L'inizio di Tutto

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Le ballate narrano di una grotta dall'origine misteriosa, ai piedi di una montagna gelata, celata dalla magia ed avvolta dalle nebbie, invisibile perfino agli occhi degli dei. Oltre la grande piana ghiacciata, attraverso rocce aguzze come zanne nel terreno, dove le cime sfidano le nubi e fendono il cielo, la disgrazia ha la propria dimora e cresce giorno dopo giorno attendendo il momento in cui presto potrà divorare il mondo.
"Madre!" Sentendosi chiamare e scuotere, Loki aprì le palpebre incontrando il volto preoccupato della sua preziosa figlia. Quel visino solitamente dolce e allegro, era attraversato dalla paura, lo mise subito all'erta. Sedendosi e prendendo in braccio la piccola, stando attento a non svegliare gli altri, la cullò. 
"Tesoro, che succede? Non è ora di svegliarsi. Hai fatto un incubo?" sussurrando, la accarezzò e le sorrise per rassicurarla, ma non sortì effetto.
"M-Madre, è tornato!" La bambina cominciò a piangere, ma fu l'arrivo del più burrascoso tra la sua progenie a sancire definitivamente la fine del riposo per tutti. Uggiolando forte ed inciampando sulle zampette incerte, il cucciolo saltò sul suo grembo nascondendo il musino tra le sue braccia ad orecchie basse. Stendendo il corpo sinuoso e facendo un ampio sbadiglio, il secondogenito si allungò fino alla sua spalla e gli strusciò la testolina squamosa contro solleticandolo.
"Padre... che succede? Ho sonno... è presto..."
"Torna pure a dormire Jormungandr. Qualcuno ha deciso di avventurarsi fino all'uscita nonostante avessi detto chiaramente che non potete andarci senza di me" Fenrir lo guardò intristito con la codina tra le zampe e cercò con il naso il palmo caldo della sua mano supplicandogli teneramente un conforto che non poté negargli. Producendo più tepore, Loki riuscì a tranquillizzare i piccoli e, non appena fu certo che la paura fosse scivolata via, si rivolse nuovamente alla figlia. 
"Dimmi, mia bellissima Hela, cosa vi ha spaventati così?" arrossendo, imbarazzata per il complemento ricevuto, la bimba si sistemò una ciocca dei lunghi capelli candidi scoprendo l'orbita cava senza vergogna. Facendosi coraggio, si rivolse alla madre senza più timore.
"Quell'uomo con il martello! Gira ancora intorno alla caverna, ma non può vederla grazie alla tua magia!" mettendosi seduto nello spazio fra le sue gambe, Fenrir tornò a scodinzolare lentamente e sollevò le orecchie ristorato dalla sua fiamma.
"Mi fa tanta paura, mammina! Quando arriva cadono dal cielo tanti fulmini!" Sospirando, Loki diede un bacio ciascuno e li adagiò sul giaciglio per poi alzarsi in piedi e rivolgere lo sguardo verso l'uscita. Non era la prima volta che quello sconosciuto passava vicino alla loro casa spaventando i suoi figli. Probabilmente era lì proprio per trovare loro, mandato dagli dei stessi, magari da Odino in persona, al solo scopo di scovarli e sterminarli. Per un po' aveva voluto dargli il beneficio del dubbio, dopotutto esistevano molti che, come lui, conoscevano l'ubicazione dei passaggi fra i nove regni, quindi poteva trattarsi di un semplice viandante disperso o di un avventuriero in cerca di gloria. Passare una volta davanti all'ingresso poteva capitare, forse due se si contava anche il ritorno, ma era più di un mese che questo specifico individuo continuava a presentarsi obbligandoli a restare rinchiusi. Nonostante i cunicoli che Loki aveva creato si diramassero per tutta Niflheimr, viaggiare a lunghe distanze per non essere individuati era impossibile con i bambini ancora così piccoli e, come genitore, ci teneva a permettere loro di giocare all'esterno di quando in quando. Non gli restava altra scelta, doveva andare alla radice del problema ed affrontare quell'uomo, almeno per capire se c'era da preoccuparsi. 
