiuse il bottone del suo pantalone, recuperò il suo cellulare e fece una telefonata mentre camminava a destra e a sinistra per casa.
-"Si, Nate sono Derek. Derek McCarthy"- poi il silenzio.
-"Ho bisogno del tuo aiuto devo risolvere una questione.."- assunse in espressione dura quasi compressa, probabilmente gli costava fare quella telefonata.
-"Va bene Nate, va bene quanto ti devo?"- prese carta e penna e segnò un numero a me sconosciuto. Salutò colui al telefono poi lo ripose nella sua tasca.
-"Problema risolto"- concluse, aggrottai la fronte confusa e stizzita.
-"Che vuol dire? Chi era quella persona a telefono?"-
-"Nina, non farti troppi problemi va bene? Ci penso io"- così dicendo raggiunse il bagno al piano di sotto dove si sciacquò il viso.
-"Eh no Derek, basta bugie o sotterfugi.."- lo costrinsi a voltarsi, dopo avergli afferrato saldamente il braccio. Si adagiò al bordo del lavandino aveva uno sguardo vago ma anche preoccupato.
-"Se vogliamo stare insieme.. niente più segreti siamo intesi?"- improvvisamente si irrigidì sul posto, racchiuse la mano destra in un pugno stretto mi fissò a lungo prima di rispondermi.
-"Nate è un genio dei computer, l'ho conosciuto quando facevo parte di quel gruppo"-
-"Quale gruppo?"- storsi il naso.
-"Quello di gente poco raccomandabile"- sospirò.
-"Stai scherzando spero?"- risi nervosamente, lui si asciugò il viso con l'asciugamano appeso accanto al lavabo.
-"No non scherzo, è l'unica soluzione"-
-"Non voglio avere niente a che fare con gente del genere"- sputai acidamente.
-"Dobbiamo, se vogliamo risolvere questa situazione: Nate ci aiuterà a capire se questa persona che ti chiama da mesi è Robert oppure no, lui può scoprire tutto.. a quel punto vedremo il da farsi"- stava per uscire dalla stanza, con una leggera presa afferrai il lembo della usa t-shirt.
-"Derek"- lui si voltò, cominciò a strofinarmi la guancia con il suo palmo.
-"Non voglio finire nei guai, questa storia voglio lasciarmela alle spalle"-
-"E sarà così te lo prometto"- senza un vero e preciso motivo il suo tono di voce riuscì temporaneamene a calmarmi, sospirai esausta ancora del fatto che Robert dopo anni riusciva in un modo o nell'altro ancora a perseguitarmi, voleva vendetta, per ciò che gli avevo fatto.
-"Non avevi un affare importante alla galleria?"- ridacchiai io.
-"Certo, infatti devo scappare.. ah e ho già parlato con mio padre passo a prenderti alle sei va bene?"- strillò dalla cucina, io lo raggiunsi, si stava versando un bicchiere alto di succo d'arancia.
-"Ma io finisco alle sette"- controbattei.
-"Esatto, questo fa parte della tua sorpesa"- mi strizzò un occhiolino divertito, roteai al cielo gli occhi e bevvi del succo dal suo bicchiere.
-"Non puoi decidere tutto quanto, ho parecchio lavoro da fare in ufficio"- brontolai, infondo l'idea di uscire prima dal lavoro mi entusiasmava molto.
-"Mio padre ha detto che ci pensa lui, tu sta tranquilla d'accordo?"- prima di infilarsi una maglietta pulita mi baciò sulla bocca, un tocco leggero e rapido che però ugalmente lasciò in me in un senso di calore diffuso ovunque sul corpo.
-"Se lo dici tu.."- sospirai.
-"Ah e porta un costume e un cambio, non passeremo a casa dopo il lavoro"-
-"Costume? Che?"- non feci in tempo a raggiungerlo, era già in procinto di uscire dalla porta di casa con in mano una cartellina i capelli più corti del solito l'acqua di colonia più dolce e forte che avevo mai sentito e un sorriso tanto sfrontato quanto sereno.
-"Più tardi avrai le tue risposte"- mi mandò un bacio volante, quando sparì risi a fior di labbra mi massaggiai le tempie e tornai in cucina per la colazione.
Quando fui in procinto di afferrare la fetta di pane tostato ebbi un forte languore, aprì il frigo e tirai fuori una teglia di pasta che avevo conservato del giorno prima. Non era da me un gesto del genere, ne mi sembrava del tutto normale aver voglia di pasta al mattino presto: ignorai quei pensieri, convincendomi del fatto che fosse tutto normale misi su una padella per poi versarci dentro gli spaghetti con le polpette al pomodoro. Quando versai il tutto in un piatto fondo e addentai il primo boccone, ebbi un forte senso di conato corsi il bagno e immeditamente rovesciai tutto nel water, l'incredibile voglia di spaghetti si era trasformata in un fortissimo disgusto, ripensai al test di gravidanzia a tutti quei segnali che stavo ricevendo, era uscito negativo eppure continuavo ad avere voglie strane, olfatto iper sensibile e continue vertigini, inoltre il ciclo mestruale andava e veniva. Decisi di dover prendere appuntamento da una ginecologa, probabilmente lo stress di quel periodo, il pensiero di Robert m'avevano destabilizzata. Evitai a quel punto la colazione, lavai i denti e cercai di sistemare un' po il mio cadaverico incarnato, prima però mi assicurai che lo stomaco non facesse di nuovo i capricci.

Mi vestì di tutto punto, Derek mi aveva detto che dopo non saremo passati in villetta così cercai di scegliere qualcosa di carino ma al contempo rigoroso per il ruolo che svolgevo ormai in ufficio. Scelsi un abitino giallo chiaro con una stampa fiorata in chiffon morbido al ginocchio con uno scollo a barca non troppo ampio sotto ci abbinai un paio di comode ballerine. Will, il mio autista era già fuori il cancelletto in posizione eretta con le mani dietro la schiena e un paio di occhiali scuri. Chiusi per bene a chiave la porta e trotterellai lungo la stradina ciottolata della villetta per giungere all'auto scura.
-"Buongiorno signorina"-
-"Giorno' Will, come te la passi?"- gli sorrisi, per poi sedermi sui comodi sedili di pelle, lui prese il posto del conducente.
-"Bene, lei come si sente?"-
-"Sto bene, perchè questa domanda?"-
-"L'ultima volta è stata poco bene si ricorda?"- Will si riferiva a qualche giorno precedente a quando ebbi nuovamente un mancamento mentre andavo a comprare un caffè in cartone durante la pausa pranzo.
-"Non.. mmh"- mi schiarì la gola, ero imbarazzata.
-"Will non dire a nessuno del mio stato di salute d'accordo? Preferirei farlo io"- sorrisi lui in maniera forse poco convincente, tant'è che gli mi fissò probabilmente troppo a lungo dallo specchietto retrovisore centrale.
-"Se preferisce"- concluse, sospirai spostando lo sguardo fuori dal finestrino.

***

La mezza giornata in ufficio fu faticosa, c'era da organizzare la nuova collezione scegliere i pezzi per l'haute couture - l'immente sfilata che si sarebbe tenuta a Parigi nel prossimo mese - e gli articoli pret-a-porter. Ero in pausa di mezzogiorno quando rientrai in ufficio e un grosso mazzo di garofani gialli e bianchi posava sulla mia scrivania. Sorrisi dopo essere arrossita e sollevai al cielo gli occhi dopo aver afferrato e letto il biglietto:

"Questo fiore sarà ormai il simbolo del nostro amore. Vengo a prenderti fra poco, un bacio Derek"

