CAPITOLO 8

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«E ho capito che il mondo lo vivo così, con la faccia distrutta quando è lunedì...
E ho capito che in fondo va bene così, anche se siamo distanti a me va bene anche distanti, tanto ti porto con me... » - la voce di Niccolò si intrufola nelle orecchie di tutti, viaggia tra le rovine di Roma e accompagna quel servizio fotografico. Ha mantenuto fede alle sue parole e ora sta accompagnando con la sua voce quelle foto. Simona ne approfitta per ascoltarlo cantare. Non conosce tante sue canzoni e ora che fa caso alle parole si rende conto che quelle canzoni sono davvero intime. Ammira il coraggio che quel ragazzo ha avuto nel mettere se stesso e le proprie fragilità, senza nasconderle, in quei testi per poi condividerli con altre milioni di persone. Condivide le sue fragilità con tutti coloro che ne hanno altrettante. Forse è per questo che Simona si è commossa il giorno prima nel sentire alcune canzoni di Niccolò. Perché lui la fragilità la mette in mostra e Simona di fragilità e insicurezza ne ha da vendere. Nelle canzoni di Niccolò, in quelle poche che ha ascoltato, ha percepito raccontati i sentimenti che ha sempre provato anche lei, molte delle sue emozioni; un ragazzo che di lei non sapeva nulla, ha invece saputo raccontare di lei, leggerle le fragilità. Lui che parla di sogni, fatica, dolore e rinascita.
Si fermano tutti per scattare un'ennesima foto di gruppo. Simona è relativamente convinta in seguito alle parole di Niccolò. È riuscito in parte a calmarla e per fortuna Adriano ha accettato di farle fare foto di gruppo. Si è accorta che sta creando un sacco di problemi e si chiede come mai non l'abbiano ancora cacciata. Di certo avrebbero trovato una sostituta in pochissimo tempo, ma sembrano intenti, invece ad assecondarla e Simona è grata di questo perché quel lavoro le ha letteralmente salvato la vita. Mentre Adriano scatta la foto Simona abbassa lo sguardo e spera che Niccolò non la stia guardando; si sente abbastanza in imbarazzo perché pensa di non essere all'altezza. Lei non ha un fisico magro, rischia solo di rovinare le foto. Ma per qualche motivo questo non sembra turbare nessuno, anzi la vogliono assolutamente nelle foto. Scattano la foto e poi continuano, cambiando sfondo. Simona scatta anche foto in coppia con Marisa e con le altre. Camminano per via dei Fori Imperiali e si fermano quando Adriano ritiene che lo sfondo e la luce siano perfetti. Simona è sicura che stiano venendo davvero delle belle foto. Le rovine di Roma sullo sfondo catturano l'attenzione e regalano bellezza alle protagoniste della foto - anche se riguardo a sé stessa non è esattamente così.
«Simo facciamoci una bella foto qua, col Colosseo dietro!» esclama Marisa cogliendo Simona alla sprovvista e mettendole un braccio intorno alle spalle, «Adri l'ho catturata!» grida sempre Marisa riferendosi a Simona, «Scatta!» - e Simona si lascia involontariamente scappare un sorriso, un sorriso più sincero del solito nel vedere Adriano affrettarsi ad inquadrarle e a scattare la foto, imprigionando per sempre quel momento.




