Capitolo 19

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Howard Stark mi diceva sempre che nella vita non esiste un solo amore.
Che ce ne sono vari: alcuni che ti lasciano il segno, altri ti consumano ed altri ancora che se ne vanno, e basta.
Sopratutto per me che sono immortale, questo tipo di sentimento può presentarsi più volte nella vita.

"Quando arriva, te ne accorgi, inizi a non ragionare più lucidamente, ti senti come se l'aria iniziasse a mancare, ed il tempo fermarsi. Passeranno dei secondi che sembreranno ore, quella persona sarà l'unica cosa importante, ed in quel momento avrai la consapevolezza che potrà essere la tua salvezza, o la tua rovina"

Mi era sempre stato d'ispirazione quell'uomo.
Forse aveva alimentato in me qualche strana speranza che un giorno anch'io avessi potuto trovare ciò che gli umani tanto si ostinavano a definire amore.

Quello che ti fa star bene, che ti riempie sia l'anima che il corpo, che non ti fa sentire mai sbagliata.

«Non esiste la persona perfetta, però esiste chi non ti farà mai sentire sbagliato. Ed è li che capisci ciò che conta davvero: trovare qualcuno con cui essere esattamente te stesso».

A quel tempo non riuscivo nemmeno ad immedesimarmi in quelle parole.
Oggi invece, stavo iniziando ad elaborarle.
Non solo per Loki, ma per ciò che sentivo quando ero vicina al Capitano.

Non riuscivo ad accettare le emozioni che mi inghiottivano quando ero in sua presenza, figuriamoci dirle ad alta voce.
Speravo solo che un giorno, potessi trovare il coraggio di sputarle fuori e non pentirmene.

Ormai non mancava molto alla festa di Tony.
Mi guardai ancora una volta allo specchio: i capelli raccolti in uno stretto chignon, il trucco abbastanza leggero, ed un lungo abito nero fasciava alla perfezione tutte le mie forme.
Una strana sensazione mi salì a livello dello stomaco, come se ci fosse un macigno poggiato sopra che bloccava perfino un respiro più pesante.
Ero agitata, ma non ne avevo motivo, non in quel momento, almeno.
Inspirai profondamente per poi espirare, mi girai incamminandomi verso la porta.
Abbassai la maniglia pronta per uscire.
Sarebbe stata una magnifica serata, dovevo rimanere tranquilla.
Mi incamminai verso l'ascensore, ed una volta premuto il pulsante aspettai.
Una figura si posizionò al mio fianco, e quasi mi mancò il respiro.

Steve era di una bellezza mozzafiato.
I capelli biondi erano fissati con un po' di gel, una camicia azzurra con un completo giacca e pantalone blu scuro gli facevano evidenziare ancora di più le pozze color oceano che tanto mi ipnotizzavano.
Entrammo nell'ascensore, eravamo soli e nessuno dei due disse mezza parola.
Cercai di distogliere lo sguardo il più possibile, ma l'aria ricca di tensione si poteva percepire a chilometri di distanza.
Forse la nostra vicinanza in uno spazio così limitato, aveva fatto caricare l'atmosfera di una strana euforia.
Sentii il mio respiro accelerare, insieme al battito cardiaco.
La sua testa si girò verso di me, ed io mi morsi il labbro.

«Oh, al diavolo i problemi» grugnì.

Si avventò su di me, sbattendomi contro la parete dell'ascensore.
Senza rendermene conto, ero inchiodata al suo corpo.

Cosa diavolo mi stai facendo?

Con una mano mi afferrò lo chignon alzandomi il viso verso di lui e con l'altra mi teneva ferma il fianco.
Si avventò sulle mie labbra.

Si avventò sulle mie labbra

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PHOENIX ☯︎︎//MARVELWhere stories live. Discover now