8. La festa di Grifondoro

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La sera della festa era arrivata e la sala comune dei Grifondoro era ormai gremita di persone. Nelle ore precedenti, i ragazzi del quinto anno avevano adornato la stanza a colpi di bacchetta con festoni oro e rosso che richiamavano i colori della loro casa. Avevano inoltre fatto apparire cibo e bevande a sufficienza per sfamare tutta Hogwarts... e se all'inizio sembrava che avessero esagerato, in realtà la sala si popolò in fretta con giovani delle altre casate. Tutte, ovviamente, tranne quella dei Serpeverde.
Tutto andava a gonfie vele: il cibo, la musica, i litri e litri di Burrobirra che scorrevano nei bicchieri e nei corpi dei maghi che si stavano scatenando per tutta la sala.
Nonostante il chiasso generale, tutto sembrò fermarsi per qualche secondo quando la porta della sala comune si aprì di nuovo; una ragazza alta e bionda con un vestito leopardato e degli occhiali da sole molto appariscenti era entrata nella sala. Tutti gli sguardi erano su di lei e questo la rese compiaciuta.
Si tolse gli occhiali, inutili in un luogo chiuso, e li posò nella sua pochette dorata. -Non vi preoccupate - disse con voce altezzosa. -La vostra noia è finita ora che siamo arrivati anche noi.-
Appena finita di pronunciare quella frase, alle sue spalle si fece strada un gruppo di Serpeverde. C'erano sia ragazze che ragazzi, tutti con un'aria arrogante e piena di sé. Abby non poteva credere ai suoi occhi. Per un momento, il silenzio più totale, poi l'ambiente si riempì di mormorii. Gli occhi, sopratutto quelli delle ragazze, erano concentrati sui Serpeverde che erano appena entrati e in particolare sul loro capogruppo: Christian.
Abby, sempre più sconcertata, si rivolse al suo migliore amico. -Non posso credere che si siano presentati qui come se niente fosse.- sussurrò indignata. -Pensano di essere i padroni di Hogwarts.-
Chelsea si fermò accanto a loro. -Beh, tecnicamente abbiamo invitato tutti.-
Abby alzò gli occhi al cielo. -Ma loro non contano nulla.-
Emily si avvicinò a loro con un piatto colmo di patatine e ne mangiò un paio. -Magari escludendo Christian e quella specie di barbie che gli sta sempre appiccicata, gli altri non sono così male.- commentò, mentre Abby li fissava con aria di sfida.
-Forse.- disse Matthew. -Ma non è che io abbia molta voglia di scoprirlo, a dire la verità.-
Afferrò il braccio di Abby per poi dirigersi verso il gruppo di Serpeverde.
-Cosa ci fate voi qui?- sbottò la ragazza appena si ritrovò faccia a faccia con Christian.
-Bisogna pur divertirsi.- osservò lui con tono sarcastico.
La discussione non si prolungò più di così.

La festa si era ormai divisa in gruppi: da un lato i Grifondoro più grandi che chiacchieravano con Matthew, Chelsea e Abby, che nel frattempo si era cambiata ed indossava un vestito bianco. Dal lato opposto c'erano i meno graditi della serata che continuavano a guardare Abby e tutti i suoi amici ridacchiando sotto voce. In un angolino, invece, c'erano Emily e Hailey, la sua compagna di Corvonero. Emily aveva ripetuto più volte agli amici che tra di loro non c'era nulla ma più Abby e Matthew le osservavano e più iniziavano a pensare che tra le due stesse nascendo qualcosa.
Abby si avvicinò al tavolo del buffet per prendere qualcosa da bere.
-Davvero un bel vestito.- disse una voce alle sue spalle. -Non pensavo ti stesse così bene il bianco.-
Abby non ebbe bisogno di girarsi per capire di chi fosse quell'odiosa voce maschile dal tono provocatorio. Aspettò qualche secondo prima di rispondere perché rimase ancora una volta pietrificata dalla bellezza del ragazzo; il fisico asciutto era ancora più evidenziato grazie alla camicia bianca parzialmente sbottonata e i pantaloni scuri e stretti. I capelli ricci neri erano arruffati, con qualche ciuffo che ricadeva sulla fronte.
-Non pensavo che ti avrei preferito con quella vostra orribile tunica verde e nera.- ribatté lei. -Pensi di essere attraente vestito così?-
Christian rise e bevve un sorso di Burrobirra dal suo bicchiere, che poi posò su un tavolo lì accanto. -Si direbbe che tu mi trovi attraente dato che mi hai fissato per un bel po'.-
Abby si maledì mentalmente per quella sua debolezza, ma non si arrese. Era arrabbiata con quel ragazzo e non gliela avrebbe data vinta per nessun motivo. -Cercavo di capire perché le mie compagne impazzissero così tanto per te, e sto iniziando a pensare che tu abbia usato un filtro d'amore.- lo schernì mentre si sistemava il vestito. -Non c'è altra spiegazione.-
Christian sembrò sorpreso dalla sua rapida risposta ma non ruppe più il contatto visivo con lei, decidendo finalmente di sostenere lo sguardo pungente della ragazza. -Non mi serve quella robaccia, al contrario di voi mezzosangue.-
Lo aveva fatto di nuovo, quando non sapeva come difendersi sputava veleno su quelli che riteneva diversi.
-Sono rimasto davvero sorpreso dal fatto che tu ti sia guadagnata un posto in squadra.- Il ragazzo si avvicinò a lei fino a sfiorarle la fronte. -Ti lascerò godere i tuoi secondi di gloria prima del nostro inevitabile scontro.- continuò. -Ma non ti preoccupare, dopo averti annientato mi comporterò come un vero gentiluomo.-
Fu in quel momento, proprio lì, che Abby rinunciò del tutto al suo autocontrollo. -Gentiluomo?- ripeté lei schifata. -Ma fammi il piacere, non sai neanche cosa significa questa parola, perché non chiedi a qualcuno di spiegartela?-
Christian roteò gli occhi, scocciato.
-Mi hai fatto cadere i libri chiamandomi mezzosangue con i tuoi stupidi amichetti Serpeverde, mi hai fatto quasi slogare una caviglia in un duello in cui tu hai giocato sporco e non mi hai chiesto nemmeno scusa... E ora ti presenti qui con quella tua faccia da finto seduttore e pretendi anche che io voglia parlare con te?-
Christian fece un ghigno, il tipo di ghigno che preannuncia un qualcosa di squallido. -Non ti ho mai chiesto di parlare.- disse. -I complimenti sul tuo vestito avevano un altro intento.-
Senza pensarci due volte, Abby gli afferrò il braccio e lo trascinò fuori dalla sala comune, lontano da occhi indiscreti. Christian avrebbe potuto opporsi a quella presa salda ma non fece nulla, quasi come se volesse provocarla.
La ragazza lo spinse contro una parete, furiosa come non era mai stata in vita sua. -Sei veramente un idiota.- esclamò. -Ma come ti permetti di parlarmi in questo modo?-
Christian aggrottò le sopracciglia, sembrava quasi offeso. -Non è colpa mia se non hai senso dell'umorismo... guarda che ti prendo in giro e basta.-
Abby sbuffò. -Ah certo, bella scusa che ti sei trovato.-
Christian alzò gli occhi al cielo. -Dai, ma quanto sei permalosa, Martin.-
Abby lo fissò sgranando gli occhi. -Io sono permalosa?! Mai pensato che forse tu sei uno stronzo?!-
Christian ebbe l'ardire di scoppiare a ridere. Abby stava per tirargli uno schiaffo quando lui parlò di nuovo. -Mai pensato che mi insulti così tanto perché in fondo un po' ti piaccio?-
Abby sentì gli occhi ambrati di Christian bruciare contro i suoi. C'era qualcosa nello sguardo di quel ragazzo che riusciva a incatenarla e questa cosa non le piaceva affatto. Eppure sentiva una strana sensazione dentro di lei, una specie di forza che la spingeva contro Christian... ma fu la sua parte più razionale a prendere il controllo. -Nei tuoi sogni, forse... sei così preso da me che non pensi ad altro.-
Christian inarcò un sopracciglio, piacevolmente sorpreso da quella battuta. -Forse è vero.- ammise. -Forse ti torturo perché non riesco a smettere di pensare a te.-
Abby si ritrovò a indietreggiare istintivamente. Christian non era più contro il muro e stava avanzando verso di lei.
-E forse questa cosa in fondo ti piace.- continuò lui con voce melliflua. -Perché ricevere attenzioni da me è quello che hai sempre desiderato da quando i nostri sguardi si sono incrociati allo Smistamento.-
Abby sentì le sue spalle sbattere contro la parete.
-Ora sono proprio qui davanti a te.- continuò Christian. -Che intenzioni hai?-
Abby deglutì. Voleva rispondergli a tono, voleva sputargli in faccia che mai e poi mai avrebbe cercato le attenzioni da un individuo del genere... ma le parole non riuscivano più ad uscire. Era paralizzata sotto lo sguardo del ragazzo e il suo corpo era schiacciato contro una parete. Come se non bastasse, il ragazzo la circondò appoggiando entrambe le mani sul muro alle sue spalle, intrappolandola tra le sue braccia. I ricci di Christian erano crespi e un po' fuori posto, chissà quante ragazze ci avevano passato le mani in mezzo nell'arco di poche ore dall'inizio della festa. Forse era stata proprio quella Serpeverde che gli stava sempre intorno, Iris, mentre se ne stavano in qualche sudicio angolo a fare cose che Abby non voleva nemmeno immaginare.
Christian serrò la mascella e alzò lo sguardo verso di lei. Solo in quel momento Abby si accorse che gli occhi del ragazzo avevano indugiato sulle sue labbra per tutto quel tempo. Che cosa pretendeva adesso? Che lo baciasse anche?
Christian si bagnò le labbra con la lingua, rivolgendole uno sguardo che non aveva nulla di casto. Il tempo sembrò scorrere più lentamente mentre Abby riusciva a percepire la tensione che si stava creando tra lei e il ragazzo. Erano come due fiammiferi pronti a far scattare la fiamma: un solo gesto e il fuoco sarebbe avvampato in un secondo.
Christian la guardò ancora, poi, senza dire nulla, si avvicinò a lei con foga. Abby evitò le sue labbra e lo scansò con forza, facendogli quasi perdere l'equilibrio. La ragazza voleva dire qualcosa ma tutto quello che uscì dalla sua bocca fu un verso di disapprovazione. Christian la guardò di nuovo e stavolta tutte le scintille che c'erano nei suoi occhi si erano spente. Era uno sguardo vitreo, che non esprimeva alcun tipo di emozione. -E poi sono io lo stronzo...- commentò, come se fosse una spiegazione logica.
Abby stava per rispondere ma lui se ne andò a passo svelto verso il corridoio, evitando quindi di tornare nella sala comune dove la festa era ancora in pieno corso.

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