Capitolo 23

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<<Oddio, credo di avere un mancamento >> Jungkook agitò la mano davanti al viso, inscenando finte lacrime di commozione. O almeno, Yoongi sperò fossero finte. Gli ricordavano tanto il livello attoriale di un kdrama che aveva visto una volta, in cui una signora furibonda schiaffeggiava il figlio con del kimchi

Certe volte amava proprio il suo paese. 

<<E' letteralmente passato un giorno intero da quando te l'ho detto, puoi anche smetterla di... sì insomma, smettila.>>

<<SCHERZI?! Mica ho realizzato ancora, mi serve tempo!>> cadde sul divano in modo teatrale, portandosi una mano sulla fronte <<Aish, il mio povero cuore, qualcuno mi porti dell'acqua>>. 

<<Prenditela. E già che ci sei inizia a preparare il pranzo che ho fame. Ci sono solo carote in frigo>>. 

Jungkook era troppo esaltato per dare peso al tono stizzito di Yoongi. Nella scala del buonumore era arrivato addirittura alla voglia di cucinare con il grembiule a pois, che non perse tempo ad indossare  <<Tutto quello che vuoi zuccherino. Oddio, magari anche Jimin ti chiama con dei soprannomi mielosi. Cazzo, sarebbe così carino, mi viene da piangere>> squittì, afferrando un mestolo.

Yoongi si passò una mano tra i capelli. Quasi quasi pranzava fuori. 

La vibrazione a intermittenza proveniente dalla sua tasca, però, lo distrasse dall'esasperazione. Dopo aver controllato chi fosse cercò in vano di nascondersi dal suo coinquilino, ma questo aveva già allungato l'occhio sul display e lo fissava con un sorrisetto furbo. 

<<Mi sa che le carote me le mangio da solo >> sussurrò nel sentire Yoongi rispondere al telefono. 

L'invito a pranzo di Jimin era il tipo di sorpresa già anticipata per cui valeva comunque la pena di fingersi stupiti. Yoongi dovette camminare a passo lento per casa mentre cercava le chiavi, reprimendo l'istinto di correre per uscire il prima possibile. Decise di andare così com'era. Si guardò velocemente allo specchio del corridoio per sistemarsi i capelli con il mignolo, lontano dal campo visivo di Jungkook e da qualsiasi suo commento cretino sul come si stesse facendo bello per lui come una brava fidanzatina. 

"Commento cretino" per non dire "dolorosamente azzeccato". Tranne la parte della fidanzatina. 

 Quando salì in macchina trovò Jimin con lo sguardo fisso sul cellulare e le dita che si agitavano frettolose sulla tastiera. Raramente si distraeva mentre erano insieme, ma persino uno poco attento come Yoongi poteva immaginarsi quanto l'agenda dell'idol straripasse di impegni rispetto alla sua, quindi non si sognò neanche di farglielo notare. 

Aveva imparato a conoscere Jimin e, soprattutto, si fidava ciecamente.

Era sempre stato tutto così perfetto e iniziava a rendersene conto solo in quel periodo. La realizzazione arrivava nei momenti più diversi, quando c'era qualcosa che gli ricordava di lui. Che fossero delle ciabatte di gomma che vedeva addosso a un passante, le stoviglie impilate in cucina o la fermata della metro che avevano preso per andare all'acquario. 

Veniva investito dai ricordi e da una piacevole morsa allo stomaco. Quando Jimin si voltò e gli sorrise sentì di non avere più difese e abbassò la testa come le prime volte che si erano parlati. Jimin si addolcì ancora di più quando se ne accorse. 

Cocomero || YoonminWo Geschichten leben. Entdecke jetzt