La Gringott

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Disclaimer: Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte del loro universo sono di proprietà di J.K.Rowling.
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- HEAL THE WORLD -

CAPITOLO 3 
La Gringott


Dobby era giunto a notte fonda a Villa Conchiglia, portando con sé delle fiale di Polisucco rubate alle scorte di un negozio a Nocturne Alley, la Gazzetta del Profeta degli ultimi giorni e anche delle bacchette rubate ad alcuni Ghermidori, così che i ragazzi ne avessero di scorta.
Li aveva trovati svegli a rimuginare sul piano del giorno dopo e, a sua grande sorpresa, anche il giovane Malfoy era stato coinvolto attivamente nella spedizione.
Dobby aveva sempre odiato la famiglia che l'aveva schiavizzato ma, doveva ammetterlo, il rampollo non l'aveva mai trattato male come invece aveva fatto Lucius.
Era solo stato un bambino viziato e arrogante, ma non l'aveva mai né schernito né maltrattato fisicamente. Era certo di essere stato il suo elfo preferito, quando il piccolo Draco non aveva più che tre o quattro anni. Padron Lucius aveva redarguito più e più volte il figlio di smetterla di giocare a inseguirlo, o di far finta di duellarci insieme.
Quel che Dobby aveva notato era che Draco fosse stato sempre un bambino molto solo. E in quel momento, sebbene detestasse la sua vecchia famiglia in cui serviva, non gli dispiaceva l'idea che finalmente il giovane Malfoy fosse passato dalla parte di Harry Potter. Il suo grande amico Harry Potter! Avrebbe dato la vita per lui, Dobby, e avrebbe fatto quanto in suo potere per aiutarlo.

I ragazzi si svegliarono alle prime luci dell'alba, dopo aver dormito a malapena quattro ore striminzite. Si prepararono in fretta e furia, con il cuore a mille e il terribile presentimento che non sarebbe andato tutto come sperato. E, infatti, una visita improvvisa di cortesia da parte di Remus, Tonks e il piccolo Teddy aveva loro impedito di partire nell'immediato. Harry fu così felice di conoscere il nuovo arrivato! Lo stesso non si poté dire di Draco che, pur di non dover perdersi nell'imbarazzo di conoscere il lontano cugino, aveva finto acciacchi ed era rimasto in camera a rimuginare. Nessuno aveva insistito, anche perché nessuno aveva intenzione di sorbirsi i malumori e i borbottii di Malfoy.
Dovettero attendere metà pomeriggio per partire, quando tutti si ritirarono nelle loro stanze per una pennichella. Dopo aver dormito così poco durante la notte, un sonnellino avrebbe giovato anche loro, ma non c'era tempo da perdere.
Dobby aveva procurato la Polisucco necessaria per la trasformazione di quattro o cinque persone ma, purtroppo, non avevano materiale genetico di sufficienti Mangiamorte per poter procedere alla trasformazione.
Ron dovette accontentarsi di trasfigurarsi ed evocare dei vestiti adatti all'occasione, mentre Hermione – come concordato – si trasformò in Bellatrix Lestrange. Harry e Unci-unci sarebbero stati ben nascosti sotto il Mantello dell'Invisibilità. Sulle notizie del Profeta, Lucius e Narcissa Malfoy non sembravano essere passati a miglior vita, quindi Draco poté prendere in considerazione l'idea di utilizzare il capello trovato sulla propria giacca.
Un vero sollievo, per lui, sapere che si trattasse di quello di suo padre. Avrebbe evitato volentieri di dare a Weasley l'opportunità di prenderlo in giro mentre indossava vestiti da donna.
Quando Dobby lo vide prendere le sembianze del suo vecchio padrone, l'elfo squittì d'orrore e si smaterializzò altrove.
«Malfoy... sei ancora più inquietante del solito» lo schernì Ron, nel vederlo nelle sembianze di Lucius.
«Mi piacerebbe dire lo stesso di te, ma dubito penso si possa avere un aspetto peggiore del tuo originale» ribatté Draco.
Si legò i lunghi capelli con un nastro di raso nero, rimase però poco convinto della barba. Da quando suo padre aveva smesso di curarsi, sembrava uno di quegli orribili cantanti di gruppi hard rock, cosa che non confaceva al loro ceto sociale. Ma quello non era il momento di radersi.
Quando Hermione li raggiunse sul pianerottolo, i tre ragazzi rischiarono davvero un colpo. Era davvero, davvero inquietante vedere il folle volto di Bellatrix Lestrange tagliato in due da un sorrisetto nervoso e candido.
«Hermione... mi spiace dirtelo, ma forse sei ancora più inquietante di Malfoy» confessò Ron, trafitto non solo da una, ma due occhiatacce omicida.
Uscirono da Villa Conchiglia in punta di piedi e camminarono fino alla battigia. La salsedine riempì le loro narici, le nuvole correvano veloci sopra le loro teste. Draco si perse di nuovo a guardare il mare, a respirare aria pulita, a contemplare quel piccolo scorcio di serenità prima di tornare nel mondo reale. Nel pericolo, nella paura. Ma, quella volta, con la speranza che la paura non potesse durare per sempre, che prima o poi sarebbe finita. C'era solo da sperare che non sarebbe finita nel peggior dei modi.
Si radunarono in cerchio e, con riluttanza, Draco poggiò la mano sopra quella di Harry. Si guardarono in silenzio per alcuni secondi, gli occhi di Potter riflettevano il suo stesso sgomento. Poi Unci-unci li smaterializzò in un quartiere buio di Nocturne Alley.

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