Ero diventata rossa come un peperone, mai mi sarei aspettata di provare tali sensazioni, avevo consciuto quello che reputavo fosse amore in un età precoce sedici anni non erano moltissimi e io dell'amore avevo visto soltanto quel lato oscuro, quello che non si può definire tale, un ossessione più che un amore. Robert aveva seminato in me tanto odio, risentimento e confusione avevo smarrito me stessa, avevo miscellato bene e il male neanche più ne conoscevo la distinzione. Con Derek ero riuscita a provare quella forte sensazione di calore nel petto quell'aura si di adrenalina ma anche di spensierata dolcezza e protezione, nel suo piccolo e improbabile modo quel ragazzo mi aveva salvata dal mio stesso destino: la solitudine.
-"Si? Avanti"- alzai il tono, per far si che la persona al di là della porta in legno scuro avesse sentito.
-"Ehilà amica mia"- sorrise maliziosamente Megan, quando il suo viso ben truccato e liscio spuntò dalla porta ormai semi aperta.
-"Megan, che ci fai qui??"- entusiasta della sua visita corsi ad abbracciarla, lei ricambiò.
-"Eh no così non va bene, voglio sapere ogni cosa sediamoci"- aveva con se due caffè americani in cartone, roteai gli occhi al cielo divertita ero però grata della migliore amica che era.
-"D'accordo va bene sediamoci.."- trascinai le parole con divertimenti e un leggero imbarazzo. Io sedetti dietro la mia scrivania dalla superficie vetrata e un po' incasinata la mia amica prese posizione alla poltroncina di fronte di pelle.
-"Ti ho portato un caffè, forza: voglio sapere cos'è successo fra te e Derek"- bevvi un sorso del mio caffè, un sorso bello lungo un po' forse ancora non riuscivo a materializzare di aver finalmente chiarito le cose con Derek.
-"Stiamo insieme, gli ho detto che lo amo"- sorrisi leggermente imbarazzata percependo le gote un poco arrossate. Era Megan, lo so, ma parlare di Derek mi faceva quell'effetto.
-"Oh mio Dio era ora, ancora non ci credo!!"- si era sollevata dalla sua poltrona per potermi picchiettare la spalla e poi tornare al suo posto.
-"Già nemmeno io"- spostai lo sguardo sui garofani gialli che avevo fatto sistemare in un vaso accanto alla finestra.
-"Non ti vedo molto entusiasta però.."-
-"Lo sono, credimi sono felice di aver chiarito le cose con lui ma.. Megan stamattina Robert mi ha telefonata"- la mia amica sbarrò completamente gli occhi ponendosi una mano davanti alla bocca per l'estremo stupore.
-"Stai scherzando? Come diavolo ha avuto il tuo numero? Nina tu l'avevi cambiato"-
-"È quello che io e Derek stiamo cercando di capire.. è da troppo tempo che va avanti questa storia: messaggi anonimi, telefonate insolite e adesso si è messo a nudo.. cosa significherà?"- la voce mi tremava, sperai che il caffè mi aiutasse a consolarmi.
-"Che sta cercando di rintracciarti Nina, devi stare molto attenta hai capito? Lo sai di che pasta è fatta quell'uomo in più sarà furioso con te per avergli sparato.."- non risposi, calai in un blocco di silenzio.
-"Ma come ti è venuto in mente dico io? Potevi farti ammazzare"- mormorò Meg, per farsi che nessun altro potesse sentire la nostra conversazione.
-"Ho dovuto. Di li non ne sarei uscita viva Megan, la sua pistola era lì.. era la mia unica chance per potermi salvare la vita"-
-"Che cosa hai fatto dopo?"- la mia amica aveva uno sguardo addolorato quanto il mio.
-"Sono scappata, lui era in una pozza di sangue ho chiamato la polizia ho dato loro l'indirizzo e sono fuggita.. non avevo altra scelta. Pioveva a dirotto ero fradicia da capo a piede mi ricordo che mi aveva picchiato così forte quasi da farmi perdere un occhio.."- quel tumulto di ricordi mi  bloccarono ogni tipo di emozione alla bocca dello stomaco, provai soltanto un enorme senso di vuoto.
-"La mia vita è stata orribile Megan, da quando mio padre è andato via mia madre ha cominciato a bere a drogarsi ero sola.. Robert mi aveva accolta ma io ci sono cascata come una pera cotta. Ho vissuto l'inferno e tu lo sai bene, per questo ho paura di Derek"- Megan mi afferró entrambe le mani le strofinò fra lei sue poi mi guardò con fare materno.
-"Perché dici così? Derek è diverso lo sai anche tu, non ti toccherebbe neanche con un dito lui è innamorato di te"-
-"Si ma.. ha un trascorso come il mio capisci? Adesso per sistemare questa faccenda chiederà aiuto ad un suo vecchio amico, uno del "giro" ha detto così"- sospirai.
-"Del giro?"- ripetè la mia amica in maniera sospetta.
-"Si, il giro di persone che frequentava prima di conoscere me le stesse persone che hanno provocato l'incendio a casa sua"-
-"Anche Jason credo mi abbia parlato di questo giro"-  aggrottò la fronte Meg immergendosi nei suoi pensieri.
-"Che vuoi dire?"- silenzio per qualche secondo, probabilmente la mia amica stava cercando di ricordare qualcosa che potesse fornirci delle risposte.
-"Nulla, adesso devo andare tu però cerca di stare al sicuro d'accordo?"- mi baciò velocemente la fronte e lasciò il mio ufficio in una frazione di secondi velocissimi.

***

-"Der ne ho abbastanza, potresti togliermi queste fastidiose bende dagli occhi?"- ero in un misto fra risate e irrequietezza al contrario del moro che non la smetteva di sbellicarsi dal ridere. Per via della suola sottile delle mie ballerine potei percepire alcuni fili d'erba solleticarmi il dorso del piede, pensai fossimo in un prato o in un giardino. Un profumo arioso e di ciclamini mi incuriosì ulteriormente non voleva una sola mosca, soltanto udibile fu il fruscio degli alberi che si muovevano al leggero vento abbastanza caldo d'estate.
-"Ancora un po' di pazienza d'accordo?"- annui, mi tenevo salda al suo braccio e intrecciai le dita con le sue per recuperare ancora più forza nel momento in cui ipoteticamente sarei inciampata in qualsiasi cosa.
-"Allora?? Quanto manca ancora?"- piagnucolai. Un secondo dopo ci fermammo e le bende scure che avevo dinanzi agli occhi vennero via. Strabuzzai le palpebre per sperare che tutto fosse vero e non parte di un sogno: eravamo nell'immenso e quieta Villa di John McCarthy a bordo piscina era stato sistemato un tavolo ovale ben apparecchiato con rosa sparse sulla tovaglia e petali che morbidamente adagiavano sull'acqua della piscina azzurra. Calici di vetro e posate d'argento, luci da decorazioni appese agli alberi che quasi sembravano lucciole, una quantità di cuscini morbidi erano sistemati a bordo piscina assieme a due accappatoi ben piegati. Era calata la sera, grazie allo scuro cielo le luci piccole e calde riuscivano perfettamente a rendere soave tutta la scena, quel meraviglioso quadro che Derek aveva dipinto. McCarthy aveva tirato fuori tutto il suo romanticismo tenuto nascosto ma probabilmente frenato anche dal mio orgoglio e dalla mia testardaggine ma al momento deciso di non pensarci. Ero rimasta senza fiato un cumulo di emozioni indescrivibili mi travolsero come un onda gigantesca, mi voltai verso il sottoscritto e non riuscì a fare a meno che saltargli al collo baciandogli la bocca con trasporto e passione.
-"Mmh.. aspetta, il dessert è per dopo"- mugolò sotto il mio lungo e appassionato bacio, io ridacchiai un po' imbarazzata ma fu difficile distogliere l'attenzione sul palmo della sua mano che si era posata all'altezza della bassa zona lombare, le dita ruvide mi avevano appena sfiorato l'elastico delle leggere e merlettate mutandine celesti.
-"Okay aspetterò promesso"- ridemmo insieme. Mi soffermai sui suoi occhi scuri, mi teneva ancora stretta a se.
-"Grazie.. per tutto questo è magnifico sul serio"- sussurrai, lui mi scostò una ciocca di capelli per far sì che non mi finisse davanti agli occhi.
-"Non ringraziarmi, essermi innamorato di te mi ha cambiato la vita"- con occhi languidi e un enorme passione che scoppiettava del cuore gli baciai nuovamente la bocca avvinghiandomi a lui come se fosse l'ultima.
-"Ti amo anch'io.. la stessa cosa vale per me"- ci guardammo intensamente per qualche secondo, poi il suo stomaco irruppe così violentemente da farci scoppiare a ridere come due bambini.
-"Okay McCarthy messaggio ricevuto: stai morendo di fame"-
-"Già si è vero, oggi non ho fatto merenda per poter organizzare tutto questo"- dopo una leggera pacca sulla mia natica destra, ci avviammo lungo la piattaforma dove si trovava la piscina e la mia sorpresa.
-"Hai portato vero un costume?"-
-"Cavolo no.. me ne sono dimenticata"- piagnucolai dopo aver preso posto a tavola.
-"Meglio ancora"- mugolò fra se è se.
-"Come?"-
-"Niente, dicevo.. pensiamo alla cena adesso"- sapevo bene cosa avesse detto a denti stretti ciò mi fece sorridere sotto i baffi, d'altro canto probabilmente anch'io fui un po' contenta di averlo scordato, ero curiosa di cosa si sarebbe inventato Derek amavo la sua creatività.
A servici ci fu Francois il governante che si occupava della villa McCarthy, alle prime tre portate ci furono antipasti di mare e pesce crudo, il primo invece fu un piatto tipicamente italiano riso e zafferano mi piacque molto a dir la verità. Arrivati al dolce avevamo le pance piene, io e Derek avevamo parlato di tutto mai prima di allora c'eravamo scoperti in quel modo di tanto in tanto mi baciava il dorso della mano io mi sporgevo per baciargli le labbra, poi arrivò in un momento tutto nostro, quella parte della serata che un po' temevo ma allo stesso tempo mi eccitava più che mai.
