34. un sangue nuovo

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Narratore's POV

In quella mattinata fredda di gennaio, in quella grande palestra piena di persone, molti cuori stavano battendo all'impazzata, dentro il petto di ognuno.
La luce chiara e delicata del sole, gelida quasi quanto la temperatura all'esterno, filtrava dalle grandi vetrate dell'immensa struttura e si imbatteva contro le sedie sugli spalti, o almeno su quelle ancora vuote.
Ed invece, ad illuminare i vari campi al centro dell'enorme area, ci pensavano le abbaglianti luci appese al soffitto.
Il pavimento era composto non dal tipico legno presente nelle palestre scolastiche, ma da un materiale parecchio più solido e regolare, tinto di un colore blu intenso e tipico delle palestre che venivano sfruttate per gare importanti e partite.
Era un materiale che [T/n] non riusciva ad identificare, ma poteva affermare che al tatto con la suola delle proprie scarpe, risultava piacevole.

Si lasciò catturare dai vari rumori presenti: i fischi degli arbitri; i palloni che rimbalzavano, cadevano, fluttuavano e restavano in aria con intensità diverse; il rumore delle scarpe apposite per lo sport della pallavolo, che incontravano il pavimento; le urla e gli incoraggiamenti dei vari giocatori nei campi che già si erano inoltrati nel bel mezzo del match e per finire, il rumore che era più percepibile e che colmava e riempiva completamente l'interno di quella struttura: la voce degli spettatori, così tanti e indecifrabili all'orecchio della ragazza. L'unica cosa che era facilmente distinguibile erano i vari cori delle squadre che facevano il tifo per il rispettivo club di pallavolo. Tutti insieme, davano un piccolo sostegno singolo che però unito a quello degli altri, diventava grande, per i propri compagni sul campo.
[T/n] lo trovava bellissimo.
Si voltò anche lei alle proprie spalle, dove si trovava la tribuna dell'Aoba Johsai, che con i suoi striscioni bianchi e azzurrini, proprio come il colore della loro divisa, supportava i ragazzi che ormai erano scesi in battaglia e aspettavano solo il fischio di inizio.
Un po' gli occhi le brillarono a quella vista, e in quel momento si ripromise ,ancora una volta, che avrebbe dato tutto il supporto possibile ai suoi compagni, non che amici.

E finalmente il fischio di inizio non esitò ad arrivare e segnare così, l'inizio della prima partita dell'interliceale. 

[T/n] si sedette meglio sulla propria sedia, accanto all'allenatore e al vice, aprendo la sua solita agenda scarabocchiata e facendo girare la penna attorno alle proprie dita scomposte e distratte così come il suo sguardo, fin troppo concentrato per poter incontrare quello del castano, che dal campo, la guardava senza riuscire a smettere.

Ed infatti tra una palla e l'altra, quello era lo sguardo che cercava. Come se avere sotto gli occhi la ragazza più importante tra tutte, riuscisse a calmarlo e a dargli, allo stesso tempo, la potenza e la carica per affrontare la partita con grande serietà. Come se volesse dare il meglio del meglio, solo per dimostrarle qualcosa che nemmeno lui riusciva ad identificare, ma qualcosa di sicuramente molto importante. In fondo era fatto proprio così.

Il pallone fluttuava e passava così tra le mani dei vari giocatori, tocchi leggeri, tocchi duri e pesanti, tocchi strategici e tocchi carichi di potenza. 
I ragazzi non stavano giocando per niente male, anzi, ma dall'altra parte, la squadra dello Yutai sembrava essere poco concentrata ed estremamente scoordinata. Tanti erano infatti gli errori dalla loro parte del campo e pochi i punti effettivi dell'Aoba che comunque stava giocando un'ottima prima partita. 
Eppure c'era qualcosa che a [T/n] non tornava per niente.
Dov'era quel famoso palleggiatore numero 5 che era l'unico con delle ottime capacità rispetto agli altri? In campo non c'era e la ragazza non riusciva a capire se nella panchina avversaria, tra tutte quelle teste, si potesse trovare anche la sua.

