Fred

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Mossi un passo, cercando di evitare tutte le erbe urticanti che avrebbero potuto graffiarmi. Avevo messo dei pantaloni lunghi, in modo tale che potessero coprirmi e tutelarmi, ma un fosso poco più dietro mi aveva colto di sorpresa, fatto cadere e strappato via metà gamba del pantalone.
Ed infatti, in quel momento, diversi graffi avevano marchiato la mia pelle.

-Come va Fred?- mi chiese Luna.
La mia collega, nonché il mio capo e la madre di due dei miei migliori amici, mi si affiancò. Aveva i capelli biondi raccolti in una coda disordinatissima, un paio di occhiali grandi e spessi sugli occhi (diceva che le servissero per vedere la presenza di eventuali spiriti di fuoco) e, come me, era sporca di terra su quasi tutto il corpo e parte del viso.
-Bene! Ho solo un paio di graffi.
-Quando ci accampiamo ti dò un unguento che cura ogni tipo di taglio e previene le infezioni.- mi disse.
Le sorrisi.

Era bello lavorare con lei, non ci si annoiava mai.

-Grazie!
-Hai trovato qualcosa?- mi chiese.
-Solo un paio di uova di Ashwinder che ancora devono essere fecondate e un Glumbumble molto piccolo.
-Bravo! Fammi vedere.- si sporse verso di me.
Le mostrai cosa avevo trovato. Rimase molto colpita dal Glumbumble.
-È più piccolo del normale..- disse accarezzandolo con le dita.
-Si, era impigliato in una rete Babbana. Deve essere rimasto lì per un bel po' di tempo, tanto da crescere meno.- mormorai.
Lei annuì.
-Portiamolo con noi in laboratorio. Rodger riuscirà ad aiutarlo!
Annuii.
-Continuiamo?- chiesi riponendo l'insettino nella borsa.
-Si, più avanti dovrebbe esserci uno spiazzo buono per accamparci.

E così continuammo.
Fu dopo un paio di chilometri, dove attraversammo tanta vegetazione ed una piccola zona paludosa e molto puzzolente, che vidi qualcosa di strano su di un albero.
Era attaccato alla corteccia, grande quanto una mano, tutto verde e ricoperto di uno strano liquido appiccicoso.

Non sapevo cosa fosse, non avevo mai visto nulla di simile.

Avvicinando la mano per prenderlo, feci attenzione a non spaventarlo ne a fargli male. Aveva una zampa spezzata e vedevo che soffrisse molto, anche perché tremava per la fatica di rimanere attaccato con solo la forza delle zampe piccole anteriori.
Si fece prendere e lo mostrai a Luna.

-Non so cosa sia.
-Non sembra velenoso però!- constatai.
-E nemmeno aggressivo. Povero..- disse guardandolo meglio -Sono stati sicuramente dei briganti a ridurlo così. Vedi!- indicò la ferita dell'animale -È molto netto come taglio, lo hanno fatto di proposito.
-Giá!- concordai -Ma chissà per quale motivo. Magari è prezioso per qualcosa.- ipotizzai.
Lei fu d'accordo con me.

Lo inserii nella mia borsa assieme a tutti gli altri ritrovamenti di quella giornata e proseguimmo.
Raggiunta la pianura di cui parlava Luna, ci accampammo.
-Tieni!- mi disse una volta dentro la tenda, porgendomi una boccetta viola scuro.
-Grazie, quanto ne devo mettere?
-Un paio di gocce basteranno.- mi disse sorridendomi, poi si allontanò per arrampicarsi sul suo letto e riposare un po'.

Avevamo camminato per tutto il giorno e tutta la notte precedente, ed anche io mi sentivo distrutto.

Aprii la boccetta e versai un po' di soluzione sul polpaccio.
Non bruciò ma non sentii nemmeno alcun sollievo.

Luna poteva essere un po' svampita alle volte ma solitamente sulle pozioni aveva ragione.
Così ne versai un altro po' e le diedi fiducia.

Posai la pozione sul tavolino accanto a me e mi diressi verso l'altro letto presente nella tenda. Mi sdraiai e mi rilassai.

Il giorno dopo saremmo tornati in laboratorio, a Londra, dopo un ultimo giro di perlustrazione della foresta e se la pelle non fosse guarita sarei passato a Diagon Alley per comprare un unguento più efficace.

ConfundusWhere stories live. Discover now