CAPITOLO 20

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Simona si tortura le pellicine delle dita mentre gli alberi scorrono ai lati della macchina e la strada si fa sempre più familiare.
«Dici che abbiamo fatto bene a dirgli l'indirizzo sbagliato? Alla fine era il fidanzato» commenta Niccolò inserendo la quinta e dando un'occhiata agli specchietti, senza distogliere gli occhi dalla strada. Simona ha percepito la punta di dubbio nella sua voce e, mentre appoggia un gomito contro lo sportello, posa lo sguardo sul paesaggio fuori che scorre sotto ai suoi occhi e sospira.
«Abbiamo fatto bene» afferma cercando di convincere  sé stessa, «Abbiamo fatto bene. Non mi convince quell'uomo. Hai visto che faccia aveva? Era preoccupato come se avesse appena perso la sua squadra del cuore, non come se la fidanzata avesse appena tentato di suicidarsi. E poi non è normale che abbia permesso a Marisa di fare un gesto del genere e non sappia nemmeno dove sia la sua ragazza» commenta ad alta voce Simona, riflettendo attentamente. Ed era vero, pensava tutto quello che aveva detto: non si fidava di quel ragazzo. Aveva ancora impresse nella mente le parole di Marisa e la sua faccia terrorizzata quando Simona le aveva detto "Ti porto a casa". Marisa le aveva gridato esplicitamente che avrebbe preferito ammazzarsi piuttosto che tornare a casa. Simona sapeva che Marisa viveva con il ragazzo e anche che tra loro le cose non andassero alla grande, ma per arrivare a dire una cosa del genere significava che tra Marisa e il ragazzo non ci fossero solo semplici discussioni su che film vedere la sera; la cosa era più seria e Simona aveva dei sospetti tremendi.
«Nemmeno a me ha fatto una buona impressione, ma in fin dei conti è il ragazzo, merita di saperlo» riprende poi Niccolò, ancora poco convinto mentre si ferma al semaforo rosso. Simona decide di guardarlo ed entrambi si sorridono leggermente, Simona un po' più dubbiosa. Si muove sul sedile e riflette.
«Lo so, forse non è stato onesto, ma ho dei brutti sospetti su di lui» confessa.
Niccolò corruccia la sopracciglia e la guarda curioso, «Brutti quanto?» domanda allora sistemandosi bene sul sedile. Simona scuote la testa e stringe tra loro le mani, poi guarda Niccolò e sospira.
«Ho paura che le faccia del male,» ammette a bassa voce, «Del male fisico».
Niccolò le regala uno sguardo comprensivo e vedendola così preoccupata le poggia una mano sulla coscia. Simona sussulta leggermente a quel tocco, ma non lo rifiuta. Si guardano nuovamente e Niccolò le regala un ennesimo sorriso dolce.
«Anche Adriano aveva questo sospetto. Comunque ora siamo quasi arrivati all'ospedale e se è così Marisa ha davvero bisogno di aiuto per liberarsi di quel parassita» - le parole confortanti di Niccolò scaldano il cuore di Simona. Trova davvero dolce il modo in cui Niccolò stia proteggendo, indirettamente, Marisa e sopratutto il fatto che lui sia lì con lei a darle manforte nonostante magari a casa abbia la ragazza ad aspettarlo.
Simona inspira e poi lo guarda con un sorrisino, mordendosi il labbro e «Allora sei d'accordo con me che abbiamo fatto bene a dirgli l'indirizzo dell'ospedale sbagliato» lo punzecchia lei riprendendo un po' di allegria in un momento così difficile.
Niccolò la guarda divertito e «Diciamo di sì. E se veramente le ha fatto del male fisico altro che indirizzo sbagliato, ci sarebbe da buttarlo giù dal ponte» - tutti e due scoppiano in una risatina, ma entrambi sentono la paura che quello che hanno detto possa essere vero e cioè che Marisa possa aver subito violenza. Il semaforo è verde e Niccolò riparte.
«Speriamo solo che non si arrabbi troppo per la bugia che gli abbiamo detto» commenta Simona poggiandolo stancamente allo schienale. Sente ancora addosso tutto lo stress della situazione appena vissuta.
Niccolò fa spallucce, «Gli diremo che ci siamo sbagliati» risponde lui facendole un occhiolino.
Simona sorride, «Glielo dici tu perché io non le so dire le cazzate, giusto?» lo sbeffeggia Simona riprendendo una frase che Niccolò le aveva detto più volte. A quelle parole Niccolò sorride intendendo la frecciatina e sospira.
«Non ne vuoi parlare vero?».
«No, ora dobbiamo pensare a Marisa» risponde subito Simona cercando di evitare il discorso. Che scema! Quella battutina poteva risparmiarsela!
Niccolò annuisce consapevole e stringe la coscia di Simona nella mano. Quest'ultima inspira e chiude gli occhi.
«Niccolò, non vorrei che tu pensassi che-».
«Io non penso niente. Hai detto che ci dobbiamo concentrare su Marisa e hai messo le cose in chiaro. Basta, rapporto professionale. Oggi fai finta che io sia qua come tuo amico, almeno questo me lo puoi concedere? Se non posso starti vicino come dico io, almeno possiamo fingere di riuscire ad essere amici?» - e questa non è una semplice domanda, ma una preghiera. Niccolò distoglie un attimo lo sguardo dalla strada e lo poggia in quello di Simona. Quest'ultima legge la disperata richiesta, la voglia sincera di Niccolò di starle accanto e si chiede che cosa abbia fatto lei per meritare il bene e la presenza di una persona tanto buona ed altruista quale è Niccolò. Lei che non sa nemmeno cosa si provi ad avere qualcuno accanto. Una cosa però la percepisce: il cuore che le batte a mille quando Niccolò le accarezza la coscia e riprende a guardare la strada. Lei annuisce e non riesce a togliere da là quella mano perché è confortevole il calore che emana. Così si riappoggia al finestrino e si gode il silenzio e la presenza, più che gradita, del ragazzo affianco a lei. Quando sono quasi arrivati all'ospedale, il cellulare di Niccolò squilla.
«Simò sta nel cruscotto, me vedi chi è?» le chiede lui gentilmente mentre svolta a destra. Simona fa come chiesto e quando legge quel nome una leggera delusione la pervade. Finge che non sia successo nulla e schiarendosi la gola passa il cellulare a Niccolò e «È Federica».
Niccolò allora annuisce e la guarda come a cercare un qualche segno di disapprovazione negli occhi di Simona, ma lei evita lo sguardo del ragazzo e fissa il paesaggio fuori. Non vuole far vedere che sì, un po' c'è rimasta male che quella chiamata abbia rovinato l'atmosfera pacifica che si era creata.
Niccolò allora afferra il cellulare e lo incastra tra l'orecchio e la spalla, continuando a guidare.
«Amore ciao, dimmi tutto!» esclama lui e Simona percepisce la falsa allegria nel tono. Per distrarsi afferra anche lei il suo telefono e non appena lo sblocca, la realtà della situazione le piomba addosso. Ci sono dieci chiamate da parte di sua madre e una miriade di messaggi di Giovanni che le chiedono dove fosse. In tutto quel casino si era scordata che doveva vedersi con sua madre e suo padre per la questione dell'alloggio del padre ai domiciliari.
Non ha intenzione di richiamare nessuno e così si limita a scrivere un semplice messaggio a Giovanni.
Ho avuto delle faccende da sbrigare, rimandiamo a domani.
Ed invia seccamente perché sa che quel messaggio lo vedrà sua madre e non ha voglia di perdersi in saluti o dimostrazioni di affetto. Decide di aprire Instagram per ingannare il tempo, ma con le orecchie ascolta tutto quello che Niccolò dice.
«No no oggi torno tardi, ho avuto un problema sul lavoro,» sente dire da lui e le viene da sorridere amaramente perché chiamare quello che è successo 'problema' è assurdo, «Ma no no tranquilla, tutto risolto, devo sbrigare le ultime faccende. Tu?» continua lui e Simona si chiede perché Niccolò non abbia raccontato a Federica tutta ciò che era successo. Alla fine è la ragazza no? Simona guarda Niccolò di sottecchi e si accorge che ha uno sguardo scocciato in volto e batte nervosamente le dita sul volante, come se non vedesse l'ora di chiudere quella chiamata e questo Simona lo trova assai strano.
«Ah non torni a cena? Stai da Claudia, ho capito. Va bene, allora ci risentiamo domani mattina. Io? No io starò con Adriano o con Valerio, devo vedere. Sì sì tranquilla non brucio nulla. Ma perché ho mai bruciato casa? Ah no ecco, massimo sei tu quella che non sa cucinare. Sì sì, va bene, a domani. Un bacio. Sì, ti amo anch'io» - e detto questo attacca velocemente - posando il telefono accanto a sé - e poi sospira, appoggiandosi allo schienale del sedile e cambiando marcia.
Nessuno dei due parla. Entrambi fingono di pensare ad altro, ma tutti e due pensano alla stessa cosa: Niccolò a Simona e Simona a Niccolò.
«Che coppia affiatata» si lascia scappare poi Simona, non riuscendo a trattenersi.
Niccolò si gira verso di lei con un sopracciglio inarcato e «Cosa scusa?».
Simona sorride e lo guarda con superiorità, «Dicevo solo che sembrate proprio innamorati, non vedevi l'ora di levartela di torno» commenta poi e si porta una mano sulla bocca per evitare di scoppiare a ridergli in faccia. Non sa che cosa gli stia prendendo, di solito non fa così, ma la situazione che hanno appena vissuto è stata così surreale che non sa cosa stia succedendo al suo corpo.
Niccolò allora rallenta ed inserisce la freccia per accostare. Sono quasi arrivati all'ospedale, ma Simona non capisce che cosa stia succedendo e perché Niccolò stia accostando.
«Non puoi averlo detto davvero».
«Cosa?» domanda Simona.
«La cosa di me e Federica».
Simona sorride e si mette dritta, «L'ho detta eccome!».
«Rimangiati tutto» la minaccia Niccolò fermando la macchina al lato della strada. Lo sguardo è serio e per un attimo Simona pensa che lo sia anche lui, poi però mette su anche lei uno sguardo di sfida e «No, non mi rimangio niente. Anzi, aggiungo anche che secondo me tra voi c'è-» inizia a straparlare lei, ma subito dopo si blocca immediatamente, sbalordita, non appena Niccolò le afferra il volto e la bacia. Simona spalanca gli occhi e inspira. Per qualche secondo è combattuta: spingerlo via o baciarlo? E nuovamente sente lo stomaco in subbuglio e le emozioni vincono sulla razionalità e, allacciando le proprie braccia attorno a collo di Niccolò, lo avvicina ancor di più a sé ed approfondisce il bacio. La bocca di Niccolò sa di fragole e le labbra sono delicate e morbide. Simona le morde, ci gioca con i denti e, inevitabilmente, sente l'eccitazione trasportarla. Niccolò le accarezza le braccia e scende lentamente verso i fianchi, infilando le mani dentro la maglietta e accarezzandole la pelle nuda e abbronzata dei fianchi. Si desiderano ancora di più ora che sanno che i baci che si danno sono proibiti, ma questo bacio, a differenza dell'altro, è più delicato, come se Niccolò cercasse di aiutarla a risanare le ferite che Simona ha.
I loro respiri si fanno affannati quando ad un certo punto il cellulare di Niccolò squilla e li desta. Entrambi si staccano immediatamente e Niccolò, ancora con le labbra gonfie per i baci, risponde.
«Sì Adrià stiamo arrivando, abbiamo trovato un po' di traffico» mente mordendosi il labbro e Simona rimane incantata da quel gesto mentre alla mente le ritorna il sapore delle labbra di Niccolò.
Di nuovo però Simona sente il senso di colpa invaderla. Lo sapeva lei che ci sarebbe cascata di nuovo! Quando Niccolò la sfiora sente le sue forze cedere e non riesce a resistergli.
Niccolò attacca e la guarda. Simona sospira e alza gli occhi chiari su di lui.
Niccolò sta per parlare, ma Simona lo precede.
«Capisci quando intendo che non ci resistiamo? Guarda, è successo di nuovo».
«E allora se non riusciamo a fare a meno l'uno dell'altra, proviamoci» le propone Niccolò afferrandole una mano. Simona è combattuta e sfila la propria mano da quella di Niccolò che la guarda deluso.
Simona scuote la testa.
«Ma non pensi a Federica? Stai con lei!» ribadisce Simona.
Niccolò sospira e la guarda dritta negli occhi con talmente tanto intensità che Simona sente i brividi addosso.
«Se mi dici che tra noi potrebbe nascere qualcosa sarei pronto a lasciarla» confessa lui e a quella parole Simona sgrana gli occhi e guarda Niccolò stralunata.
«Niccolò sei serio? Ma ti senti quando parli? L'hai appena salutata al telefono dicendole 'Ti amo anch'io'!» esclama lei sistemandosi composta sul sedile e sentendo le emozioni invaderla.
Niccolò le ha appena detto che sarebbe pronto ad iniziare una relazione con lei? Simona non riesce a metabolizzare. Quel giorno stavano succedendo troppe cose. E odiava sentire quel senso di colpa che la invadeva. Con Niccolò stava bene, si sentiva tranquilla e al sicuro e probabilmente era lui quella fetta di felicità che cercava, ma lei non è capace a non farsi del male e per questo mette su uno sguardo freddo e senza aspettare che Niccolò possa risponderle, guarda davanti a sé e «Ora riparti per favore che ci aspettano».
Sente Niccolò sospirare prima di ingranare la marcia, ma prima di partire «Ultimamente non sono sicuro di amarla davvero» sente Niccolò mormorare e quella frase la porta a chiudere gli occhi mentre il cuore le batte forte.
Non capisce che cosa le stia succedendo ultimamente ogni volta che Niccolò parla o è nelle vicinanze, ma può dire che dopo quelle parole di Niccolò si sente sollevata e forse, ma forse, quel battito accelerato e quelle emozioni nello stomaco sono il segno che si sta, lentamente, innamorando di lui.

D'improvviso...//Ultimo.Where stories live. Discover now