E così il primo set finì, con la vittoria da parte del Seijo e un cambio campo molto rapido.
Erano molto felici, ma non abbastanza soddisfatti e forse ancora troppo concentrati sul set appena finito, e pur sempre carichi per il prossimo.
"Temo che il numero 5 sia solo il loro asso nella manica e sono anche abbastanza convinta che per questo set lo facciano giocare" disse la loro manager una volta che tutti si furono radunati attorno a lei.
Dopo aver passato a tutti asciugamani e borracce ed essersi riposati per qualche minuto, il secondo fischio di inizio si fece sentire, indicando l'entrata dei giocatori e la partenza del nuovo set.
Nel caso si fosse visto di nuovo a favore della squadra dei nostri protagonisti, allora la partita sarebbe finita con un semplice e pulito 2 a 0, in caso contrario, un ulteriore set finale avrebbe decretato il vincitore.
Sia Oikawa che [T/n] e così anche tutti i loro compagni, si sentirono scorrere nelle vene un sangue nuovo, un sangue che bramava così tanto la vittoria. Si rivolsero uno sguardo, lui all'indietro prima di aggregarsi agli altri, e un piccolo sorriso complice di qualcosa che non aveva bisogno di parole.
E non appena la ragazza rivolse la propria attenzione sul campo avversario, ritrovò la testa bionda del numero cinque. Dai capelli estremamente biondi chiaro, quasi bianchi, che si abbandonavano dolci e scomposti, un viso delicato e grandi occhi marroni che cercavano di nascondere la sua notevole scarsa altezza. Aveva uno sguardo candido e a tratti sembrava quello di un bambino, mentre con i suoi compagni sembrava estremamente timido. Quelli gli diedero una pacca di incoraggiamento, visto il notevole ed importante ruolo che gli era stato assegnato; e un po' preso dall'ansia, si lasciò scappare una risatina imbarazzata.
[T/n] osservava da lontano la nuova figura sconosciuta apparsa in gioco e nel mentre non si accorse che il secondo set era già iniziato.
I primi passaggi furono semplici e veloci, a favore dell'Aoba Johsai che veniva sostenuta dalla propria tifoseria sugli spalti. 

Tutto finchè il piccoletto non passò in prima linea e fu lì che iniziarono i problemi: Una serie di pallonetti, a qualsiasi occasione possibile e inaspettata si ritrovò a cadere nel campo della squadra favorita, cosa di cui la ragazza aveva avvisato tutti. 
Per non parlare poi delle alzate strategiche e facili da colpire che faceva; e in breve tempo lo Yutai raggiunse il punteggio del Seijo.
Lo sguardo complice e intuitivo di [T/n] verso l'allenatore, lo invitò a chiamare un time out.
Aveva un piano, una strategia che voleva sfruttare una piccola falla che aveva notato nel suo attacco di secondo tocco.
"Se avete notato, effettua i pallonetti solo quando le alzate gli arrivano poco precise o scorrette" iniziò mentre i suoi compagni si riposavano per quei pochi secondi.
"Ci basterà battere in modo estremamente facile, lasciarli attaccare, visto che il loro attacco non è per niente forte, e poi contrattaccare di conseguenza" disse con tono deciso.
Compresero in pochi secondi e poi la guardarono con sguardo di complicità, soprattutto Oikawa che credeva nelle sue strategie.
Il time out finì e subito il piano della manager venne messo alla prova.
Kunimi servì la palla nell'altra parte del campo con una battuta molto semplice che infatti, i giocatori dello Yutai ricevettero senza problemi, mandandola perfettamente in testa al loro alzatore numero cinque. Proprio come previsto, il biondino alzò una palla praticamente perfetta allo schiacciatore che però si era ritrovato fuori tempo e per quello aveva ridotto la potenza dell'attacco. Watari, il libero degli azzurrini, la raccolse senza troppi problemi e per permettere così ad Oikawa di fare una di quelle sue meravigliose alzate ad Iwaizumi.
Quella schiacciata, con quella potenza e con quella angolazione, fece venire la pelle d'oca a chiunque stesse guardando la partita.
E così dagli spalti si generò un grido di esultanza alla vista di quella bellissima schiacciata, che accompagnò la squadra alla vittoria effettiva anche del secondo set.

Un piccolo volto sconsolato ma non troppo, comparve sui giocatori dello Yutai che, dopo aver stretto la mano a quelli dell'Aoba, lasciarono il campo con un sorriso dispiaciuto.
L'altra squadra invece corse dalla propria manager per tirarla su e iniziare a gioire per la vittoria appena avvenuta.
"SEIJO! SEIJO!" la tifoseria nello sfondo attirò l'attenzione di tutti loro, che si stavano vivendo quel momento di felicità e fece comparire sul volto di ognuno di loro, un enorme sorriso.
  
Uscirono dal campo per lasciarlo libero per la prossima partita e si diressero verso gli spalti per riposarsi e guardare anche altri match.
"Tieni ti ho preso un po' di acqua fresca" disse [T/n], allungandogli una bottiglietta e sedendosi di fianco ad Oikawa.
"Grazie timidina" le rispose catturandole un piccolo e veloce bacio sulle labbra sottili e calde, che la ragazza non poté prevedere.
Lo guardò male, facendolo scoppiare a ridere. Sapeva bene quanto quei gesti in pubblico la imbarazzassero, ma era sempre un piacere vederla così.
"Nel campo B sta giocando la Karasuno, che dici ci avviciniamo?" chiese sempre lei volgendo lo sguardo poco lontano, verso l'estrema parte della palestra.
Oikawa sospirò per poi attirare il corpo della ragazza a sé e stringerla il più possibile.
"Voglio stare un po' con te" rispose con la voce da bambino bisognoso di coccole mentre le accarezzava i capelli.
"Che schifo, sei sudato" si lamentò lei e provando a liberarsi, invano.
"Ma pur sempre bellissimo" ribattè nuovamente, tipico di lui.
[T/n] non disse più niente ma sorrise, quel ragazzo era così dannatamente stupido e fantastico allo stesso tempo.

