Capitolo 7

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E fu così che iniziò.

Hinata prese l'abitudine di andare a dormire a casa di Kageyama circa due o tre volte a settimana, quel tanto che bastava per non far imbronciare troppo la sua sorellina, che gli rimproverava di darle meno attenzioni. Hinata si scusava in ginocchio, adducendo come scusa che il torneo si stava avvicinando e urgeva allenarsi di più. Che poi questi "allenamenti" si svolgessero nel letto dell'alzatore, questo ovviamente a Natsu non poteva rivelarlo.

Se avesse dovuto descrivere quelle settimane pre-torneo, Hinata avrebbe solo emesso una sfilza di "Gwaaaahhh", incapace di esprimersi in altro modo.

Non potendo stancarsi troppo e rischiare di compromettere le loro prestazioni in campo, erano costretti a centellinare le loro effusioni a letto. Eppure, con grande sorpresa dello stesso Hinata, questo non gli pesava, anzì scoprì quanto potesse essere piacevole prendersi il giusto tempo, scoprirsi e svelarsi poco a poco. Quel corpo, il corpo di Kageyama...Hinata lo conosceva già da prima. Quante volte si erano visti senza vergogna mentre si cambiavano nello spogliatoio o in bagno durante i ritiri. Conosceva grossomodo le fattezze di quel fisico, gli avanbracci robusti, i polpacci sviluppati da ore di corse, salti e allenamenti, la schiena bianca, tonica e larga.

Ma adesso era diverso, adesso poteva esplorarne ogni anfratto, tracciare con le dita lo spazio in mezzo ai pettorali e poi il ventre compatto, fino alle linee dell'inguine. E poi la schiena...Dio, adorava quella schiena, era probabilmente la sua parte preferita di Kageyama, forse perchè fin dall'inizio l'aveva visualizzata nella sua testa, quando correva disperatamente per raggiungerla e afferrarla. Era così liscia e ampia che probabilmente avrebbe potuto dormirci sopra e avrebbe contenuto comodamente tutto il suo corpo raggomitolato. Adesso poteva dire di conoscerla davvero a memoria, ogni piega, ogni neo, quella piccola voglia nella parte più bassa, appena sopra il bacino, che prima non aveva mai notato.

Era tutto così familiare eppure tutto così ignoto allo stesso tempo. Ed era meraviglioso.

Ma ancora più meraviglioso era scoprire gli infiniti modi per darsi piacere a vicenda. Hinata sapeva in maniera approssimativa come si svolgeva il sesso e tutte le relative pratiche, i suoi amici e compagni maschi non mancavano di fare battute in proposito, sovente accompagnate da gesti sconci, tuttavia lo aveva sempre visto come qualcosa di remoto e vago ed era convinto che quando sarebbe toccato a lui non avrebbe avuto idea di come muoversi. Nondimeno con Kageyama venne tutto naturale.

Una sera era sopra di lui e lo stava baciando, a cavalcioni sul suo bacino, poteva già percepirlo indurirsi contro il suo corpo. Quella sera aveva preso le redini perchè malsopportava di trovarselo sempre sopra solo perchè era più grosso. L'altro l'aveva lasciato fare e Hinata aveva iniziato a baciargli il collo, succhiando una piccola porzione di pelle, là dove questa era più sottile e sensibile; il respiro di Kageyama si era fatto subito più denso e pesante, ma sempre controllato. Hinata s'irritò, pensando che quel testone complessato rifiutava di lasciarsi andare persino in quel frangente. Scese quindi con ardore a baciargli i pettorali e i capezzoli, lambendoli con la lingua, udendolo di nuovo respirare forte dalla bocca socchiusa. Scese ancora a baciargli gli addominali compatti, seguendo la linea dell'ombelico, succhiando piano ogni centimento di pelle che la sua bocca incontrava. Poi arrivò all'inguine, si fermò un istante su quel limite sottilissimo, poi gli abbassò deciso i boxer. Kageyama gli bloccò subito la testa con la mano, alzandosi sui gomiti per incontrare il suo sguardo.

"Fermati un attimo, cosa vuoi..." iniziò l'alzatore, ma fu interrotto presto.

"Voglio farlo." rispose Hinata, senza lasciare possibilità di replica

Kageyama allentò la stretta in una carezza, mostrando inconsciamente quale fosse il suo reale desiderio, gli occhi fissi sulle labbra di Hinata. Tentò un'ultima debole obiezione.

Gene XWhere stories live. Discover now