Un Solo Obiettivo

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Finendo di preparare il fagotto carico di pelli e cibo, Loki sospirò intristito sentendo i bambini trattenerlo dalle gambe. Appoggiando il bagaglio, si voltò verso di loro cercando inutilmente di staccarli, infatti, non appena ne allontanava uno, un altro tornava ad abbracciarlo.
"Mammina! Ti prego, non lasciarci!" lo supplicò Fenrir afferrandogli un lembo del mantello cercando di riportarlo nella zona più profonda della caverna.
"Quell'uomo cattivo non ci troverà qui! Non serve che vai via! Lascialo morire nella neve e stai con noi!" Jormungandr si avviluppò intorno al suo polso voleva convincerlo a desistere ricorrendo ai suoi occhioni neri e profondi.
"Ma-madre, per fa-favore!" Hela era inconsolabile, i lacrimoni a solcarle il volto erano così grandi da annebbiarle la vista ed impedirle di parlare in modo chiaro. Il più sconvolto del gruppo però era chiaramente Sleipnir. Il suo primogenito lo osservava in silenzio da un angolo, immobile, nascondendo il muso nella lunga criniera corvina. Essendo il maggiore, capiva meglio il motivo della sua partenza, ma, allo stesso tempo, anche i rischi a cui andava incontro, e quindi era ancora più spaventato. Vederli in quello stato era straziante, gli spezzava il cuore, ma sapeva che era la cosa giusta da fare, l'unica speranza che aveva di tenerli al sicuro, lontani dall'odio e dalla morte. Rinunciando a separarsi da loro, l'Ingannatore se li portò più vicini e li avvolse in un amorevole abbraccio. Ricacciando indietro la tristezza, tentò di sembrare più forte e sicuro di quanto non si sentisse in realtà.
"Vi amo più della mia stessa vita. Non vorrei mai lasciarvi, ma là fuori ci sono esseri potenti che vivono per distruggere ciò che non comprendono, ciò che è diverso, come noi" Asciugando i visi dei bimbi, Loki senti una stretta al petto, fu pervaso da un senso di impotenza insopportabile al pensiero di doverli abbandonare, ma era per il loro bene.
"Ho sempre fatto di tutto per darvi un'infanzia felice, ma ora... Ora i nostri nemici hanno mandato quell'uomo per scovarci e, se dovesse accadere, ci separerebbero. La nostra famiglia non esisterebbe più" concluse a denti stretti. Essere sincero si stava rivelando più difficile del previsto, ma la situazione era critica ed aveva bisogno che mantenessero l'autocontrollo per poter lasciare la caverna con il cuore un po' più leggero. I piccoli lo stava ascoltando con attenzione nonostante il pianto, erano così intelligenti, si sentì fiero del modo in cui, nonostante l'età, fossero abbastanza maturi da dargli ascolto, soprattutto in un momento così delicato. Donò un bacio ciascuno e produsse un intenso calore in modo da tranquillizzarli ancora un po', ben presto le lacrime sparirono e i singhiozzi si acquietarono, solo allora proseguì.
"Aspettate qui il mio ritorno, proteggetevi a vicenda. In caso di emergenza utilizzate i tunnel che abbiamo creato e dirigetevi nella zona più profonda ed intricata. D'accordo?" Vedendoli annuire e stringersi più l'uno all'altro, Loki sentì un grosso peso abbandonargli le spalle e si tirò in piedi, non prima però che tutti i suoi figli gli regalassero un'ultima coccola e qualche bacino. Recuperato il bagaglio, lo issò sulla schiena e mutò il proprio aspetto in modo che i piccoli potessero vederlo e riconoscerlo, poi fece loro un ampio sorriso e si infilò nella tormenta che ancora imperversava su Niflheimr diretto al rifugio di fortuna in cui aveva lasciato il principe asgardiano. Thor era molto cresciuto rispetto all'ultima volta che l'aveva visto ad Asgard, accanto al Padre degli Dei. Anche da bambino il suo sguardo trasmetteva lo stesso senso di strafottenza e superbia, ma a quanto pare aveva anche sviluppato un po' di buona educazione nei confronti di chi era ben disposto a dargli un aiuto, inoltre era dotato di una caratteristica da non sottovalutare, era intelligente quanto un sasso. Se gli dei avessero messo sulle sue tracce un abile stratega, si sarebbero trovato in seria difficoltà, ma un sempliciotto come il Dio della Folgore era facilmente malleabile. Aveva creduto a qualsiasi bugia gli era stata propinata, bastava continuare a dimostrargli la propria fedeltà e si sarebbe trasformato nella sua marionetta. Non intendeva ucciderlo, dopotutto era a causa dell'omicidio di un immortale se ora era obbligato a nascondersi come un topo, a vivere da reietto obbligando anche la propria progenie a fare lo stesso. Loki era un dio senza patria e passato, aveva rinunciato all'onore e ad alti ideali pur di essere libero ed indomabile a modo proprio, tutto ciò che gli restava erano i suoi figli e li avrebbe protetti fino all'ultimo respiro, anche a costo di perdere sé stesso. Entrando nella grotta dove aveva lasciato l'altro, se ne ritrovò il pesante martello ad un centimetro dal volto e, istintivamente, alzò la mano e ne bloccò il colpo sviandolo all'esterno non senza dolorose conseguenze. La ossa della mano sinistra e di tutto il braccio si erano spezzate all'istante, eppure rimasero in posizione di difesa, irrigiditi dall'adrenalina. Il corpo gli pulsava, dovette contrastarne l'istinto primordiale alla rigenerazione ed esso reagì lanciandogli scosse dolorose dalla punta delle dita sino alla spalla. Mjollnir, il "Frantumatore", un nome azzeccato, se non fosse stato abbastanza svelto, a quell'ora si sarebbe ritrovato senza testa.
"Oh no! Per Odino!" Raggiungendolo dal fondo della caverna, Thor richiamò a sé l'arma fissandola alla cintura per poi ispezionargli l'arto. Aiutandolo a scaricare il bagaglio, gli scoprì il busto dalla pelliccia che aveva addosso, per poter valutare i danni.
"Aspetta, ora ci penso io! Cerca di tenere duro" Stringendo i denti, Loki non emise un suono mentre l'altro lo puliva dal sangue per poi riassestargli le ossa nella loro posizione originale. Era chiaro che quel tipo di ferite, per quanto gravi, agli occhi di un guerriero che aveva affrontato scontri e battaglie, fossero all'ordine del giorno. Poco dopo, il braccio era saldato in una fasciatura resistente, certo, grazie alle sue capacità rigenerative, Loki avrebbe potuto ripararlo all'istante, ma la sceneggiata doveva andare avanti, gli imprevisti potevano capitare.
"Come... Come ci sei riuscito?" La titubanza dell'asgardiano lo riportò alla realtà spingendolo a voltarsi verso di lui. Il suo sguardo confuso era più che comprensibile, dopotutto aveva deviato un colpo di Mjollnir riportando ferite modeste, non era proprio una capacità da comune gigante di ghiaccio. Serviva un'ottima scusa, la migliore a cui avesse mai pensato o altrimenti la sua copertura sarebbe crollata, ma poi ricordò con chi aveva a che fare e sospirò.
"Fortuna. Avevo la mano alzata e così, involontariamente, ho sviato il vostro attacco! A quanto pare il fato non permetterà che io muoia sino a quando non vi avrò aiutato a portare a compimento la vostra missione, mio signore" Le iridi glaciali di Thor brillarono incrociando le sue, le sostenne per dare maggior valenza alle proprie parole e fu allora che l'espressione dell'Asi cominciò a farsi mano a mano più solare. Era una reazione che non si aspettava, lo mise all'erta, forse aveva sottovalutato l'intelligenza dell'altro, era un reale dopotutto, sicuramente istruito, quindi la sua stupida bugia campata in aria doveva averlo divertito. In automatico si rivolse all'uscita, la fuga era sicuramente la scelta migliore, si sarebbe dato alla macchia spostandosi di regno in regno sino a far perdere nuovamente le proprie tracce e solo allora sarebbe tornato dai propri bimbi, dopo chissà quanti anni. 
"Sei incredibile!" Sentendosi afferrare, l'Ingannatore sussultò e, rivolgendosi verso il Dio della Folgore, lo ritrovò in ginocchio, con il sorriso più radioso che avesse mai visto, era accecante. 
"Nessuno su Asgard era mai riuscito a deviare Mjollnir!" Loki cercò di liberare la mano sana dalla stretta del principe il quale però la trattenne con ancora più forza, sarebbe stato più facile con uno strattone, ma si era già esposto troppo, quindi smise di opporre resistenza e fece una risata nervosa. 
"Fortuna! Gliel'ho detto!"
"No, non è così! Hai reagito con grande precisione!" Era spacciato, nonostante l'altro non avesse dei sospetti sulla sua reale natura, aveva comunque intuito fin troppo da quel semplice gesto. Ne era rimasto così colpito che, quasi sicuramente, una volta tornato ad Asgard, avrebbe diffuso la voce della sua "straordinaria impresa" e, per qualcuno con un briciolo di cervello in più, come Njordr, si trattava solo di fare due più due per risalire a lui. Era spacciato. 
"Hai ragione, è stato sicuramente il destino a farci incontrare! Non pensavo sarebbe mai accaduto, ma tu sei la prima creatura che incontro che posso definire più forte di me" La situazione si era fatta così pericolosa che Loki non sapeva cosa dire per tirarsene fuori. Valutò ogni possibile scappatoia, addirittura l'omicidio sembrò una buona prospettiva, dopotutto c'era già riuscito una volta, pur di difendere la propria famiglia si sarebbe imbrattato del sangue di ogni dio dei nove regni. Per un attimo sentì il petto bruciare e, di colpo, una fame vorace prese a consumarlo interiormente, un bisogno spiacevole che conosceva fin troppo bene, ma, ancora una volta, riuscì a calmarsi, sedandolo con la forza di volontà.   
"Sì il mio compagno" Pensò di aver frainteso, quindi si limitò a sorridere all'altro. 
"Lo sono già, vostra altezza. Sono il vostro compagno di viaggio, giusto?"
"No, cioè... sì, ma io parlavo di... Matrimonio" Era la definitiva conferma che serviva all'Ingannatore, come aveva sempre sospettato, gli asgardiani erano un popolo totalmente cretino e, il più stupido di tutti, non poteva che essere il loro futuro re. Non che i miscugli fra specie fossero un problema per lui, in fondo si era unito con ben tre razze diverse per dare alla luce i propri figli, ma per motivi ben più onorevoli di quelli che ora spingevano il Dio della Folgore a fargli una simile proposta nonostante si fossero appena incontrati. Lui conosceva le usanze di quel popolo barbaro nella scelta del proprio consorte, la forza era tutto, i sentimenti o la volontà dell'altro passavano in secondo piano, soprattutto se si trattava del volere della famiglia reale. Aveva avuto a che fare con Odino e sua moglie Frigga, il Padre degli Dei non avrebbe potuto scegliere compagna migliore, lei era ben più saggia di ogni altra dea, compensava l'invincibilità del marito con un'intelligenza rara. Chissà come avrebbero reagito sapendo che il loro pupillo si era appena proposto a lui, sarebbero morti sul colpo, anche se, in effetti, chiunque nei nove regni avrebbe avuto la medesima reazione, anche Thor stesso se avesse saputo chi fosse davvero. 
"Partiamo subito per Asgard! Quando mostrerai a tutti la tua forza nessuno avrà da ridire! Anche se il mio popolo disprezza quelli come te, ci passeranno sopra quando ci saremo sposati! Ne sono sicuro!" Non se ne parlava, nemmeno tra mille anni Loki avrebbe accettato un'imposizione simile. Fortunatamente ecco che gli arrivò l'idea perfetta.
"M-ma la vostra missione?"
"Missione? Ah giusto! Devo scoprire per qualche motivo avete cominciato ad avanzare verso il portale per Musspellsheimr, anche se non è ancora il periodo giusto. Però non ho avuto successo. Non è che tu lo sai?" Non poteva crederci, si era sbagliato fin dal primo momento, Thor non era mai stato lì per i suoi piccoli. Sospirò tranquillizzato alzandosi in piedi. 
"No, non ne ho idea. E, visto che state per tornare a casa, il mio aiuto non vi occorre più" Voltandosi verso il Dio della Folgore, Loki ne vide lo sguardo intristirsi improvvisamente e così, preda nuovamente di quelle iridi glaciali, fu preso da un curioso istinto e gli appoggiò la mano sana sulla testa donandogli una carezza. 
"P-Perché parli così? Tu... vieni con me, giusto?" Indietreggiando fino all'ingresso sorridendo, l'Ingannatore scosse piano la testa. Che il principino tornasse al suo castello fra le nubi, nessuno gli avrebbe mai creduto se avesse raccontato di aver incontrato un gigante di ghiaccio così forte da contrastare Mjollnir. A quanto pare, gli dei avevano perso interesse in lui, la sua famiglia era al sicuro, non aveva più bisogno di perdere altro tempo con quella sceneggiata.
"Addio, onnipotente Thor. Buon ritorno a casa"
"No! Aspetta!" Il Dio della Folgore allungò un braccio per trattenerlo, ma a Loki bastò un ultimo passo indietro per sparire nel mezzo della tormenta, di nuovo invisibile, di nuovo libero.   

LA BALLATA DI FUOCO E FOLGORE || THOR X LOKI ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora