Capitolo 40

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ATTENZIONE, A FINE CAPITOLO LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE, CI TENGO MOLTO!
Voglio precisare già da qui, che in un dialogo mi sono rifatta ad un episodio davvero molto emozionante di una serie tv che credo in molti riconoscerete (bhe l'intero capitolo in realtà è ispirato a quello)
Perciò buona lettura!


È normale che il giorno delle proprie nozze la sposa sia un po' in ansia, no?
Come è anche normale non riuscire a respirare bene per tutto il tempo.
Si, insomma, questo dovrebbe essere il giorno più importante della mia intera ed immortale esistenza ed è più che logico essere in ansia, giusto?
Guardai ancora una volta il mio riflesso davanti allo specchio circolare difronte a me.
I capelli lasciati ondulati, il trucco naturale con un solo filo di eye-liner sopra gli occhi, le labbra tinte di un rosa cipria.
Era tutto perfetto, ma allora perché mi sentivo così agitata?
Mancava poco più di un'ora alle nozze ed io stavo per avere un crollo emotivo.
Le nozze si sarebbero tenute alla cattedrale di San Patrizio, e dopo quasi un mese di confessioni e riti cattolici abbastanza inutili, il giorno tanto atteso era arrivato.
Tony aprì di sbotto la porta, e con lui entrarono sia Natasha che Wanda.
Il primo, aveva un vestito nero, ed una cravatta in tinta con i vestiti delle damigelle: rosa cipria.
Natasha era la damigella d'onore, con un lungo abito fatto in tulle, le fasciava in modo impeccabile tutte le forme.
Era stretto in vita, e scendeva con uno strascico fino a terra.
Il tulle drappeggiato e la scollatura a cuore, la rendevano molto femminile, cosa che in realtà, già era.
Wanda, invece, aveva sempre un vestito color cipria, ma leggermente più corto.
I capelli di entrambe erano sciolti sulle spalle.
«Sei bellissima svitatella» mi venne dietro Tony poggiando le mani sulle mie spalle.
Ci vedevamo entrambi riflessi nello specchio.
Sorrisi, e lui mi diede un dolce bacio sulla guancia.
Mi alzai, e mi vidi allo specchio per intero.
Il vestito aveva una scollatura a cuore, e stringeva la vita in modo tale da evidenziarla ancora di più.
Poi scendeva con metri e metri di tulle che davano l'aspetto di una vera principessa.

Questa non sono io.

«Lo sposo non vede l'ora di vederti» commentò stringendomi ancora di più.
Una morsa mi attanagliò lo stomaco, stringendomelo sempre di più.
Ad un certo punto mi sentii mancare l'aria drasticamente.
Il corpetto iniziò a stringermi troppo, iniziai ad annaspare.
«Non riesco a respirare» balbettai, andando avanti ed indietro per la stanza.
Poggiai una mano sulla schiena e toccai i bottoncini del corpetto «Questo vestito mi blocca la circolazione» la mia voce iniziò a farsi stridula.
Tony, Natasha e Wanda si avvicinarono a me preoccupati.
«Forse dovrei togliere questo vestito. Si, anche solo per un minuto, devo toglierlo» faticai a respirare sempre di più.
Tony mi prese il volto tra le mani e mi obbligò a guardarlo negli occhi «Nessuno toglierà questo vestito» mi ammonì «Sei agitata, è normale. Wanda versarle un bicchiere d'acqua» ordinò alla mia amica.
«Mi devo sposare, non sono mica incinta!» esclamai al miliardario, poi mi rivolsi verso Wanda che si stava avvicinando al frigo bar della stanza d'attesa «Uno scotch, doppio».
«Sai che dovresti essere nelle tue piene facoltà mentali e fisiche per dire il fatidico sì?» mi rimbeccò il miliardario.
Io cercai di respirare in modo più regolare, ma senza successo.
Il petto si alzava ed abbassava ad un ritmo forsennato «Mi serve per rilassarmi» mi giustificai.
Wanda allungò il braccio verso di me, e mi porse il bicchiere.
Io lo presi e ne scolai metà.
Ci trovavamo nella sala d'attesa della cattedrale.
Lo sposo aveva una sua ala, mentre la sposa un'altra.
Categoricamente separate, per evitare che entrambi potessero vedersi.
La stanza che mi avevano assegnato era enorme.
Sembravano tre stanze in una.
C'era uno spazio dedicato alla postazione trucco, poco più vicino vi era la porta del bagno, un divano in pelle bianco per far accomodare le damigelle, ed un mini frigo.
«Ok, io ora esco, ho delle ultime cose da fare» ci disse Tony.
Io annuii e cercai di respirare il più lentamente possibile.
«Stai bene?» mi chiese Nat.

PHOENIX ☯︎︎//MARVELWhere stories live. Discover now