Villa Malfoy

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I personaggi usati e tutto ciò che fa parte del loro universo sono di proprietà di J.K.Rowling.
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- HEAL THE WORLD -

CAPITOLO 9
Villa Malfoy



Nell'esatto momento in cui il diadema di Corvonero fu colpito con un preciso e netto fendente, tutto si fece più buio, veloce, incomprensibile.
Un forte uragano di polvere e sassi si diradò a partire dall'oggetto frantumato, vento bollente che colpì in pieno Ron e Hermione e li trascinò a terra diversi metri più indietro, tra il pagliericcio e le semenze.
Nello stesso istante Harry avvertì la propria cicatrice bruciare così forte che, ne era certo, ben presto gli avrebbe fatto colare via la pelle dal volto. Si portò una mano sulla fronte e si lasciò scivolare al terreno. Draco lo sorresse, ma l'ultima cosa che udì fu la voce monotonale di Piton e la testa punta da miliardi di spilli.


Un colpo netto e un lampo di luce verde. La risata di Bellatrix Lestrange.
«NO, SIRIUS! SIRIUS!»

«Severus, ti prego».
«Avada Kedavra».
Un corpo che precipita.

«Pensavi davvero che ti avremmo lasciato partire da solo?»
Ron che gli prende la borsa. Insieme ritornano alla Tana.

Godric's Hollow.
«Pensi che siano lì dentro, Hermione? Mamma e papà?»
«Sì, Harry, penso di sì».
La lapide dei suoi genitori, una corona di fiori.

Musica alla radio, Hermione che balla.

«Be', io sono... insomma... sono tornato. Se mi vuoi ancora».
Lentiggini e sorrisi.
«Tu... enorme... stronzo... Ronald... Weasley!»

«Vieni! Vieni con noi!»
Una mano allungata. Draco, i suoi occhi spaventati.
«Va', figliolo».

Un coltello nella schiena. Sangue. Odore di bruciato.
«Perché sapevo che saresti stato così stupido e Grifondoro da perdonarmi!»
«E invece non ti perdono un cazzo, Draco!»

«Voglio abbracciarti»
Profumo di agrumi.

Un bacio.
«Non morire, Harry».

Il dolore cessò improvvisamente, fu come emergere dopo minuti di apnea in un lago ghiacciato.
«Har... Potter? Potter? Ci sei?» la voce di Draco fu come un faro nel buio, tutto riapparve davanti ai suoi occhi e si ritrovò steso per terra, con una schiera di persone sopra di lui. Si ricordò dove fosse e cosa fosse accaduto. Ricercò il diadema perduto, lo trovò spezzato a metà a pochi metri di distanza. Ron e Hermione, accanto a lui, erano coperti di polvere.
«S-sì» soffiò Harry, aiutato da Draco a mettersi a sedere. Non passarono molti secondi prima che lo sguardo buio di Piton incrociasse il suo. Uno sguardo corrucciato, interrogativo, ma non giudicante.
Aveva visto tutto attraverso il Legilimens, aveva compreso.
«Ha funzionato? L'hai tenuto fuori dalla tua mente?» domandò quindi Severus, serio.
«Credo di sì» rispose, un coro di sospiri di sollievo si elevò dalla folla. «Quanto tempo è passato?»
Harry riuscì a tirarsi in piedi solo con l'aiuto di Draco e Ron, i quali lo issarono senza troppe difficoltà. Tremava come una foglia: probabilmente il collegamento con l'Horcrux appena distrutto lo aveva debilitato.
«Una manciata di minuti, ma il Signore Oscuro sicuramente è già al corrente di tutto. Dobbiamo solo aspettare che torni l'elfo, si spera con notizie soddisfacenti» spiegò Kinsgley prendendo posto accanto a loro. Tutti gli altri, in religioso silenzio, sostavano in cerchio con il cuore in gola.
«Harry, stai bene?» domandò preoccupata Hermione, nel vederlo tanto pallido.
«Sto bene, mi serve solo un momento» rispose in un sorriso forzato.
Attesero in silenzio, solo il canto delle cicale fuori dal capannone li accompagnò in quei minuti di quiete prima della tempesta. Solo poche flebili bacchette illuminavano la penombra di quel luogo, giusto per non dare troppo nell'occhio; una sicurezza in più insieme agli incantesimi di protezione.
Man mano che passarono i secondi, Harry avvertì le forze investirlo nuovamente. Draco, di nascosto e nell'oscurità, gli tenne la mano. Solo Hermione se ne accorse e si ritrovò a sorriderne.
C'era qualcosa di bello, qualcosa di meraviglioso nato tra le fiamme e le ceneri di una Guerra.
L'attesa perdurò per tanti, interminabili minuti.
Migliaia di dubbi accorsero nella mente di Harry. E se Dobby fosse stato scoperto? E se non avesse fatto in tempo ad avvisarli?
Ma, proprio quando tutti iniziarono a spazientirsi e un immenso fermento iniziò a levarsi nel capannone, il sonoro crack della Materializzazione li fece sobbalzare.
Bacchette sollevate, respiri corti e affannati poi, finalmente, l'esile figura di Dobby emerse dal Mantello dell'Invisibilità.
«Dobby è in ritardo! Dobby ci ha messo tanto perché i signori Malfoy e la signora Lestrange stavano parlando di affari importanti! Il Signore Oscuro si è recato al castello. È furioso, vuole tendervi un'imboscata, ma temo che tutti gli studenti siano in pericolo! Ha minacciato di far saltare in aria tutta la scuola!» squittì Dobby, talmente nervoso da mordersi tutte le dita delle mani.
«Dannazione! Dobbiamo sbrigarci con il diversivo!» intervenne Shacklebolt, brandendo la bacchetta.
«Il serpente! Dov'è il serpente!?» domandò Harry, dopo essersi portato più vicino a Dobby.
«È al maniero» dichiarò. Parole di gioia si levarono dai presenti ma, prima che potessero cantare vittoria, l'elfo domestico aggiunse un dettaglio di vitale importanza. «Sotto il presidio di Madama Lestrange».

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