Capitolo 14

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La sera della fuga, tutto filò incredibilmente liscio. Si ritrovarono nel punto concordato, pieni della tensione di chi sa che la propria vita è a rischio e tutte le prime fasi andarono esattamente come sperato. Almeno fino a un certo punto.

Daichi era riuscito a manipolare il terzo vigilante come una marionetta con abilità impressionante, tanto che Hinata cominciò a capire perché tenessero il suo ex capitano sotto controllo. Arrivò puntuale anche il messaggio di Suga, che era riuscito a trovare il codice per sbloccare il passaggio. Corsero dall'altra parte, Hinata con la mano salda stretta intorno a quella di Natsu, che aveva dimostrato un coraggio inaspettato nonostante l'età e come da previsione trovarono il vecchio Ukai ad attenderli con un gruppetto di altre tre-quattro persone ad accoglierli. Adesso sarebbe stato solo questione di minuti prima che il ragazzo dai capelli argentati li raggiungesse per fuggire con loro. Ma non avvenne.

Attesero diversi minuti, guardandosi l'un l'altro nervosamente, finché il vecchio Ukai disse loro che non avrebbero potuto aspettare oltre.

"Senza Suga non mi muovo." disse Daichi con voce perentoria, mentre Hinata fissava il gate con disperazione, sperando di vedere il suo senpai emergere da un momento all'altro, col suo solito sorriso caloroso e rassicurante in volto.

"Ragazzo, purtroppo non possiamo rischiare di mandare tutto a monte per una sola persona, cerca di ragionare..." tentò di convincerlo l'anziano allenatore.

Daichi mosse alcuni passi verso il passaggio, ma Shimada e un altro uomo lo bloccarono.

"Mi dispiace, Daichi." disse il tutore di Yamaguchi "Probabilmente correva il rischio di essere scoperto e ha preferito restare indietro e nascondersi. Sono sicuro che Takeda e Ukai ci daranno informazioni su di lui e lo metteranno al sicuro, ma ora dobbiamo andare, non possiamo davvero mettere tutti gli altri a rischio."

Con queste parole Daichi infine si arrese. I suoi sentimenti gli stavano lacerando il petto ma il loro ex capitano era sempre stato un tipo razionale ed era consapevole dei rischi che stavano correndo. Con la morte nel cuore all'idea di lasciare il loro compagno indietro, si allontanarono da quel Distretto maledetto, che era stato la loro casa per tutta la vita, per tuffarsi in quel mondo nuovo e ignoto.


Circa un'ora prima

Quando Suga entrò in punta di piedi nello studio di Miya-san , non poté impedirsi di ripensare alle parole di Ukai.

"Lui si fida di te a tal punto da darti accesso al suo sistema e a tutti i suoi dati personali."

Non aveva mai ponderato la cosa ma in effetti il livello di fiducia che il freddo dottore gli aveva concesso aveva dell'incredibile. Certo Suga non gli aveva mai dato motivo di dubitare della sua bontà e fedeltà ma da qualunque lato lo si guardasse, appariva comunque eccessivo. Scacciò via quel pensiero, dicendosi che non era il momento più adatto per farsi scrupoli morali; del resto erano stati loro i primi ad essere stati ingannati e che sarebbero stati rinchiusi a giorni, senza un motivo valido. Una volta fatto l'accesso trovò l'informazione che cercava scavando giusto un poco nella miriade di cartelle e file colmi di dati riservati e nozioni complesse e mandò tutto rapidamente a Daichi con un messaggio, per poi dirigersi speditamente verso la porta per fuggire; ma proprio in quell'istante, con suo sommo orrore, vide la maniglia muoversi prima che lui potesse anche solo sfiorarla e indietreggiò terrorizzato. Vide comparire sulla soglia proprio Miya Osamu.

Contrariamente alle sue aspettative, il giovane dottore non sembrò particolarmente scosso o sorpreso di vederlo lì e mantenne una facciata neutra che a Suga dette i brividi.

"Quindi è così, sapevo che avevano pianificato qualcosa." chiuse piano la porta dietro di sé.  "Non so come abbiate fatto a sapere i nostri piani, se ci sia stata una soffiata e da chi, ma avevo previsto che ci sarebbe stata una contromossa e non mi sono mai allontanato troppo dai miei uffici. Immagino che i tuoi compagni staranno già fuggendo, se dessi l'allarme ora sicuramente verrebbero intercettati e riportati indietro." Suga era incapace di emettere alcun suono, la gola e la bocca inaridite, ma poi Miya portò le mani dietro la schiena e dette una girata di chiave, serrando la porta.

Gene XWhere stories live. Discover now