Si sono tutti fermati su una panchina di marmo per controllare e rivedere le foto scattate. Simona si è fatta da parte - non ci tiene a rivedere le foto, convinta di essere ridicola - e si è appoggiata alla ringhiera. Intorno a sé una Roma meravigliosa. Simona è innamorata di quella città che considera la sua città. Vive lì da diciotto anni e ha percorso e ripercorso le sue strade eppure ogni volta che cammina per le strade della città eterna le sembra di essere avvolta da un'atmosfera di magia, quasi potesse percepire gli schiamazzi e i passi degli abitanti che avevano popolato Roma secoli e secoli prima. Roma le aveva dato e tolto tanto. Proprio in una delle vie della città tentacolare aveva il sogno di aprire un bar. Voleva farlo con il suo migliore amico. Era il loro sogno. Però lui un giorno di punto in bianco l'aveva lasciata e Simona aveva chiuso a chiave quella fantasia nel cassetto, lasciandola là. Non c'era giorno però che non ci pensasse; peccato che poi ogni buona intenzione veniva meno dato che non aveva più la grinta per farlo perché si era messa in testa che senza Daniele non ce l'avrebbe mai fatta.
Stringe allora la catenina fra le mani mentre il suo sguardo spazia sul panorama davanti a lei e proprio quando un sorriso malinconico le spunta sul viso, avverte un flash che le fa chiudere gli occhi. Si volta di scatto e vede Niccolò che tenta inutilmente di nascondere dietro la schiena la macchina fotografica. Gli altri sono raggruppati a chiacchierare e sembrano non essersi accorti di nulla. Simona sgrana gli occhi quando realizza quello che è successo. Allora lascia perdere la catenina e si avvicina con grandi passi a Niccolò.
«Mi hai appena fatto una foto a tradimento?» domanda irritata a braccia conserte. Niccolò cerca di trattenere un sorriso divertito e si rigira la macchina fotografica tra le mani.
«Chi? Io? » domanda ingenuamente. Simona alza gli occhi al cielo e «No, la statua di Giulio Cesare qua accanto a me,» - ed indica la grande statua affianco a lei, poi «Certo tu, chi sennò?» ribatte spazientita. Niccolò scuote vigorosamente la testa.
«No no non ti stavo fotografando. Facevo una foto alle rovine ».
«Ma ci sono anche dall'altra parte».
«Sì, ma dalla parte dove sei tu sono più belle» inventa Niccolò al momento, ma poi scoppia a ridere da solo per la cavolata che ha detto e per lo sguardo interdetto di Simona. Quest'ultima infatti ha un sopracciglio inarcato e non ha creduto ad una sola parola di quelle che ha detto Niccolò. Vedendolo ridere Simona fa un sospiro e scuote la testa.
«Sei peggio di un bambino» commenta Simona ad alta voce. Niccolò se possibile sorride ancora di più e «Te l'ho detto prima, io sono un bambino!» le ricorda con un occhiolino.
«Molto antipatico aggiungerei».
Niccolò le fa una linguaccia e «Non ti conviene essere cattiva perché ora con questa foto posso ricattarti» scherza Niccolò tornando serio e per un attimo Simona quasi ci crede. Poi però vede l'ombra di un sorriso sul volto del ragazzo e «Idiota» lo sbeffeggia scuotendo la testa per poi avviarsi verso gli altri. Niccolò però «Non vuoi vedere la foto che ti ho fatto?» le chiede e Simona si blocca sul posto. Si volta verso il ragazzo che ha una mano a coprire gli occhi dal sole. Simona nota che gli occhi sono più chiari ora che sono illuminati dalla luce solare e hanno anche delle striature dorate. Sono molto belli e anche furbi. Simona scuote la testa, «No, non ci tengo a vedere quanto sono venuta male».
«Invece sei venuta benissimo! Guarda che sono un bravo fotografo! ».
«Infatti non è il fotografo il problema, ma il soggetto della foto» risponde amareggiata Simona, lasciando cadere le mani lungo i fianchi e facendo spallucce. Non riesce a decifrare lo sguardo di Niccolò, ma sembra dispiaciuto. Simona però non ha voglia di ricevere la compassione altrui. Quello con il suo corpo è un problema che deve risolvere lei sola. Così senza che nessuno dei due dica niente, Simona si avvia dagli altri e per l'ennesima volta si chiede se abbia fatto bene ad accettare quel lavoro.

D'improvviso...//Ultimo.حيث تعيش القصص. اكتشف الآن