"Siete stati bravi comunque" disse dopo un po', quasi da sorprendere Oikawa che si stava addormentando.
"Chi più di tutti?" la istigò lasciandola staccare da lui in modo da poterla guardare dritta negli occhi.
"Siete stati..tutti bravi" rispose guardando da un'altra parte, ma sapeva bene che quello non era ciò che Oikawa si voleva sentir dire.
Lui le prese il mento in modo che i loro occhi si potessero incrociare di nuovo: "Mh, qualcuno sarà stato sicuramente molto più bravo degli altri, dico male?" disse con quel suo solito ghigno.
"ahhh si Kunimi è stato fantastico durante questa partita" lo istigò, ridacchiando e aggiungendo interesse a quella conversazione.
"Solo Kunimi, nessun altro?" continuò a punzecchiarla, facendo per avvicinare i loro volti.
"Ok ok, forse anche Iwaizumi è stato bravo, devo riconoscerlo" scoppiò a ridere, spezzando involontariamente il loro contatto che si era creato.
"AH SI? OK ALLORA VAI DA IWAIZUMI"disse offeso e girandosi dall'altra parte incrociando le braccia.
"Eddaii scherzavo" provò a risolvere mentre non riusciva a smettere di ridere.
"No, mi hai ferito nel profondo" continuò il suo giochino.
E a quel punto alla ragazza venne in mente un'ottima idea.
"Non vuoi vedere cosa ti sei meritato per essere stato così bravo?" in quel momento era come se si fosse scordata della marea di gente attorno a loro, come se ci fossero solo loro.
Oikawa incuriosito, si girò verso di lei con un ghigno stampato in faccia per poi dire: "Cosa ho vinto? Una ricompensa?".
E fu in quel momento che i loro volti si avvicinarono pericolosamente, soprattutto da parte di lei.
Era strano vederla prendere l'iniziativa, ma in quel momento era fondamentale non perdere, odiava farlo, soprattutto se si trattava di Oikawa.
Quando le loro labbra furono separate da un mezzo centimetro, lei deglutì rumorosamente mentre fissava quelle di lui.
"Allora?" la invitò a fare quel passo.
"AHHHHH SI ORA MI RICORDO, KUNIMI MI ASPETTA NEL CAMPO D, DEVO PROPRIO ANDARE" urlò staccandosi e alzandosi velocemente dal suo posto, recuperando la sua felpa e volendo lasciare lì un Oikawa spiazzato e tristemente deluso.
Ma così non fu, la prese per il braccio fino a trascinarla di nuovo sul posto e avvicinare di nuovo le loro labbra nel giro di mezzo secondo.
Tutto troppo veloce per i riflessi lentissimi di [T/n].
"Questo significa giocare sporco, non si fa così, timidina" disse con tono basso, affinché nessuno potesse sentire, per poi far scontrare le loro labbra in un bacio che entrambi desideravano fin troppo, ricco di passione e sentimento.
Le prese dolcemente il viso, facendo scivolare le sue dita sulla sua pelle secca e delicata, mentre tutti e due si lasciavano trasportare da quel contatto.
Non era per niente un bacio veloce, anzi, si staccarono solo in seguito alla mancanza di ossigeno.
"stronzo..." sussurrò lei, mentre si alzavano per andare a pranzare insieme agli altri.
"si lo so, ma dovresti sentirti privilegiata" le mise un braccio attorno al bacino per avvicinarla a sè mentre camminavano.
Troppa gente la stava guardando e la cosa non gli piaceva per niente.
"E sentiamo, perchè mai?" chiese divertita e confusa allo stesso tempo.

"Perchè lo sono solo e soltanto con te" si abbassò leggermente alla sua altezza per scorgere quel rosato delicato sulle sue guance che tanto adorava.
"MA CI MANCHEREBBE ALTRO, CI DOVRESTI SOLO PROVARE A FARLO CON QUALCUN'ALTRA CHE TI ARRIVA UNA PADELLA IN TESTA" urlò offesa, mentre lui se la rideva di gusto.

E tutti li guardavano, un po' confusi, ma comunque colpiti di fronte a quella forma di amore e affetto così semplice.


Angolo Autrice
EHYYYY EHYYY
come state?
Si lo so questo capitolo è uscito tardissimo, scusatemi tanto.
Per chi ha già iniziato la scuola, come sta andando?
Raccontatemi qualcosa dai UwU

Comunque salutiamo con la manina lo Yutai che ci abbandona
E next round Dateko signori

Chissà chissà

Vi ricordo di seguirmi su questo profilo per spoiler e aggiornamenti dei capitoli che scrivo in bacheca!
Grazie ancora dei 35k <3

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto 
Alla prossima!
Chiara

Eri tu? - Oikawa x Reader - Haikyuu!!Where stories live. Discover now