IL CORAGGIO DI RESTARE (In co...

By SarahAdamo

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Nina Steffens è una giovane ragazza di 23 anni che vive a Manhattan assieme a sua madre, dipendente dall'alco... More

#ANGOLOAUTRICE
Cast + Trailer
Prologo
1. Una nuova vita
2. La svolta
3. Coincidenze
4. Un brutto scherzo
5. La speranza
6. Il fato
7. La scommessa
8. Proviamoci
9. Una possibilità
10. Il pericolo
11. Petali e segreti
12. Tentazioni
13. Mente e cuore
14. In trappola
15. Il Banchetto
16. La fragilità del buio
17. Indecisioni
18. Cena a base di cheesecake
19. Conclusioni affrettate
20. Bisogna lavorarci sodo
21. Punto di incontro
22. L'inizio
23. Quei gesti improvvisi
24. Natale con i suoi
25. La sorpresa
26. Il compleanno di Derek
27. Una notte insonne
28. L'influenza
29. Talento nascosto
30. Il bacio
31. Cocci rotti
32. Pagine strappate
33. Dichiarazioni
34. Dessert
35. Parigi
36.Irresistibile
37. Bollenti spiriti
38. Una pioggia di debolezze
39. La ruota panoramaica
40. Decisioni importanti
41. Come neve al sole
42. Monopoli
43. Il profumo
44. Visite inaspettate
45. Amicizia
46. Nasce una stella
47. La città proibita
48. Piccoli passi
49. Dimmi la verità
50. I primi sintomi
51. Non è più lo stesso
52. Mi manchi, e tu?
53. Il passato
54. Non allontanrmi di nuovo
55.London Eye
56. L'orgoglio da parte
57.Come riavvolgere il nastro
58. E se fosse un'occasione?
59. Susan, occhi da cerbiatta
60. Persecuzioni
61. Tutto cambia velocemente
62. Festa d'addio
63. Notizie flash
64. Il riflesso nel dipinto
65. Indizi
66. Ripensamenti
68. Noi due e un Garofano
69. La nuova coppia
70. Riconciliamoci

67. La rielaborazione del cuore

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By SarahAdamo


-"Signorina si sente bene? Vuole che la porti al pronto soccorso?"- il mio autista fu già in procinto di partire mani al volante e cintura attaccata.

Ero su un marciapiede, piegata in due e con le mani poggiate all'addome. Tossicchiai, mandai indietro i capelli e li legai con un elastico che tenevo al polso, chiusi gli occhi e respirai per qualche secondo: mi raddrizzai, lo stomaco non mi faceva male la nausea era improvvisamente passata.
-"No Will sul serio sto.. bene"- rientrai in auto, trascinando lentamente la portiera fino a chiudersi.
-"Ne è sicura? Vuole un po' d'acqua?"- il mio autista mi lesse nel pensiero, appoggiai la testa allo schienale e tentai di respirare il più profondamente possibile.
-"Grazie Will si"- l'uomo scuro mi porse una bottiglia d'acqua sigillata lo ringraziai con un cenno e con leggera titubanza bevvi un sorso lento.
-"Va meglio?"- mi guardò dallo specchietto, io mi pulì le labbra con il dorso della mano e annui.
-"D'accordo, la porto a casa credo sia ora"- non replicai, nonostante improvvisamente mi sentissi di nuovo bene - poco in forma - ma percepivo le energie ricomporsi mano mano.

Quando varcai la soglia di casa, Will insistette nel volermi accompagnare ma stavo bene infondo probabilmente mangiare un gelato a quell'ora aveva fatto contrasto con la cena consumata non troppo tanto tempo prima, tutto nella norma.
-"Will, davvero sto bene puoi andare adesso"- ridacchiai, mi accorsi che era arrossito.
D'un tratto vidi Derek sbucare dal salotto con uno sguardo corrucciato e i capelli leggermente in disordine.
Indossava le stesse cose di qualche ora precedente: pantaloni azzurri del pigiama e canottiera bianca in cotone.
-"Che succede?"- si rivolse a Will, che posto dietro di me era rimasto accanto allo zerbino. Io poggiai la borsa sull'attaccapanni.
-"La signorina è stata poco bene qualche minuti fa"- maledì il mio autista con lo sguardo, non volevo porre l'attenzione su di me Derek era in compagnia della sua ragazza quella sera.
-"No, non e vero cioè si ma sto bene adesso"- Derek poggiò le mani sui fianchi e mi guardò da capo a piede.
-"Tsk.. la solita, allora mi dici cos'hai avuto? Oltretutto non capisco perché tu sia andata via in quel modo"- Will si schiarì la gola, io imbarazzata calai lo sguardo la conversazione stava diventando troppo intima così Will con un cenno ad entrambi lasciò l'appartamento.

Ci recammo in salotto, Susan era sul divano si era addormentata e il dvd era ancora in onda.
-"Non ti preoccupare ok? Ho avuto soltanto un po' di nausea"- roteai al cielo gli occhi.

Mollai i sandali accanto al sofà - ancora mi faceva strano pensare che fossi uscita in tenuta casalinga - il moro mi afferrò per un gomito e mi trascinò in cucina lontano da Susan e dal suo possibile risveglio.
-"Che maniere!"- squittii, massaggiandomi il braccio.
-"Ascolta, stasera c'è qualcosa che non va: insomma, dimmelo non vuoi che Susan resti a dormire non è vero?"- scoppiai in una risata nervosa e imbarazzata, distolsi lo sguardo e mi sedetti sullo sgabello alto.
-"Che? Non dire scemenze, stai esagerando io non ho detto nulla chiaro? Puoi fare quello che vuoi"- scrollai le spalle, con nonchalance.

Quanto sei falsa Nina

-"È perché non possiamo dormire insieme? È questo? Non vuoi avere di nuovo gli incubi?"- stavolta la sua voce si era abbassata anche il suo corpo era più  vicino al mio. 

Non potevo certo dirgli che ero stanca di quella farsa, che probabilmente sarebbe stato meglio lasciare sia Susan che Peter mandarli al diavolo e stare finalmente insieme..

No, Nina, no.

-"Non lo so io..  forse, ma non deve essere un obbligo insomma non dobbiamo dipendere l'uno dall'altra tu hai la tua vita ed io la mia"- mi concentrai sulle pellicine che avevo alle dita,  mi ricordai di dover applicare un po' di smalto per unghie.
-"Non dipendo da te, neanche tu da me ma so quanto significa per te dormire da sola"-
-"Tu sarai nell'altra stanza, dai, non preoccuparti mm?"- tentai di essere convincente con un sorriso ma infondo tremavo come una foglia all'idea di dover dormire da sola sul divano.
-"Vuoi che la mandi vita?"- i suoi occhi scuri penetrarono in ogni angolo nel mio corpo, erano carichi di affetto preoccupazione ma anche di desiderio.
-"No.. sul serio, non sarebbe giusto è la tua ragazza porca miseria"- pronunciai ironicamente.
-"Derek.."- la voce assonata e carica di trasporto di Susan arrivò in cucina. Scesi dallo sgabello e mi sistemai meglio la maglietta intima sulla pancia. Quei pantaloncini avevano davvero una vita molto bassa.
-"Arrivo!"- gridò quest'ultimo.
-"Torno di la"- mi carezzò un braccio, mi sorrise con rammarico ma anche affettuosamente. Mi baciò la tempia ma prima di scomparire al di là del corridoio gli chiesi:
-"Posso.. stare per adesso in camera tua?"-
Pensai che probabilmente se avessero dovuto fare sesso io ero quella che li avrebbe intralciati stando in camera da letto, ma avevano pur sempre il divano. Era un pensiero poco pulito da parte mia, ma istintivamente non mi andava di tornare di la a beccarmi le frecciatine e gli occhi dolci di Susan.
Derek rise divertito, probabilmente pensò al sesso sul divano anziché nel proprio letto che avrebbe fatto con Susan. Ero la sua zanzara nell'orecchio.
-"Si certo che puoi, è anche camera tua ricordi?"- mi lasciò con questa frase, io, leggermente meglio sorrisi fra me e me recandomi in camera da letto con l'intenzione di guardare una serie tv.

***

Il matrimonio di Megan era alle porte, mancava esattamente una settimana al grande evento. Ero fiera della mia amica, Megan è sempre stata per me come una sorella mi aveva sostenuto in tutto e per tutto conosceva i lati più oscuri del mio passato, sapeva ciò che avevo passato con Robert ma non ci trovavamo d'accordo sul fatto che avessi cancellato l'amore, come sentimento, dalla mia vita.
Ci ero riuscita dopotutto, non ero più uscita con un ragazzo per due anni e mezzo non finché quella sera conobbi Derek McCarthy in quel bar a Manhattan. Nonostante tutto ero felice di quello che ero diventata professionalmente, avevo un ottimo lavoro - quello dei miei sogni - avevo ritrovato una seconda amica - Kristie - e anche se mia madre pavoneggiava con il capo del mio reparto avevo cercato di accettarlo. Qualcosa però non era concluso, la mia vita sentimentale aveva bisogno di una svolta dovevo dire la verità a Megan io ero innamorata di Derek e non di Peter - che a proposito tentai di telefonargli tutta la settimana ma soltanto il giovedì precedente riuscimmo ad andare a cena, avrei voluto dirgli tutto che era perfetto ma non per me, che avevo bisogno del mio migliore amico della persona che segretamente amavo e che ahimè non si trattava di lui - avrei fatto la mia mossa, sperai soltanto di non perdere il coraggio strada facendo, come mio solito fare.

-"Allora?? Che ne pensi? Non è fantastico?"- Megan aveva un sorriso da un orecchio all'altro, era raggiante solare piena di entusiasmo e positività.
Eravamo in un grosso Atelier per abito da sposa nell'Upper Est Side ormai si svolgevano lì le nostre compere, quella sera sarei dovuta presenziare nel mio nuovo store per tagliare il fatidico nastro rosso. Ero contenta di dove ero arrivata, co-direttore creativo di Maison Cartier. Durante la prova degli abiti ci avevano offerto dello champagne che stranamente rifiutai per via di quelle nausee che avevo sempre più spesso.
-"Si è favoloso Meg, sul serio"- le sorrisi, carezzandole un braccio e toccando con la dita quello chiffon di seta.
-"Già.. ho le lacrime agli occhi accidenti"-si asciugò gli angoli degli occhi con l'indice e poi mi sorrise ampiamente. Ero felice per la mia amica, ma non ero felice per me.

Volevo anch'io quell'amore a cui tanto la mia amica aveva aspirato.

-"Megan stai piangendo??"- ridacchiai, senza proferire altre parole ci abbracciammo.
-"Si.. piango perché sono felice Nina, non avrei mai creduto di sposarmi così presto"- le carezzai la schiena, poi ci staccammo e ci tenemmo per mano tutto il tempo.
-"Te lo meriti tesoro"- le scostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio lei fece lo stesso con me.
-"Un giorno sarà anche il tuo momento, te lo prometto"- a quella frase, un sapore amarognolo mi comparve sulla punta della lingua, calai lo sguardo.
-"Non saprei "- ridacchiai, imbarazzata.
-"Tu deciditi a scegliere, intanto"- per un istante non capii, lasciai che mi scompigliasse un po' il capo che mi guardò con rimando per poi tornare al suo abito bianco e principesco.

Rientrammo alla villetta posai le chiavi sul tavolino di vetro e mi legai immediatamente i capelli in uno chignon, faceva un caldo tremendo tant'è che anche la biancheria intima sembrava appicciarsi al corpo. Megan aveva deciso di pranzare da me, con lo stomaco sotto sopra recuperi in punta di dita degli slip fucsia che presunsi fossero di Susan e che accidentalmente aveva lasciato a terra al divano.

Sicuramente più sexy della mia lingerie

-"Sono di Susan quelle?"- con una smorfia la mia amica si tolse la borsa a tracolla poggiandola sulla poltrona scura.
-"Già.. rivoltante"- scossi leggermente la testa e vibrai col corpo in segno di disgusto.
-"Dorme spesso qui da voi?"- Nel frattempo avevo slacciato i sandali e indossato delle infradito.
-"Fisso: due volte la settimana. È estenuante Meg"- piagnucolai, cadendo sul divano.
-"Perche è una figa da paura o perché è la ragazza di Derek?"- ridacchiò Megan, col suo solito ghigno malefico e malizioso.
-"Entrambe credo, insomma non sembra essere proprio il suo tipo.."-

Menzogna

Altroché se è il suo tipo.

-"E quale sarebbe il suo tipo secondo te?"-
-"Ma non saprei direi.."-
-"Nessun'altra al di fuori di te giusto?!"- canzonó la mia amica, la fulminai con lo sguardo, poi mi venne in mente la frase che aveva detto poche ore fa mentre misurava il suo abito da sposa.
-"Mi dici cosa intendevi con: Tu deciditi a scegliere?"- mi sporsi verso di lei, accigliando lo sguardo da finta offesa.
-"Niente che.. insomma, devi scegliere prima di sposarti: c'è Peter e poi.."- non la lasciai finire.
-"Peter, fine della storia" esattamente in quel momento riaccesi il telefono, di lui più nessuno traccia il suo ultimo messaggio era risalito a tre giorni fa, mi aveva detto di essere molto impegnato con il lavoro e che prima o poi mi avrebbe portata a cena fuori.
-"Ma insomma perché ti ostini tanto a.."- ancora una volta la mia amica non riuscì a terminare la frase, un conato di vomito mi costrinse a correre immediatamente in bagno e a rovesciare tutto all'interno del WC. Tossicchiai, la gola bruciava ma era passato in un secondo.
-"Nina, ma stai bene?"-  la mia amica era sbalordita, con gli occhi spalancati si alzò al divano io ero già rientrata in salotto con un po' di carta bagnata che premevo sulle labbra.
-"Si sto.. bene"- biascicai.
-"Ti sei presa l'influenza?"-
-"No non credo insomma sto bene, ho soltanto questa nausea tutte le mattine"- scrollai le spalle e posai il peso su un piede incrociando le braccia al petto.
-"Nausee mattutine, Nina da quanto tempo non hai il ciclo?"- mi puntò con uno sguardo colmo di curiosità e shock.
-"Dovrebbe arrivare a breve, siamo alla seconda settimana luglio no?"- la mia amica di colpo si coprì la bocca con la mano e si sporse verso di me con aria preoccupata e allibita.
-"Tesoro, siamo al 27 di luglio"-

Ero diventata una statua di cemento:  le labbra leggermente spalancate e gli occhi fuori dalle orbite, non potevo credere a ciò che stavo sentendo mi sembrai appena essere entrata in un mondo parallelo e sconosciuto.
-"Ok, devo.. devo sedermi"- balbettai, non sapendo cos'altro dire. Mi sedetti e poggiai i gomiti alle ginocchia per poter racchiudere le mia testa fra le mani.
-"Nina si può sapere cosa sta succedendo??"- non risposi.
-"Tu sei incinta!!"- strillò, tappandosi poi la bocca con le mani.
-"Eh no, non dirlo neanche per scherzo!!"- la voce mi tremava, no non poteva essere.
-"Devi fare assolutamente il test"- suggerì la mia amica.
-"No non voglio.. e se poi esce positivo??"- mi rosicchiai le unghia per l'agitazione.
-"Un motivo in più per sapere la verità, su coraggio!"- sospirai pesantemente così sotto braccio uscimmo di nuovo di casa per recarci in una delle farmacie più vicine.

Ero chiusa nella toilette di casa, camminavo avanti e indietro per la piccola stanza osservandomi di tanto in tanto allo specchio poi passarono i minuti giusti e afferrai con ansia la stecchetta.
-"Si, negativo!!"- esultai saltellando su e giù per la casa.
-"Allora?"- Megan teneva sbarrati gli occhi e si presentò alla porta del bagno dopo aver sentito le mie grida.
-"Negativo, lo sapevo"- soddisfatta, gettai la stecchetta nella pattumiera con tutto lo scatolo.
-"Mh, ne sei propria sicura? Secondo me dovresti farne un altro.. quelle nausee mi sembrano piuttosto strane"- la mia amica aveva messo la braccia conserte e si stava avvicinando alla cucina mentre io rilassata stavo già riempendo la pentola con l'acqua.
-"Megan, smettila ok? E' stato un periodo molto stressante, sono il capo designer è logico che io abbia più lavoro da sbrigare"- feci spallucce ma la mia amica ancora non riusciva a convincersene del tutto.
-"Se lo dici tu.."- sospirò, poi però sorrise e mi aiutò a spezzettare i pomodori freschi assieme al basilico.

Nonostante il terribile equivoco di quella mattina passammo un pomeriggio sereno, Megan andò via verso le quattro e mezzo per potersi recare dal pasticcerie da cui avrebbe ordinato la sua torta nuziale, io decisi di mettermi un'po a lavoro e di controllare alcune email mentre sul bracciolo tenevo fisso un bel bicchiere di thè freddo.
-"Ehilà, com'è andato l'incontro con la sposa?"- quasi il thè mi fuoriuscì dalle labbra, Derek era rientrato a casa e con se aveva una busta bianca con del cibo.
-"Bene direi, ma rassegnati non conoscerai neanche un solo dettagli del vestito"- lo raggiunsi frettolosamente in cucina, dove insieme a lui iniziai a scartare la mia porzione cinese.
-"Non sprecare fiato zucchero, piuttosto cosa indosserai tu?"- con un cenno del capo indicò il mio corpo, per un nanosecondo temetti di esplodere sotto al suo profondo sguardo.
-"Non ne ho idea in verità.. ma credo qualcosa di rosso"-
-"Oh.. fa attenzione, potrebbero guardare te anzichè la sposa"- scherzosamente lanciai lui una bacchetta cinese che però con abile maestria schivò per bene.
-"Sta zitto"- ridemmo entrambi.
-"E Susan? Verrà?"- forse volevo a tutti i costi rendermela simpatica, infondo si trattava della ragazza del mio migliore amico.

O la ragazza della persona che ami.

Zittii i miei insistenti pensieri, Derek sembrò ombrarsi per un istante.

-"Credo si , non glielo ancora chiesto"- disse con scioltezza, sbarrai gli occhi incredula del fatto che non ritenesse così importante il matrimonio di suo cugino, tanto più la sua ragazza da dover invitare ad un evento così importante.
Ripensai a Peter, al fatto che fosse scomparso senza lasciare alcuna traccia ero preoccupata ma sapevo anche che fosse un uomo e un medico molto impegnato quindi pensai più ad un lato positivo che negativo.
-"Sei matto, dovresti chiederglielo"- portavo alle labbra un gustoso raviolo al vapore, i miei preferiti, dal cartone di Derek gliene rubai un altro a lui non dispiaceva affatto al contrario preferiva gli involtini primavera.
-"Lo farò, il matrimonio è fra una settimana vero?"-
-"Già, merda non ho ancora un vestito: domani andiamo a fare shopping"- annunciai, decisiva.
-"Neanche per sogno, fare shopping con te è... come portare a spasso un cane in pre dall'eccitazione di fare i suoi bisogni su ogni erbetta che incontra"-
-"Ma dove diavolo le tiri fuori?!"- ridemmo come matti, amavo le serate trascorse a chiacchierare a stuzzicarci e a mangiare il nostro cibo cinese.
-"Mi vengono così"- fece spallucce.
-"Der"- sussurrai, insieme a lui il cuore mi diventava caldo così tanto che ogni volta temevo mi si bruciasse nel petto.
-"Mh?"- aveva la bocca piena di riso alla cantonese, gli occhi bassi e con il bacino poggiato allo sgabello alto della cucina.
-"Grazie"- sibilai.
-"Per cosa?"- corrugò lui la fronte.
-"Per esserci"- poi continuai -"Per tutto insomma.. non ti ho mai ringraziato abbastanza per tutto questo"- indicai casa sua, e tutto ciò che avrei voluto capisse.
-"Non devi ringraziarmi, dovrei essere io in debito con te. Mi hai cambiato, anzi forse mi aiutato solo ad uscire dai miei casini dal mio guscio"- fece spallucce, era imbarazzato anche io però lo ero dopotutto.
-"Non separiamoci mai d'accordo?"- gli occhi mi divennero improvvisamente lucidi, Derek da sempre era stato il mio punto di riferimento l'unico uomo dal quale avrei dovuto stare lontana è lo stesso del quale io mi sia fidata ciecamente.
-"Qualsiasi cosa accada?"- continuò lui, senza preavviso gli afferrai la mano che lui teneva adagiata sul tavolo: la strinsi forse fra la mia e tentai di sorridergli infondendogli sicurezza come lui riusciva a trasmetterne a me.
-"Qualsiasi cosa accada"- ribadì, con un semplice e deciso cenno della testa.

***

Nel mio ufficio regnava un gran silenzio: ero in piedi alla scrivania stavo osservando con scrupolosità le schede tecniche dei campioni che avrei dovuto mandare in fabbrica per la realizzazione della prossima collezione invernale, mi massacrano le pellicine delle unghie e di tanto in tanto spostavo i capelli mossi su un lato della spalla per via della forte afa che percepivo in quel luogo chiuso e dal condizionatore rotto.
-"Avanti"- avevano bussato alla porta ed io distrattamente avevo detto a costui di entrare.
-"Come va con i tessuti?"- la figura alta e robusta di John varcò la soglia, era raggiante e con un sorriso contagioso sul viso.
-"Bene direi, sono ancora un po' indecisa su questi Damaschi, l'abbinata con le piume mi piace molto ma vorrei cambiare questo Crepes De Chine mi sembra che non si sposi bene con tutto il resto"- riflettei, strofinandomi il mento con espressione perplessa.
-"Mi fido di te, qualsiasi cosa sceglierai sarà la migliore"- arrossii.
-"John sei troppo gentile e lo sai, non mi merito tutto questo da parte tua"- ridacchiai, imbarazzata.
-"Non direi sciocchezze, questo e molto altro: le tue idee hanno fatto rialzare la mia azienda sei la persona giusta per questo lavoro"-
-"Ti ringrazio"- risi infine.
-"Allora? Sei già pronta per stasera?"- corrugai le sopracciglia.
-"Steffens, l'innaugurazione dello store nell'Upper Est Side l'hai scordato?"-
-"Oddio si, hai ragione che testa vuota!!"- John ridacchiò a fior di labbra, io lo seguì.
-"Ehm ascolta Kristie ha già trovato un abito per te, make up e capelli saranno da lei per verso le otto passa di li così puoi sistemarti anche tu"- mi schioccò un occhiolino, io ricambiai con un amabile sorriso.
-"Grazie, sei troppo gentile"-
-"Il minimo, oh e tua madre ed io andremo a cena in quel ristorante che ti piace tanto se vuoi pupi venire con noi venerdi"- ci riflettei su qualche secondo, infondo non mi dispiaceva quanto pensavo.
-"Uhm.. d'accordo si, mi fa piacere"- annuii.
-"Solo noi tre, cosa ne pensi?"-
-"E' una bella idea, mi piace"-
-"Ottimo allora, ci vediamo stasera"- mi puntò energicamente il dito contro, divertito e allegro uscì dal mio ufficio io ridacchiai fragorosamente e poi ritornai ai miei adorati campioni di tessuto.

Per tutto il giorno ebbi una forte nausea alternati a qualche capogiro, sapevo cosa stesse succedendo dentro di me ma come di consuetudine il mio cervello rifiutava la verità ponendola in un cassetto e gettando via le chiavi. Dovevo assolutamente fare un altro test di gravidanza, mi sentivo gonfia spesso suscettibile e le nausee non mi davano alcuna tregua: però avevo paura, una paura così immensa che lasciai andare quello stato fisico per potermi concentrare sul lavoro e sugli eventi che dovevano succedere. Quel sabato ci sarebbe stato il matrimonio della mia migliore amica, non potevo di certo rovinarlo scoprendo di essere incinta del mio migliore amico con il quale avevo fatto sesso non una ma più volte? Semplicemente scrollai le spalle e pensai di rimandare quella faccenda a quando tutto si sarebbe attenuato. Io e Derek ci eravamo scritti poco durante il giorno, ma lo avrei rivisto quella sera all'inaugurazione, sperando che non ci venisse con Susan, preferivo passare del tempo da sola con lui che in compagnia anche della sua ragazza. Ero un ipocrita e per di più anche consapevole di ciò che stava succedendo al mio cuore da un bel po di mesi a quella parte, volevo negare il mio sentimento per Derek fino allo sfinimento. L'avevo sempre amato, ma non avevo mai avuto il coraggio di ammetterlo a me stessa.

-"Kris ma è.. un sogno, quest'abito è un vero sogno"- ero sconcertata da quanto fosse luminoso e strabiliante quell'abito rosso luccicante di strass: un grande fiocco poggiava sul fondoschiena uno scollo a v non troppo profondo accentuava il mio piccolo decollètè neanche mi dispiacque la lunghezza che non arrivava al ginocchio, avevo le maniche a tre quarti le parti scoperte del mio corpo si compensavano. Pregai in una serata di pioggia, magari un venticello leggermente fresco così da non dover soffrire ulteriormente le alte temperature.
-"Visto?? E' della collezione Haute Couture di Zuhair Murad, non è fantastico??"- anche Kristie indossava un abito delizioso, era bianco e senza spalline.
-"Accidenti si che lo è, ma come sei riuscita ad averlo? Costerà un occhio della testa"- mi stavo infilando i sandali aperti dello stesso colore del vestito mentre Kristie era intenta a farsi aggiustar e il trucco. Per me era stata scelta una leggera sfumatura grigia e dorata sulla palpebra e un rossetto color carne.
-"Mio padre ha le sue conoscenze, ricordatelo. E poi la stilista qui sei tu, devi avere un abito come si deve"- sorrise ampiamente, io ricambiai.
-"Già.. ancora non ci credo"- non seppi come, ma in un nanosecondo rividi ogni tappa della mia vita che avevo fatto dal momento in cui avevo messo piede a Lower Side: ero riuscita a cambiare la vita, ma ce l'avevo fatta anche grazie a Derek.
Dovevo parlargli, volevo risolvere i nostri conflitti interiori chiarire finalmente quello che ci era stato fra noi, seppure comportasse il confrontarsi con la bellissima bionda e avvocatessa della sua ragazza: lui era il mio migliore amico, la persona che avevo finto di non amare per tutto quel tempo.
-"Nina va tutto bene?"-
-"Mh?"- ero andata alla finestra della camera da letto di Kristie, stavo osservando fuori intensamente.
-"Ho detto sei stai bene.."- cantilenò.
-"Si certo, perchè?"-
-"Non lo so, sei così pensierosa in questo periodo"- fece spallucce, il make up artist aveva terminato così la sorella del mio migliore amico passò ad allacciarsi anch'ella le scarpe.
-"Sarà.."-
-"E' per colpa di mio fratello?"-
-"Kris.. lo sai, lui c'è sempre fra i miei problemi"- sorrisi di sghembo.
-"Io credo solo che state gettando via un sacco di tempo, non ne vedo il motivo"- sospirai, anche le persone attorno a noi erano stufe di quelle situazione i nostri sentimenti erano evidenti a tutti tranne che a me.
-"Ho soltanto paura"- proferì, guardando al di là della finestra.
-"Non dovresti, Derek è cambiato molto ma lo ha fatto soprattutto per te credimi non ne hai motivo di avere paura Nina"- mi massaggiò la spalla, in quel momento avrei voluto abbracciarla ma la rabbia prese il sopravvento.
-"Non dovrei avere paura ma.. forse dovrei arrendermi"- pronunciai, Derek stava uscendo da un taxi con Susan la quale gli afferrò la mano e si recarono così alla porta per bussare il campanello. Temetti di spaccare il vetro della finestra con un solo pugno.
-"Non dire cazzate, non hai neanche iniziato a combattere"- la giovane mi schioccò un occhiolino mi fece sorridere ma quando il campanello bussò quelle pieghe sul viso svanirono.
-"Vado ad aprire"- rimasi sola nella camera da letto di Kristie, con un abito favoloso la testa in subbuglio e il cuore nella tormenta.
-"Ciao Susan, oh ma stai benissimo con questo vestito"- udì dall'altra stanza, presi un grosso respiro mi lisciai il vestito sulle cosce mi guardai per l'ennesima volta allo specchio poi ero pronta per poter affrontare Susan, e Derek avevo deciso di confessargli ogni cosa.
-"Ehm.. ciao"- irruppi nel salotto, i due ospiti stavano bevendo un bicchiere di vino che Krisite aveva loro offerto, io declinai invece.
-"Zucchero sei qui, pensavo fossi già andata via"- Derek mi raggiunse immeditamente, Susan rimase concertata da quel nomignolo, lo stesso che in quel momento mi riempì il cuore di gioia.
-"Come l'hai chiamata?"- rise di gusto la sua ragazza, bella raggiante avvolta in un abito di velluto viola.
Der si trovava di spalle, io arrossì ma fremetti anche dalla rabbia.
-"E'.. una cosa nostra, non farci caso"- lo difesi, ancor prima che potesse rispondere. Krisite ridacchiò sotto i baffi ma subito venne ammonita da uno sguardo terrificante che le aveva rivolto Susan.
-"Ok, senti hai tu le chiavi di casa? Credo di aver dimenticato le mie"-
-"Derek dobbiamo parlare"- tirai fuori, improvvisamente venni pervasa da uno stato di forte agitazione sudavo più del previsto e le mani cominciarono a diventare umidicce, un cumolo corposo di ansia di aggrappò al petto.
-"Va tutto bene?"- sibilò lui, cercando di non farsi sentire, mi strofinò il braccio ed il suo contatto mi mandò ancor più nel panico.
-"Si va.. tutto bene, dobbiamo solo parlare ok?"-
-"Si tratta di Robert?"- i suoi occhi scuri divennero colmi di preoccupazione e terrore io ricambiai la sua carezza aggiustandogli il colletto della camicia e strofinandogli il braccio.
-"No, va tutto bene davvero"- sorrisi, o almeno ci provai.
-"D'accordo allora stasera quando torneremo a casa ne parleremo d'accordo?"-
-"Si ahm.. va bene d'accordo"- fremevo dalla voglia di dirgli ogni cosa, tutto mi era prontamente salito alla gola, il discorso lo avevo sulla punta della lingua.
-"Ti porto un bicchiere d'acqua"- il corpo mi si sciolse, nel momento in cui il suo palmo caldo mi si poggiò sulla guancia avvolgendomela completamente. Scomparve dal salotto, io rimasi in piedi con un discorso a mezz'aria che non riuscivo più a trattenere ed emozioni che si accavallavano l'una sull'altra.

L'inaugurazione andò a gonfie vele, come di consueto tagliai il nastro davanti al negozio il quale in vetrina aveva esposti gli accessori della collezione firmata dalla sottoscritta, bevemmo champagne e mangiammo stuzzicherie italiane. Per tutto il tempo non avevo fatto altro che osservare Derek avvinghiato alla sua irritante e perfetta ragazza, poco mi importava di Susan o della loro relazione io dovevo rivelare i miei sentimenti a Derek, nel male o nel bene. Grazie a Kristie e a Megan riuscì a distrarmi quel poco da farmi distogliere lo sguardo da i due fidanzatini che puntulamente non facevano altro che baciarsi o stuzzicarsi, Derek non mi aveva degnata di un solo sguardo troppo impegnato a palpare il sedere della sua compagnia.
-"Per stasera dormo da Susan è un problema per te?"- così mi aveva detto, quando ci eravamo ritrovati fuori per inserirci ognuno nelle proprie auto.
-"No.. va bene"- avevo sibilato io, con la voce tremante e in pre da una rabbia pronta ad esplodere.

