35. l'indomani ci aspetta

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Narratore's POV

"Hai visto chi sta giocando nel campo B?" chiese, un alto ragazzo dai capelli neri come la pece, con quel suo tipico ciuffetto sbarazzino, mentre incrociava le braccia lungo la ringhiera e volgeva il suo sguardo verso il penultimo campo sulla destra.
Il suo amico di fianco a lui, drasticamente più basso e dai capelli più lunghi di un bicolore a tutti ben noto, assottigliò gli occhi verso la direzione che il suo compagno gli aveva appena annunciato.
"Aoba Johsai contro Dateko, potrei scommettere sul vincitore" rispose infilandosi le mani nelle tasche della grande felpa.
"E sentiamo, chi vincerà?" ripropose la domanda il corvino mentre ridacchiava per l'espressione che l'altro stava facendo.
"Che gusto ci sarebbe se te lo dicessi? Scopri la fine di un gioco solo dopo averlo finito" disse nuovamente, tirandosi su anche il cappuccio e raggomitolandosi nel tessuto caldo che gli ricopriva la pelle.
"Sei sempre il solito Kenma" scherzò, alzandosi dalla ringhiera e avvolgendo le spalle dell'altro con una delle sue possenti braccia. "Che ne dici, andiamo a vedere come finisce?" continuò.
"In verità non è che io ne abbia tanta vogli-" provò a dire.
"Perfetto andiamo!!" ma venne fermato dall'altro che lo trascinava di peso, verso il campo B.
"Anche tu sei sempre il solito, Kuroo" disse il più basso, nascondendo un sorriso sincero.

Ed infatti, su quel campo, si stavano svolgendo i primi fatidici scambi tra due squadre molto temute all'interno del girone in cui si trovavano: l'Aoba Johsai, appena uscita vincente da un primo match pulito e senza troppi colpi di scena e così, ugualmente anche il Dateko era riuscito a superare il primo turno.
Si erano quindi trovati sul proprio cammino un avversario degno della propria stazza, un avversario che era consapevolmente temuto da molti ma anche apprezzato e stimato.

L'istituto tecnico Dateko rimase sempre, nel tempo, quel tipo di squadra che riusciva a causare grossi problemi in vista delle loro particolari capacità. Venivano conosciuti come "il muro di ferro" e quale altro nome gli sarebbe potuto calzare meglio se non questo?
Tutti sapevano, che i loro muri erano impeccabili , il 90% delle volte raggiungevano la perfetta combinazione che dava vita ad un muro senza crepe: compostezza, tempismo, coordinazione, resistenza e intelligenza. Questo era il Dateko, nè più nè meno.

[T/n] e tutto il Seijo, erano ben consapevoli delle loro strategie difensive estremamente elevate, ed infatti avevano già escogitato un piano che potesse funzionare contro quel loro impeccabile muro.
"Kunimi-Kun, sai cosa fare" aveva detto, poco prima del fischio di inizio, la manager, guardando dritto negli occhi il suo migliore amico. Il corvino annuí subito e, sentendo il coro sugli spalti, tutti si girarono verso quella direzione e sul loro volto comparì un leggero sorriso sincero.
Avrebbero vinto anche quella partita, [T/n] lo sapeva.
E come quella, così anche la prossima e quella dopo ancora, fino ad arrivare ai nazionali.
Aveva fiducia in tutti loro e nelle loro grandi capacità.

Da ormai venti minuti la partita era iniziata, ed ora si trovavano alle fasi finali del primo set. Il vantaggio era a favore dell'Aoba Johsai, che in quel momento stava sfruttando al meglio la strategia elaborata da [T/n] nei mesi prima dell'interliceale.
Kunimi, Kunimi era la chiave del piano per aggirare il muro di ferro del Dateko.
Tutto consisteva nel fargli fare da esca, e posso assicurarvi che [T/n] non aveva scelto per niente a caso proprio lui. Kunimi, tra tutti, possedeva la giusta concentrazione e freddezza in campo che riusciva a mantenerlo lucido e costante in tutti i suoi movimenti, ed era questo essenzialmente che serviva alla squadra durante quella partita.
Un'esca, sull'ala sinistra, che attirasse il muro avversario per poi lasciare il posto al vero protagonista dell'attacco, il loro asso Iwaizumi. Iwaizumi era, proprio come Kunimi, una persona estremamente precisa e impeccabile, colui che riteneva il proprio impegno verso i suoi compagni, non solo un piacere, ma anche una forma di rispetto. Anche lui rimaneva concentrato il più possibile per assicurare che, per l'appunto, il piano potesse funzionare al 100%.
Ma si può dire che colui che coordinava il tutto, era sicuramente l'eccellente alzatore dai capelli color nocciola.
Oikawa Tooru era come il direttore di una grande orchestra, colui che incastrava i pezzi e li sfruttava al meglio conoscendone le loro abilità e punti di forza.
[T/n], seduta sulla sua solita sedia, mentre giocherellava con una ciocca dei capelli [c/c] e vedendo la sua squadra entusiasta nel fare punto grazie al suo fondamentale piano strategico, si ricordò della prima volta in cui lo aveva visto giocare.

Eri tu? - Oikawa x Reader - Haikyuu!!Where stories live. Discover now