Capitolo 7

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Il giorno successivo, Robert tornò a casa solo alle quattro del pomeriggio, anzi alle quattro e venti.

Un medico di sua conoscenza gli aveva detto che la sua parente Linda (il medico venne chiamato da una giovane ragazza che andava da lei due volte alla settimana a prendersene cura) aveva una malattia in più. Senza essersi ricordato il nome di questa malattia, Robert si assunse volontariamente l'incarico di comprare i farmaci e portarli lui stesso a Linda.

Entrò nella stessa farmacia dove circa venti cinque anni prima lavorava colui che sarebbe potuto diventare suo suocero, il quale però era già in pensione, se era vivo. Al suo posto, Robert vide davanti al bancone un bel ragazzo, che lo salutò per primo:

"Salve. Come posso aiutarla?"

"Ecco, il medico ha prescritto dei farmaci", e, avendo visto l'imbarazzo negli occhi del giovane, aggiunse: "non per me, per una mia parente, ha molte complicazioni, adesso hanno scoperto che ne ha un'altra ancora". E gli fece vedere il foglio di carta.

Evidentemente, il ragazzo vi lavorava da meno di una settimana, oppure era un tirocinante (anche questo era possibile, visti i tratti del suo viso), perché, preso il foglio di carta, lo fissò per un intero minuto con occhi tesi, dopodiché chiamò un suo collega più anziano e con più esperienza:

"Pavel!"

Questi lasciò ciò che stava facendo e reagì immediatamente.

"Che cosa c'è?"

"Ecco, devo vendere i farmaci che stanno scritti qui, ma non ci capisco nulla, potresti aiutarmi?"

"Va bene. Andiamo a vedere".

E si allontanarono per una "riunione privata". Dopo qualche decina di minuti il ragazzo ritornò e diede a Robert i farmaci.

"Grazie mille", disse questi, dopodiché si congedò e si diresse verso la macchina.

Arrivò al luogo dove viveva Linda ed entrò nella sua casa. Lei, come sempre, stava seduta sulla sedia a rotelle e non reagì subito quando Robert la salutò.

Tuttavia, poi lo salutò anche lei, non però senza aggiungere:

"E tu chi sei?"

"Come chi sono? Sono io, Robert! Le ho portato i farmaci".

"Farmaci? Che tipo di farmaci?"

"I farmaci che Le ha prescritto il medico".

Oltre a ciò, Linda soffriva di un'istantanea perdita della memoria e non c'era nient'altro da fare che rassegnarsi.

Domandò:

"Che cosa mi ha prescritto il medico?"

"I farmaci! E io glieli ho portati".

"Quali farmaci?"

E così via per svariati giri. Alla fine, esausto, Robert disse:

"Bene, zia, io non ho tempo da perdere con Lei, ecco i farmaci, adesso vado a chiamare la Sua..." a Robert sfuggì il nome, "insomma, colei che si prende cura di Lei".

Linda, ovviamente, non capì nulla. Pertanto Robert si mise subito fare quel che aveva appena detto. Andò in un'altra stanza per causare altri danni a Linda (cioè per non dover andare un'altra volta ad acquistare dei farmaci) e compose il numero della ragazza, ma sentì solo la segreteria telefonica.

Allora le scrisse un messaggio e promise a se stesso di controllare di tanto in tanto se lei ha risposto (cosa che, prima o poi, lei doveva fare). Poi salutò Linda (la quale non reagì, se non con gli occhi,  ma Robert non sperava neanche in questo) e partì per casa.

Il settimo invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora