Le note di un ragazzo-Il mond...

By DevisDomi

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Una volta lessi un consiglio su di un libro, ossia quello di portarsi con sé un block notes e appuntarci di t... More

Introduzione
Nota 1
Nota 2
Nota 3
Nota 4
Nota 5
Nota 6
Nota 7
Nota 8
Nota 9
Nota 10
Nota 11
Nota 13
Nota 14
Nota 15
Nota 16
Nota 17
Nota 18
Nota 19
Nota 20
Nota 21
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Nota 36
Nota 37
Nota 38
Ultima Pagina

Nota 12

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By DevisDomi

È difficile credere in sé stessi. È complicato perché ti conosci, sai di non essere costante e allora molte volte ti demoralizzi da solo, senza neanche iniziare. Lo faccio molte volte. Forse ora avrei già scritto un romanzo o avrei realizzato un saggio, vinto concorsi prestigiosi o semplicemente sarei riuscito a passare matematica come esame. Ma questo penso lo sappiano già tutti. Il problema sono tutte le distrazioni a cui siamo esposti ogni giorno. Io, spesso mi ritrovo a scorrere le storie insta durante la video lezione. È quasi un movimento automatico prendere e aprire instagram dopo qualche minuto che ho iniziato a sentire la prof spiegare. Mentre scrivo, abbasso la barra delle notifiche del cellulare. Lo stesso se leggo. Paradossalmente distrarsi comporta un'enorme lavoro da parte del cervello, quindi sposta il 90% del mio potenziale verso le mie dita che scoreranno impulsivamente le storie.
Allora ora ho iniziato a creare sane abitudini, ad esempio mettere il cellulare in modalità non disturbare, togliere la vibrazione e la suoneria e metterlo dietro al PC, così da non poterlo vedere, mentre seguo la video lezione. Lo stesso faccio se devo dedicarmi ai miei progetti in corso.
Ma ora il problema non è più distrarsi. Ora il problema è il grande sforzo che il mio cervello deve sottoporsi per non distrarsi. Non è facile bloccare un comportamento dovuto.
Questo paradosso mi ha fatto ipotizzare una teoria: e se arrivati ad un certo punto, ormai le distrazioni fanno parte di te? Nel senso, se sono diventati comportamenti automatici aprire i social, leggere le notifiche, ecc.. non sarebbe meglio gestire ciò invece di combatterlo? Nelle guerre la via della diplomazia, molte volte è la scelta migliore.
Ma sta volta no. Non te ne accorgi e ti ritrovi a vedere ragazzi che fanno balletti stupidi o a ridere per video di gatti o cani, da più di un'ora.
Allora cosa ho fatto io? Faccio sentire in colpa il mio cervello. Faccio dei calcoli del mio tempo e mi faccio notare quando era preziosa quell'ora persa sui social.
Funzionerà questo metodo?
Devo crederci. Mi sono scocciato nel fallire in ogni progetto. Mi sono scocciato di abbandonare ogni cosa che inizio. Voglio realizzare i miei progetti, non per i soldi o il benessere che mi porterebbero, ma semplicemente per riuscire a dire "ce l'ho fatta". Vorrei provare la soddisfazione che provavo quando mi uscivano gli esercizi di matematica. Ora basta fallire perché interferisco con i miei piani.
Se devo fallire dev'essere a progetto concluso.
Credere in sé stessi è uguale a combattere sé stessi. E allora? Che vinca il migliore.

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