"Voi aspettatemi qui, mi raccomando" chinandosi per dare loro un'ultima carezza, Loki si ritrovò  intrappolato da quattro paia di occhioni lucidi ed impensieriti. Sorridendo, diede loro qualche altra coccola e produsse per loro tepore sufficiente a farli cadere in un sonno profondo, dopodiché si avviò al tunnel principale e all'ingresso. Nel tragitto indossò un vecchio e lercio mantello con cappuccio mutando il proprio aspetto. Si fece apparire sul capo un paio di corna, rese la propria pelle azzurra, accorciò la statura in modo da sembrare poco meno imponente di un gigante di ghiaccio ed, infine, scurì i propri capelli sino a renderli corvini. Quando fu all'uscita, vide a poca distanza il suo obiettivo camminare lungo la via, prese un bel respiro, si rese invisibile ed attese il momento giusto. Distratto da un'improvvisa folata lungo la barba ed i capelli ramati, l'uomo si voltò e ciò permise a Loki di mimetizzare il punto da cui era arrivato. Ora era un semplice abitante di Niflheimr, in marcia perenne tra le gelide vallate coperte di neve. 
"Oh, salve straniero!" Attirò l'attenzione dell'altro, tenendosi comunque a distanza per sicurezza. Non percepì alcuna intenzione ostile da parte sua, ma volle esserne sicuro, così sollevò cautamente le mani tenendo il cappuccio basso sulla testa.
"Se cercate lo scontro non sono adatto a fornirvene uno soddisfacente. Purtroppo il fato mi ha riservato un corpo fragile" In risposta alla resa, lo sconosciuto sistemò alla cintura il proprio martello e gonfiò il petto, appariva molto sicuro di sé.
"Non hai nulla da temere, prosegui pure. Fortunatamente, sono qui per questioni ben più importanti dello sterminio della tua sudicia razza" Loki capì subito che non si trattava di semplice sicurezza, ma di pura vanagloria.
"Se mi avessi aggredito non ti avrei lasciato scampo, ma, data la tua sottomissione, ti risparmio. Va e dì ai tuoi compagni con orgoglio di essere sopravvissuto dopo aver incrociato la mia via. Io, Thor, figlio di Odino, Padre di tutti gli Dei, Dio del Tuono e della Tempesta, futuro re di Asgard, colui che impugna Mjollnir il "Frantumatore", eroe dei nove regni e protettore dell'umanità, te lo concedo" Atteso fino all'ultimo epiteto di quello strano e borioso individuo, Loki si sentì fremere di rabbia, aveva capito fin dall'inizio il pericolo che quella presenza comportava per i suoi bambini, ma non avrebbe mai creduto che, pur di trovarlo, Odino in persona gli spedisse alle calcagna il figlio. In effetti la somiglianza tra i due era evidente, se anche i loro poteri fossero stati minimamente comparabili, non avrebbero avuto scampo. Fortunatamente il principino non pareva brillare per intelligenza e lui, di quella, era più che provvisto. Sorridendo con cortesia, si piegò in un lungo inchino, era stato spesso ad Asgard, non era difficile far capitolare quelle zucche vuote, bastava solo dire le parole giuste. 
"Non avrei mai immaginato di imbattermi in una tale divinità in questa landa di gelo e neve. Sono onoratissimo! Questo incontro deve essere stato deciso dal destino, ne sono certo! Vi prego, permettetemi di scortarvi sino alla vostra meta in modo da ripagare la pietà che avete avuto nei miei confronti!" Dopo qualche secondo di silenzio, Loki percepì i passi di Thor farsi più vicini e, non appena furono uno davanti all'altro, il principe asgardiano gli concesse di sollevare il volto scoprendogli la testa dal cappuccio. Alzati gli occhi, per via della mole differente, finì per incrociare quelli dell'altro, erano azzurri, di una tonalità così fredda rispetto alla sua, eppure bruciavano del medesimo ardore.
"Dimmi il tuo nome, gigante di ghiaccio" Raddrizzandosi, Loki percepì il cuore battere più velocemente nel petto e si schiarì la voce.
"Non ho un nome, vostra grazia. Sono stato abbandonato alla nascita. Succede quando un gigante di ghiaccio è troppo gracile per poter diventare un guerriero. Da allora vago per queste montagne in cerca di uno scopo" Massaggiandosi la barba fulva, Thor gli donò un sorriso e fece una risata di cuore dandogli un colpetto a livello dello stomaco.
"Credo che i tuoi genitori abbiano commesso un errore! Certo, capisco il disonore di avere un figlio debole, ma, anche se non sei robusto quanto gli altri, non si può negare che tu sia molto più furbo e intelligente! Hai il fuoco dentro, te lo leggo negli occhi! Scommetto che in battaglia saresti indomabile!" Nonostante tutto ciò che avesse raccontato fosse solo una menzogna senza fine, Loki provò una profonda felicità nel ricevere quei complimenti e cancellò per un attimo la pessima impressione di poco prima. Purtroppo, dovette seppellire quel sentimento, aveva i bambini da proteggere e, quel guerriero allo stesso tempo egocentrico e cavalleresco, non avrebbe esitato un secondo a spezzare le dolci, amate vite dei suoi piccoli solo per un ordine ingiusto degli dei. Piegando le gambe, in modo da essere all'altezza di Thor e parlargli a quattrocchi, continuò la sua sceneggiata. Prima di tutto doveva allontanarlo da lì, avrebbe deciso come agire in seguito.  
"Vi ringrazio, tutte queste lodi, per di più dall'onnipotente Thor... sono immeritate. Ora ditemi, valoroso eroe, in che modo posso servirvi?" Un'altra folata di vento, una nuova nevicata, se prima il principe asgardiano parve indeciso sulla sua offerta, divenne in un attimo più accondiscendente.
"Trova un luogo riparato in cui io possa riposare. In cambio, potrai banchettare al mio fianco. Una delle capre che mi hanno condotto qui, sarà tua!" Presto detto, recuperato il carro dell'asgardiano, gli fece da guida. Conosceva quelle montagne come le sue tasche, quindi non gli fu difficile condurre il Dio della Folgore in una delle grotte del versante prima che la tempesta di neve iniziasse. Con la mente sempre a casa, l'Ingannatore si sedette al coperto mentre l'altro accendeva un fuoco con della legna che aveva portato con sé. Stare così vicino al proprio elemento fece fremere il corpo di Loki, premeva per tornare alla fiamma, ma la sua volontà fu più forte e gli permise di non cedere all'istinto. 
"In questo dannato regno non c'è mai una giornata di Sole!" borbottò iracondo Thor verso l'esterno spingendo a terra il carro e posizionando un mucchietto di ossa e pelli al proprio fianco. 
"Ogni tanto riesco a far smettere causando tempeste di fulmini, ma durano molto poco! E il peggio è che queste tormente portano sempre con sé la nebbia! Così rendono la mia ricerca ancora più difficile!" Prima che Loki potesse approfittarne per chiedere altre informazioni sulla missione, almeno per capire quanto il guerriero già sapesse, accadde qualcosa di portentoso. I piccoli resti che il Dio della Folgore aveva appoggiato accanto a sé, presero a brillare e sollevarsi in aria. Pochi secondi dopo, ossicini e pellicce si unirono e, al loro posto, comparvero due capre vive e vegete, sane e forti. Ridendo del suo stupore, Thor ne afferrò una e, senza pietà, la uccise con un solo colpo del proprio martello, poco dopo fece lo stesso con l'altra, fu uno spettacolo cruento e privo di umanità che gelò il sangue di Loki. Non riuscì ad evitare di sovrapporre le figure dei propri bambini a quelle povere bestiole. Distolse lo sguardo coprendosi le labbra, incapace di nascondere un fremito di terrore.        
"Eh, ti capisco! Anche se di capra, l'odore di sangue accende anche in me lo spirito guerriero!" Passandogli una delle due carcasse, il Dio della Folgore sorrise fiero. 
"Come promesso, una è tua! Mangiala pure e saziati! Bada solo a restituirmi tutte le ossa! Se voglio che domani mattina ritornino in vita non posso permettermi di perdere nemmeno un pezzettino!" Alzandosi, l'Ingannatore si tolse di dosso il proprio straccio e lo porse umilmente al sanguinario principe. 
"Non oso privarvi del vostro pasto dopo che mi avete dimostrato tanta generosità! Vi prego, accettate anche questo vecchio mantello per scaldarvi e riposare in serenità!" Lo rassicurò avviandosi all'ingresso senza perdere il sorriso.
"D-Dove vai?" All'Ingannatore parve di cogliere un sussulto nella voce dell'asgardiano. L'uomo aveva anche un'espressione diversa, più colorita, ma lui non ci diede peso, c'era una sola cosa importante in quel momento.  
"Sento di avere un debito troppo alto verso di voi, voglio onorarlo. So dove trovare cibo e pelli più calde in modo che la neve e la nebbia non vi disturbino più! Attendete qui, sarò a breve di ritorno" Non aspettando nemmeno una risposta, Loki corse fuori, si rese invisibile e tornò dritto a casa. Oltrepassata la soglia, abbandonò le illusioni e, giunto al giaciglio di pelli, vide i bimbi serenamente addormentati. Scoppiò a piangere, ora erano al sicuro, ma per quanto ancora lo sarebbero stati?  
  

LA BALLATA DI FUOCO E FOLGORE || THOR X LOKI ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora