Capitolo 26

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Il giorno seguente, invece di tornare a casa, Přibyl decise di rimanere. Perché? È semplice: Dvořáček l'aveva convinto e lui aveva accettato. Perché no? In fondo anche Dvořáček ha soggiornato per un po' nella casa di Robert, e tra le loro città c'è una certa distanza.

A colazione, ricordarono ancora la loro defunta parente, dopodiché Dvořáček disse:

"È una cosa triste, lo so, ma... dobbiamo continuare a parlarne?"

"Sono d'accordo", rispose Robert, "tanto non possiamo più farci niente".

"Dimmi, ad esempio", domandò Vladan, proponendo così un tema per la conversazione, "come ti vanno le cose ultimamente? Ho sentito dire che hai iniziato un uovo affare, e mi sembra sia legato al cibo o qualcosa del genere".

"Esatto", rispose il padrone del Bordio, quasi scandendo ogni parola. "Adesso, oltre ad accettare le scommesse, preparo anche i biscotti".

"Benissimo!" nella voce di Vladan si sentiva un tocco di ammirazione. "Se capisco bene, anche per questo usi una stanza in particolare?"

"Sì, esatto. Ho già allestito tutto  il necessario lì".

"E come ti va?"

"Adesso la gente viene da me anche per i biscotti. C'è chi viene per scommettere, c'è chi viene per i biscotti, alcuni addirittura vengono a scommettere e ne approfittano per comprare dei biscotti".

"Comprare? Tu prendi dei soldi anche per i biscotti?"

"Certo. Scusi, Lei cosa credeva? Nessun affare è gratis".

"E quanto prendi? In media, dico".

"Glielo dirò, ma prima mi deve promettere che quest'informazione rimarrà segreta".

"Certo, non lo dirò a nessuno", promise, anzi giurò Dvořáček.

Robert diede una risposta approssimativa.

"Devono essere di qualità i tuoi biscotti, allora", osservò Vladan.

"Sì, sono buoni".

"Cos'altro fai?"

"Vivo", disse Robert. "Cos'altro mi rimane, zio?"

"Hai ragione", lo sostenne Vladan, "hai ragione. Comunque sia, la tua vita è molto più sicura della mia".

"Perché?"

"Perché io posso cadere dal tetto se non prendo le misure necessarie a tempo".

"Sì, capita spesso".

"Anche a me, sai, è capito molti anni fa".

"Che cosa?"

"Stavo riparando il tetto della mia casa. Non ricordo ora cosa c'era che non andava, ma l'avevo già notato allora".

"E poi?"

"A un certo punto mi è capitato di riparare un punto che si trovava proprio accanto all'orlo del tetto. Ne ero consapevole, dunque cercavo di stare il più attento possibile. Ma non ci sono riuscito. Cadendo, pensavo questa sarebbe stata la mia fine".

"E come hai fatto a sopravvivere?"

"Mi hanno portato in ospedale, per fortuna, un medico stava passando di lì".

"L'hanno portato nell'ospedale dove lavorava questo medico?"

"Esatto. Ci siamo anche conosciuti, mi è sembrato molto simpatico".

"Avete parlato?"

"Sì, mentre... hai capito. Lui mi ha chiesto che cosa mi piace fare nel tempo libero, io gliel'ho detto".

"E lui?"

"Mi ha detto che cosa piace fare a lui".

"Che cosa?"

"Va... o andava, non so se sia ancora vivo... a teatro".

"A vedere i drammi?"

"Drammi, commedie, quello che c'è. Da bambino collezionava fiori".

"Quali fiori?"

"Di vario tipo. Evidentemente gli piacevano".

Ma il medico di Dvořáček non era l'unico che amava collezionare fiori da bambino. Era il passatempo preferito di Herman Marek, che però poi scelse il nuoto e ne fece il proprio mestiere. Partecipò a molte sfide e ne vinse qualcuna.

Era sposato con un'altra lontana parente di Robert, e quindi viveva assieme a lei. Ma al momento non era a casa. Come Robert, era da un amico che frequentava.

Herman e sua moglie avevano una figlia, questa aveva un figlio che sarebbe il nipote di Herman, e questi a sua volta aveva due figli: un maschio e una femmina, ancora molto piccoli.

"Come stanno i tuoi bisnipoti?" domandò l'amico che l'ospitava.

"Fanno un po' di casino", rispose Marek con voce pressoché rauca, "ma sono ancora piccoli, il maschio sta solo imparando a camminare, mentre la femmina urla ancora di notte".

"Quante volte li hai visti?"

"Non ho contato. Nelle ultime due settimane saranno sicuramente state cinque volte o più. Sai cosa mi stupisce invece?"

"Che cosa?" l'amico di Marek s'incuriosì.

"Che essendo vivo, posso parlare dei miei bisnipoti, anche se sono ancora piccoli. E spero di arrivare al momento quando andranno a scuola. Non tutti sono così fortunati".

"Sono d'accordo. Cos'altro ti devo dire, sei bravo".

"Brava è piuttosto mia figlia, non tutte le donne sono disposte a partorire all'età di ventuno".

"Ho capito".

"Perché non guardiamo qualcosa? Un film, per esempio?"

"Va bene, guardiamolo".

L'amico di Herman aveva molte videocassette con film cecoslovacchi, le custodiva già da anni. Dopo aver chiesto a Marek di venire dove si trovavano, gli domandò quale film voleva vedere.

Marek diede una rapida occhiata e poi disse:

"Guardiamo un film di Smyczek!"

"Perfetto!" lo sostenne l'amico. "Le papere è un bel film, mi piace un sacco".

E questa fu la loro scelta definitiva.

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