Murk Esk, parte II

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I personaggi usati e tutto ciò che fa parte del loro universo sono di proprietà di J.K.Rowling.
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- HEAL THE WORLD -


CAPITOLO 5

Murk Esk, parte II




Harry era affranto. Frustrato oltre ogni limite dell'immaginazione umana.
Forse perché erano in giro da mesi – dieci, per la precisione – e non avevano ancora concluso il loro compito. In quel momento comprese come si fosse sentito Ron, quell'inverno.
Mancavano due Horcrux da distruggere e uno era tra le mura di Hogwarts. Il posto più difficile in cui entrare.
Sospirò e gettò un sassolino nel fiume che scorreva di fronte a lui. Era difficile, molto difficile. E paradossale, a tratti, che tutto ricadesse sulle spalle di tre adolescenti.
Quattro, rifletté poi Harry in un sorriso mesto. Oramai erano diventati in quattro e non poté che ringraziare il cielo, di ciò. Se non fosse stato per Draco sarebbero morti alla Gringott e, prima ancora, sarebbero morti al maniero. E sarebbero stati in procinto di morire a Hogsmeade e chissà quanti altri insieme a loro, se per caso fortuito fossero riusciti a varcare le soglie di Hogwarts.
Gettò un altro sasso nel fiume. Era una manna dal cielo che Draco fosse con loro, sì, ma proprio non riusciva a sentirsi esasperato e affranto da quella situazione.
«Potter, Potter, Potter...» la voce strascicata del suddetto lo colse alle spalle. A pensar del diavolo!
Malfoy, con le braccia conserte e con addosso la sua migliore espressione beffarda, sostava in piedi dietro di lui.
«Quando imparerai a mettere insieme quei due neuroni ubriachi che hai in testa?» domandò quindi, in tono di scherno.
Una manna dal cielo, certo, ma anche un grandissimo manico di scopa nel didietro.
«Malfoy, forse non hai capito l'importanza di questa cosa».
«Beh, capirei certo di più se avessi delle spiegazioni dettagliate ma, per quieto vivere, mi atterrò al vostro protocollo discrezionale. Ad ogni modo... hai mai pensato che potremmo materializzarci dentro a Hogwarts?» domandò poi con aria disinteressata, togliendosi un pelucco dal maglione.
Harry storse il naso. Si era rincretinito tutto d'un tratto? Aveva ribadito più volte che non fosse possibile farlo.
«Non possiamo materializzarci dentro, l'abbiamo già appurato».
Draco smise di spiluccarsi il maglione e gli incatenò gli occhi addosso.
«Noi no... ma gli elfi sì, giusto?» sibilò con un ghigno.
Harry spalancò gli occhi. Dobby. Avevano Dobby!
Si alzò di scatto e aprì più e più volte la bocca per dire qualcosa, senza però concludere un bel niente. Damine, due cervelli da Hermione Granger nel loro gruppo facevano molto, molto comodo.
«Draco... tu... sei» scandì, gesticolando con le mani di fronte al bel viso compiaciuto della serpe.
«Lo so, lo so. Inutile continuare a tessere le mie lodi...» si vantò, spolverandosi le unghie della mano sul petto. «Oh, ma se vuoi continuare non è che mi disp-»
Harry alzò gli occhi al cielo e non riuscì a nascondere un certo divertimento, tuttavia quello non era il momento di alimentare l'ego di Malfoy. Lo prese per un braccio e lo trascinò con sé dentro la tenda, interrompendo i suoi vaneggiamenti.
«Andiamo!»


Appurato - con evidente disappunto di Ron - che Draco fosse geniale, i ragazzi iniziarono a porsi interrogativi su come avrebbero potuto fare per attirare Dobby lì. Avevano pensato anche a Kreacher per un momento, poi però si erano ricordati che si erano ripromessi di non richiamarlo a loro – dopo che Yaxley li aveva seguiti fino a Grimmauld Palce. Valeva davvero la pena rischiare di richiamare Kreacher e tirarsi dietro altri Mangiamorte? Forse no.
Non potevano tornare a Villa Conchiglia, Harry aveva il brutto presentimento che Voldemort avesse appreso di quel luogo tramite la visione. E, ad ogni modo, dubitavano che Dobby si trovasse ancora nei paraggi. Sicuramente non era a Hogwarts, dato che era considerato un traditore della patria almeno tanto quanto loro, per averli aiutati.
Ciò pose l'interrogativo sul fatto se Dobby avrebbe potuto davvero materializzarsi lì dentro o avesse delle restrizioni ma, ovviamente, non avrebbero potuto scoprirlo se non chiedendoglielo di persona.
Il che riportava alla questione: dove trovarlo?
«Se fosse stato ancora sotto la famiglia Malfoy, mi sarebbe bastato uno schiocco di dita per evocarlo. Ma qualcuno ha pensato bene di farmi perdere il mio elfo preferito» sibilò Draco, scoccando un'occhiata tagliente in direzione di Potter.
Ron rabbrividì e, per la prima volta, provò come l'innato istinto di dover proteggere Malfoy.
«Non davanti a Hermione, Malfoy, se non vuoi sorbirti una gigantesca pippa sul crepa» lo supplicò. Hermione, indignata, incrociò le braccia al petto.
«Mille volte, Ron! Si chiama C.R.E.P.A, non crepa» puntualizzò lei. Harry soffocò una risata e rimembrò i bei vecchi tempi.
Draco invece storse il naso.
«Cosa diavolo è il cre... oh, dimenticavo: chissenefrega!» berciò, esasperato da quelle inutili chiacchiere.
«Ad ogni modo, quell'elfo ha una particolare predilezione nell'avvertire quando mi trovo in pericolo» si intromise Harry, giusto per scongiurare la suddetta gigantesca pippa. «Quindi, se mi trovassi in pericolo-OUCH! MALFOY!» gridò poi, colpito in pieno volto da uno schiaffo a mano aperta da Draco.
Ron prese quest'ultimo per il bavero e lo sollevò di peso. «FARABUTTO!» gli ringhiò in faccia, paonazzo.
«Volevo solo vedere se appariva l'elfo, mettendo in pericolo Potter!» gridò Draco di rimando, le mani sollevate come per scusarsi.
Ron soffiò aria calda dalle narici, poi mollò la presa e scosse la testa.
Harry controllò con il dorso della mano se gli stesse uscendo il sangue dal naso e si massaggiò la guancia.
«Merlino, quanto ti odio!» borbottò, volgendo un'occhiataccia a Malfoy, il quale scoppiò in una fragorosa risata.
La tensione, in qualche modo, si allentò.
«Beh, comunque Dobby non è arrivato» constatò l'ovvio Hermione, poi scosse la testa con disappunto.
«Sarà forse che Malfoy ha un modo davvero poco virile di picchiare le persone?» ghignò quindi Ron.
Draco, infrangendo almeno ventisette regole del Codice del Perfetto Aristocratico, gli regalò un gesto così volgare che fece sghignazzare Harry e inorridire Hermione, accompagnato da un rozzo ma sempreverde: «Segati, Weasley».
Per la prima volta, dopo chissà quanto tempo, si ricordarono di essere adolescenti.

Heal the world || 𝑫𝒓𝒂𝒓𝒓𝒚 ||Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz