Capitolo 13

100 6 3
                                    


Di solito era sempre tutto fosco ed incerto, come se gli eventi si svolgessero nella bruma di un'alba invernale, oppure avveniva tutto in maniera caotica e velocizzata, i frame sparpagliati e accavallati come su un televisore malfunzionante. Erano sempre stati così, i sogni di Yamaguchi, tanti frammenti disgiunti che riusciva ricomporre solo dopo che l'avvenimento si era verificato, con suo grande scorno e rammarico.

Non quella volta però.

Dopo tanti anni, dopo essersi rassegnato all'idea che il suo potere fosse inutile, dopo che persino i medici che lo monitoravano costantemente gli avevano fatto intendere che le sue visioni non sarebbero mai state di qualche interesse o beneficio, arrivò quella notte.

Da principio fu tutto come al solito, immagini, suoni e voci disorganiche e indistinte, poi qualcosa scattò come una serratura e tutto si allineò, le scene divennero nitide. Vide alcuni uomini bussare alla porta di uno dei loro appartamenti e vide Hinata preso in custodia e portato via insieme alla sorella. Vide lo stesso fato accadere ad una sparuta Yachi e anche a se stesso e a Tsukki. Con sua grande sorpresa scorse persino Daichi e Suga, portati via dal Distretto e imprigionati, i volti scossi da paura e stupore. Vide anche le espressioni sconvolte e inorridite dei loro insegnanti Ukai e Takeda, insieme al suo tutore Shimada. Riuscì persino a intravedere la data dei fatti sullo schermo di uno dei loro tablet. Sei giorni. Sei giorni a partire da quella notte. Poco, pochissimo tempo prima che incontrassero quella sorte sinistra. Si svegliò con un sussulto prima di poter vedere cosa sarebbe avvenuto dopo, il viso e il corpo pregni di sudore, il respiro ansante e gli occhi sbarrati. Trovò Tsukki già sveglio accanto a lui, l'espressione un poco turbata.

"Hai iniziato ad agitarti con più violenza del solito, non mi sono neanche potuto avvicinare." provò ad allungare una mano per sfiorarlo ma Yamaguchi la schaffeggiò via in malo modo.

"Non toccarmi!" esclamò secco.

Di fronte a quel gesto Tsukki non poté nascondere la sua faccia sbalordita. Non fece domande, aspettando che l'altro si ricomponesse e fu solo allora che Yamaguchi lo fissò davvero.

"Scusa." proferì avvilito " Questa volta è stato diverso...è stato..." s'interruppe, non sapendo come spiegarsi sul serio, poi proseguì " Devo spiegarti...e dobbiamo parlare con gli altri il più presto possibile!" disse di nuovo in preda alla concitazione. Parlare, dire ciò che aveva visto era imperativo, ma non aveva idea se sarebbe servito o meno a qualcosa.

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Quando finì il suo resoconto, vide i tre visi di fronte a sé impallidire. Hinata, già smunto di suo per via degli ultimi avvenimenti, rimase immobile mentre Yachi iniziò a guardarsi nervosamente intorno come un uccellino in gabbia, come se da un momento all'altro quegli uomini senza volto potessero fare irruzione nella palestra. Tsukishima dal canto suo scrollò le spalle prima di dire con voce bassa ma sferzante:

" Bene, così finisce tutto. Sapevo che non li avremmo distolti dai loro sospetti tanto facilmente e l'eccessiva tranquillità degli ultimi giorni non era certo un buon segno. Non ci resta che aspettare, ormai abbiamo i giorni contati prima di finire murati vivi da qualche parte."

" Ma come hanno fatto a capire...?." mormorò sommessamente Yamaguchi.

" Non credo che abbiano capito alcunché, ma noi siamo le persone con cui quel tiranno egoista aveva rapporti più stretti. Non se la sono bevuta che non sapessimo o non avessimo notato nulla, ci torchieranno finché non sputeremo ciò che sappiamo."

Hinata lo fissò con astio per gli epiteti poco lusinghieri su Kageyama ma Tsukishima non si fece certo intimidire:

"Cosa? Vorresti negare che il Re bastardo se l'è data a gambe senza curarsi di lasciarci nel pantano?"

Gene XTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon