29. ho tante cose da dirti

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T/N's POV

Ormai fuori, la luna aveva preso ampio spazio nel cielo scuro, ricolmo di stelle luminose come tanti puntini che coloravano un grande dipinto. La protagonista della sera, risplendeva sulle finestre dei corridoi, trapassando ed illuminando ogni singola superficie disponibile al suo volto.
Sembrava davvero come una madre, chiara e serena, grande e saggia, mentre era circondata da tutte le piccole chiazze di luce, grandi o piccole che fossero.

Forse mi mancava mia madre in quel momento, mentre camminavo ,con passo veloce , alla ricerca del ragazzo che da giorni tormentava i miei pensieri e mi aveva causato ben tre notti insonne.
Forse davvero mi serviva la mia figura di riferimento, l'unica che alla fine c'era dall'inizio della mia vita, dal primo battito del mio piccolo cuore, alla quale potessi affidarmi e abbracciarmi mentre mi veniva detto che sarebbe andato tutto bene.
"Mi manchi davvero tanto, mamma" ora, così lontana, si stava perdendo tanto della mia vita.

Sarebbe andato davvero tutto bene ?

Questa enorme bugia che spesso ci viene detta, solo per tranquillizzarci e colmare quel vuoto che l'ansia e l'agitazione svuotano.
E viene detta forse perché non si trovano le parole giuste per confortare qualcuno; non deve essere così facile farlo.
Non sono ancora riuscita a capire come consolare qualcuno nel momento del bisogno, forse perché dipende anche da persona a persona , ma io, in generale, non sono fatta per questo genere di cose.
Invece la tranquillità con la quale lo aveva fatto Kuroo, pochi minuti prima, mi aveva davvero stupita. Non solo le sue parole erano completamente sincere, ma erano anche sensate ed erano riuscite ad entrarmi nel profondo del cuore.

Non ti ringrazierò mai abbastanza per queste fatidiche, poche ma importanti, parole, Kuroo.

Forse, come mi aveva detto proprio Tooru, dovevo iniziare a fidarmi di più delle persone, provare ad aprirmi e parlare con loro, fare amicizia e non trattarle come sconosciute dall'inizio alla fine. Si, forse aveva davvero ragione.

Sospirai profondamente mentre continuavo a camminare con passo spedito.

Niente, niente niente da fare.
Non trovavo Oikawa da nessuna parte mentre vagavo nel grande corridoio che ospitava le camerate di tutte le squadre.
Dovevo parlargli e il più velocemente possibile.
Rallentai, presi il telefono dalla mia tasca e subito lo schermo luminoso mi accecò, obbligandomi ad abbassarne la luminosità.
Notai l'orario: 03:19. Ora si spiegava il perchè di tutto quel silenzio.
Ed era vero, un silenzio davvero pesante riempiva quegli spazi, colmandone ogni piccolo angolo.
Non sentivo niente, se non il mio stesso respiro irregolare e il battito del cuore che non accennava a rallentare.
Mi sarei dovuta sentire stanca, vista l'ora? Probabile, ma al contrario, mi sentivo davvero carica.
Come se le emozioni mi stessero trapassando, infliggendo colpi su colpi, tenendomi sveglia, reattiva e viva.

Non avrebbe risposto, ma almeno un paio di tentativi volevo farli.
Cercai il suo nome: "Oikawa quello perfetto" così si era auto-salvato tempo fa.
Mi ricordo ancora quel giorno, ci eravamo conosciuti da poco e, nonostante non mi piacesse come tipo, la sua compagnia, piano piano, stava iniziando a non dispiacermi.
Ridacchiai, mentre una piccola gocciolina scendeva, veloce e silenziosa, lungo la mia guancia, fino a cadere sullo schermo del cellulare.
Hai sempre cercato di farmi stare bene e a mio agio, solo e semplicemente, restando te stesso.
Sempre il solito scemo.

Decisi di premere il pulsante e una piccola serie di squilli iniziò.
Subito dopo venne interrotta da il suono che segnalava il fatto che la chiamata fosse stata appena rifiutata.
Un'altra volta. Non posso arrendermi ora.
E di nuovo venne rifiutata subito, dopo solo un unico squillo.
Un'ultima. Ti prego, ho bisogno di te.

"Mi sembrava di essere stato chiaro con le prime due chiamate" rispose subito alla terza ed ultima volta. La sua voce era soffocata, strozzata e rauca, come se per tanto tempo fosse stata tormentata dai singhiozzi che forse, erano ancora rimasti intrappolati in gola.
"Posso sapere dove sei?" domandai, volevo parlagli direttamente, faccia a faccia.
"No, non voglio farmi trovare" ridacchiò, ma una di quelle risate finte che cercavano di nascondere il lato debole e appena ferito.
"Per favore Tooru" le mie richieste probabilmente non sarebbero servite a niente.
"Forse, in bagno" rispose con tono ironico.
"Stai mentendo, non ci sei".
"Magari hai guardato in quello sbagliato, no?" impossibile.
"Li ho controllati tutti" ed era vero, da quando avevo finito la conversazione con Kuroo, non avevo smesso la ricerca del castano.
"Senti [T/n], non abbiamo niente da dirci, è inutile che continui a cercare" disse dopo un piccolo momento di silenzio.

Eri tu? - Oikawa x Reader - Haikyuu!!Where stories live. Discover now