Avevi detto che avremo parlato una volta tornati a casa

Ricordò il mio subconscio a Derek, il quale si stava già infilando in un taxi insieme a Susan.
-"Posso restare io con te stanotte se ti fa piacere"- mi aveva detto Kristie, una volta salite a bordo del suv guidato da Timor.
-"Uhm.. se ti va si certo"- non avevo la ben che minima voglia di restare da sola, soprattutto se la mia mente mi avrebbe portato ripetutamente da Derek e Susan e dal loro possibile rapporto sessuale. Scacciai quel pensiero - che mi fece venire la nausea - dalla mente, lo spazzai via ma l'amaro in bocca lo avevo ancora.

Feci ciò che non mi sarei mai aspettata di fare, di punto in bianco recuperai il Samsung dalla tasca e pigiai il suo nome:

Peter

Uno, due, tre squilli poi Kristie mi guardo sottecchi incuriosita io bolsi lo sguardo al finestrino.
-"Nina, ciao"- sbarrai gli occhi.
-"Peter"- esultai, premetti meglio la cornetta all'orecchio, temetti di aver avuto un allucinazione.
-"Si può sapere dove diavolo eri finito?"-
-"Hai ragione, sono stato uno stronzo: sono dovuto correre in New Jearsy da mia madre.. è venuta a mancare pochi giorni fa, scusami se sono sparito in questo modo senza neanche avvisarti"-

Beh, t'ha fregato Steffens

Così come direbbe il mio Derek.

Il mio?

Scossi la testa dopo essermi massaggiata le tempie, ero confusa non sapevo come reagire.

-"Ehm.. io, mi dispiace scusami per le telefonate"- Kristie era lì con le braccia incrociate a godersi tutta la scena con un sorrisetto di rimprovero sul viso.
-"Non devi essere tu a scusarti Nina ma io, adesso sono a New York cosa ne dici se ci vedessimo domani per fare colazione insieme?"- la sua voce però nonostante tutto riuscì a placare quella tormenta che avevo dentro, quel rumore assordante che Derek mi aveva provocato andando via con la sua dolce e amata bionda.
-"Si.. si va bene"- mi ero distratta, slacciai i sandali litigandomi con i ciuffi di capelli che mi pendevano sul viso.
-"Perfetto, passo a prenderti domani alle 10 d'accordo?"-
-"Certo.."- ero ancora scossa da quella telefonata, dopo quasi quattro settimane di totale assenza Peter era di nuovo saltato nella mia vita.

Il mio subconscio però mi rimembrò la foto assieme a Jim che avevo trovato sul mobile dell'ingresso prima di uscire dal suo appartamento. Sospirai, pensai che non fosse il momento di tornare a pensare al mio ex e alla mia vita passata Peter non doveva per forza essere un malintenzionato avrà avuto i suoi trascorsi, così come i miei pensai - mentre osservai fisso un punto davanti a me - mi schiarì la gola quando lui fui in procinto di salutarmi.
-"A domani"- concluse.
-"Buonanotte, a domani"- e attaccammo.

Poggiai la testa al sedile al morbido cuscinetto di pelle, ero un po' sudata con un elastico che tenevo quasi sempre al polso mi legai i capelli e pregai che Timor facesse in fretta avevo un disperato bisogno di liberarmi di quel vestito.
-"Che c'è? Perché adesso mi guardi così?"- roteai gli occhi.
-"Avresti dovuto dirgliene quattro"- borbottò Kristie.
-"Voglio prima ascoltare cos'ha da dire, domani ci vediamo ne parliamo e.. e se è il caso gli tiro un bel pugno in faccia"- feci spallucce Kristie scoppiò in una fragorosa risata, anche Timor ridacchiò per qualche secondo.
-"Tu sei incredibile"- disse fra una risatina e un'altra.
-"Già.. poi toccherà a tuo fratello, puoi giurarci"- le puntai scherzosamente il dito contro, tenni ferma però la testa sul cuscinetto del sedile mi rilassava poter ricevere in viso quel vento fresco in una posizione così comoda.
-"È perché è andato via con Susan?"- rise. Mi ormai d'un tratto, ingoiai il groppo che mi si era formato in gola e ripensai alle nausee, agli odori che talvolta mi disgustavano e al test di gravidanza che avevo fatto.
-"Può darsi"- camuffai, o almeno ci provai, tutto con un sorriso seppure lieve. Kristie ci cascò di fatto ricambiò e tornò alla sua vista dal finestrino.

New York era stranamente buia quella sera

#AngoloAutrice

"Impariamo a riconoscere i nostri sentimenti, che siano così svelati alla persona che amiamo più di tutte, i segreti non servono."

Miss Adams❤️

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