Attesi qualche secondo che Derek si cambiasse, tornò con indosso un solo accappatoio bianco: quella sera potei ammirarlo in tutta la sua singolare bellezza: era passato a tagliarsi i capelli aveva rasato la barba alla perfezione e quando si privò del bianco tessuto l'addome scolpito e le cosce muscolose delinearono ancor di più la sua figura. Si posizionò a bordo piscina in procinto di tuffarsi in acqua una perfetta performance e poi nuotò fino al bordo opposto arrivando in superficie e strofinandosi gli occhi con una mano.
-"Non ti tuffi?"-
-"Non ho portato il costume ricordi?"- feci spallucce io.
-"Non mi scandalizzo mica zucchero, il tuo corpo lo conosco"- il suo occhiolino misto al divertimento e alla malizia mi fece arrossire, nuotando arrivò al bordo dove ero seduta con solo i polpacci immersi si sollevò tenendosi saldo sui palmi delle mani per potersi issare e baciarmi velocemente le labbra.
-"E se mi vedesse qualcuno?"- bisbigliai sorridendo.
-"Qui non c'è nessuno Francois sarà a letto a quest'ora.. fidati di me"- mormorò a sua volta. Guardai ancora una volta a destra e a sinistra poi dal lembo del in chiffon giallo tirai il vestito verso l'alto facendolo scivolare prima dalle maniche e poi dalla testa. Per fortuna indossavo biancheria intima abbastanza decente, un reggiseno e slip celesti coordinati amavo quel colore pastello si sposava bene con la mia carnagione chiara.
Una volta piegato il vestito su un lettino da spiaggia che era stato rimasto aperto mi immersi completamente in piscina beandomi del fresco tepore della temperatura dell'acqua. Avevo però scordato di legare i capelli, poco mi importò dal momento in cui fui subito impegnata a concentrarmi su Derek che si nuovamente si stava avvicinando al mio corpo tremante e sospeso. Mi aspettavo che mi travolgesse con un bacio appassionato invece si limitò a fissare il mio viso, il corpo era premuto all'angolo della piscina le mie cosce sfioravano le sue senza rendermene conto avevo avvolto le braccia attorno al suo addome per poterlo attirare di più a me. I suoi occhi color carbone vagarono prima su i miei alti zigomi sulla mascella che marcò delineandola con l'indice, passo alla fronte e ai capelli che scostò con delicatezza dietro il mio orecchio. Mai nessuno con me aveva utilizzato tale dolcezza, neanche sapevo esistesse una sensazione così piacevole e pure, di Derek amavo il suo riuscire a stupirmi sempre da lui non sapevi mai cosa aspettarti davvero. Il cuore prese a battere più velocemente del dovuto, avevamo fatto sesso molte volte nell'arco di quell'anno da quando ci eravamo conosciuti: in quel momento però qualcosa sembrò essere diverso, io l'amavo e lui amava me c'è lo eravamo detti. Al dito portavo ancora il suo anello quello che durante il tour alla ruota panoramica lui mi aveva regalato, notai che non ne aveva comprato un altro.
-"Okay ehm.. voglio che stavolta sia diverso"- sibilò fra un affanno e l'altro. Avvinghiai involontariamente le cosce attorno al suo bacino potei percepire il suo membro ormai ingrossato e premere contro l'interno del mio inguine. Anch'io cominciai la mia lenta e soave danza iniziai col puntargli sinceramente gli occhi, a delineargli con le dita la mascella a stuzzicare i suoi capelli corti e infine a trattenere una risata fra i denti.
-"Tu mi ami?"-
-"Si, non ho mai smesso.. soltanto che tu eri molto orgogliosa ho cercato di dimenticarti di cercare altrove e.."- lo zittii, premendogli la bocca sulla sua.
-"Questo basta, sono tua Der"- premetti la fronte contro la sua, per qualche secondo trattenni il groppo che mi si era formato in gola non volevo piangere ne volevo distruggere quel momento di totale amore e dolcezza. Ero stata ingiusta mei suoi confronti, m'ero chiusa nel mio dolore nelle mie più profonde paure senza mai saperle affrontare, ero stata un egoista. Non riuscì a resistere: singhiozzai fino a far scorrere lungo le gote alcune corpose lacrime. Fronte contro fronte, il suo profumo mi perforava le narici la sicurezza che riusciva a darmi quella stretta fra le braccia non l'avrei più mai scordata.
-"Ti.. ti ho desiderata tanto Nina, sul serio. Sono un disastro e lo ammetto ma so anche che se mi impegno posso renderti felice"- invece di cessare le lacrime aumentarono.
-"È passato ok? È passato.. adesso siamo qui, guardarmi"- i palmi delle sue mani poggiati su entrambe le mie guance mi portarono con lo sguardo dritto nel suo. Annuii pronta ad ascoltarlo ancora.
-"Voglio fare l'amore con te.. ma stavolta nessuno dei due dovrà scappare"- annuii violentemente, ero d'accordo con quello che mi aveva detto: non sarei dovuta scappare ero faccia a faccia con l'amore quel sentimento che per anni mi aveva sempre fatto paura, quello dal quale stavo scappando.
-"Baciami"- sembrò quasi una supplica la mia, era vero, l'unica cosa che avrei voluto in quel momento era unirmi a Derek stavolta sinceramente e amorevolmente.
Non se lo fece ripetere due volte, con ancora il mio viso fra le mani premette con forza - ma dolcezza allo stesso tempo - le labbra sulle mie, avvolsi disperatamente le braccia attorno al suo collo, con estrema delicatezza e leggero timore percepibile dalle sue dita che tremavano fece scorrere le spalline del reggiseno fino poi a sganciarlo e a lanciarlo altrove. Per la prima volta mi sentii nuda davvero, ero svestita davanti ai suoi occhi al contempo però m'ero sommersa del suo amore, del mio anche che provavo per lui. Gemiti precisi e intesi uscirono dalle mie labbra quando con le mani mi afferrò un seno e lo portò poi alla bocca assaggiando con estrema destrezza il capezzolo ormai turgido. Massaggiò morbidamente i miei seni, per un po' poi passò ai miei slip, li fece scivolare in un batti baleno. Anch'io feci lo stesso con lui. Eravamo nudi l'uno davanti all'altra, coscienti e razionalmente innamorarti.   Senza alcun indugio tornammo a baciarmi ardentemente, il suo membro ormai duro scivolò in una frazione di secondi dentro di me neanche pensai al fatto che non avesse usato alcun contraccettivo, eravamo presi l'uno dall'altra dal fuoco e dall'amore che finalmente ci stava avvolgendo. Le sue spinte lente e intense unite al calore e allo scivolare come olio su tela dell'acqua al coloro mi fecero esplodere di piacere subito dopo. Fare l'amore con Derek non era mai stato così bello come quella sera, quella notte.
-"Stai bene?"- domandò lui, eravamo distesi sull'ammasso di cuscini e piumone sotto un intreccio di alberi che formavano così una specie di tenda sopra di noi. Guardai la larga piscina poi noi in accappatoio avvinghiati, tremai e arrossii al sol pensiero di cosa avevamo fatto qualche minuto prima. 
-"Si, benissimo"- baciai il suo petto lasciato leggermente scoperto dal tessuto spugnoso dell'accappatoio, ci avevo appoggiato su il capo e con il braccio gli cingevo il bacino.
-"Der"- mi sollevai su di un gomito per poterlo osservare meglio in viso.
-"Si?"-
-"Ho paura"- confessai lui.
-"Di che cosa?"- aggrottò la fronte confuso.
-"Di Robert.. per te, non voglio che ti accada nulla di male non me lo perdonerei"- neanch'io mi resi realmente conto di ciò che avevo detto in un quel momento per me ricco di vulnerabilità e fragilità.
-"Nessuno toccherà te con un dito.. ne tanto meno me, posso giurartelo piccola"- mi massaggiò la nuca sollevando di poco di capelli ancora umidi.
-"Ti credo amore"- sorrisi, rimasi sconcertata da quel nomignolo spontaneo, anche Derek storse il naso però divertito.
-"Che? Pensavo fossimo una coppia alternativa "amore" non mi avevi mai chiamato"- ridacchiò con la sua solita ma adorabile faccia da schiaffi.
-"Un po di normalità fa sempre bene"- strizzai lui un occhiolino fiducioso. Mi invitò a poggiarmi nuovamente sul suo petto io feci come richiesto senza fiatare. Probabilmente aveva ragione, con Derek la paura svaniva a partire dai miei demoni notturni che aveva sconfitto al primo colpo.



#ANGOLOAUTRICE

"Liberati delle tue paure, riuscirai ad essere felice amando senza limiti"

Miss Adams ❤️

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