Profezia di Morte

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Loki avrebbe voluto tornare umano in quel momento. Aveva perso il controllo del proprio corpo e, involontariamente, stava proiettando tramite delle illusioni alcuni dei suoi ricordi davanti all'ultima persona che meritava di vederli. Non era giusto, era come fornire a Thor delle risposte sugli errori commessi in passato, avrebbe dovuto capirli da solo. Fortunatamente non si erano ancora toccati tasti troppo dolenti, poteva risolvere tutto, bastava non farlo arrivare oltre e, visto che non riusciva a fermarsi, doveva essere l'altro a farlo.
"Thor! Non hai il permesso di guardare!" Ma, come se non l'avesse sentito, il biondo continuò ad osservare. Loki cercò di elencare i momenti peggiori della propria vita, e, uno in particolare, lo fece sbiancare. Ad un tratto si aprì una nuova scena, questa volta della sua adolescenza e, fin dal primo istante, l'Ingannatore si stupì nel non riuscire a collocarla. Non gli sembrava di averla vissuta.

Teneva un libro in mano, in una tipica giornata ad Asgard, teso per qualche motivo. Accadde in un istante, si ritrovò circondato dagli amici del fratello e trascinato a forza all'arena per combattere di nuovo con Thor. Il tomo, strappatogli dalle mani, era stato abbandonato sul pavimento. Il pubblico era vasto e le voci ed i cori erano solo per l'odiato fratellastro il quale lo sbeffeggiava brandendo Mjollnir, passandolo da una mano all'altra.

Loki sapeva che si trattava del periodo in cui il biondo aveva già iniziato ad utilizzare la propria superiorità fisica per annichilirlo in ogni occasione, ma, da che ricordasse, non era mai successo nell'arena. Tentando ancora un volta di fermare tutto, il Dio della Menzogna si ritrovò invece a perdere consapevolezza. Il suo corpo si sollevò da terra e prese a levitare mentre, nell'immagine, l'incontro cominciava.

Sì, Thor era feroce, ma, grazie alle magie insegnategli da Frigga, quel giorno, Loki riuscì a sostenerne il confronto. Non attaccava direttamente, si limitava a far colpire a vuoto l'avversario o a sparire per brevi tratti in modo da confonderlo. Il pubblico non sembrò apprezzare il suo modo di lottare, spesso scorretto, ma in che altro modo avrebbe potuto cavarsela altrimenti? Nemmeno il principino parve contento della figura barbina a cui lo stava obbligando "Adesso ti insegno io a stare al tuo posto, mostro!" preda della rabbia, con il martello avvolto dai fulmini, tinse i cieli di Asgard di pece, e gli si lanciò contro. L'arma divina del Dio della Folgore stava per rilasciare il suo colpo mortale, chiunque avrebbe ceduto, infatti Loki fece per inginocchiarsi e dare all'altro l'ennesima vittoria, ma le sue gambe rimasero immobili. "T-Thor" Il colpo del martello lo prese in pieno e, cadendo dalle nubi, una saetta avvolse il suo corpo.

Fu proprio come nel suo sogno, l'Ingannatore percepì tutto il dolore di quell'istante e gli fu chiaro il motivo per cui non riuscisse a ricordarlo. La visione però non si concluse.

A causa del fulmine, il corpo di Loki venne avvolto da alte fiamme e prese una forma infernale cominciando a ridurre in cenere l'intera arena. Solo l'intervento di Odino poté placare la sua furia facendolo sprofondare nell'oscurità.

Con il buio anche il bivacco si spense e così Loki fu libero, faccia a faccia con Thor. "Cos'era quello?"
"Ecco... Non... Penso nulla, solo un'illusione per spaventarti prima di andare a dormire" ridacchio innervosito sperando di riuscire ad ingannarlo.
"Come una storia di paura, non l'hai trovata esilarante?" "Loki"
"Beh, la prossima volta ne creerò una migliore, adesso ho sonno. Anche se sono un Asi questo non vuol dire che non possa riposarmi, giusto?" stendendosi subito a terra e fingendo di addormentarsi, Loki si strinse nel mantello, incapace di smettere di tremare. Era stato terribile. Lui non era uno che perdeva il controllo, riusciva sempre a dominarsi e, soprattutto, non mostrava le sue ferite così apertamente. Chiudendo le palpebre, morse forte le labbra per bloccare i singhiozzi e non farsi sentire. Fu in quel momento che sentì l'altro stringerlo da dietro, il corpo contro il suo. Avrebbe voluto ribattere, ma questo avrebbe significato scoppiare a piangere e mai si sarebbe mostrato di nuovo debole, non dopo quanto era appena accaduto. Era stata colpa di Thor, lo aveva provocato e così, a causa della punizione del Padre degli Dei, un rimasuglio della sua magia era schizzato fuori mostrando loro quelle scene. "Loki, scusami" sussurrò al suo orecchio portando le mani sul punto in cui lo aveva colpito in passato "I-io non ricordavo di averlo fatto e nemmeno di essere stato così..."
"Egocentrico, borioso ed insensibile?" concluse per lui lasciando che le lacrime scendessero e la voce si spezzasse.
"Quello che hai visto, ma anche molti altri episodi della mia vita, sono il motivo per cui non so rispondere alla tua domanda. Vorrei smettere di odiarti, ma un solo gesto gentile non può cancellare tutto il resto... Anche se forse non lo sai, mi hai fatto cose ben peggiori" "M-mi dispiace... Soprattutto di averti ferito con Mjollnir"
"Per quello non sentirti in colpa, nemmeno io lo ricordavo" Loki si voltò e, così facendo, furono stesi l'uno nelle braccia dell'altro. Gli sguardi di entrambi si incontrarono di nuovo, la connessione fra loro era così forte che, ben presto, il corvino, incapace di gestirla, tornò di spalle "Loki, io rimedierò a tutto. Ad ogni minimo errore, lo giuro sul mio onore"
"Se ti fa sentire meglio giurarmi l'impossibile... Buonanotte Thor" Serrate le palpebre, l'Ingannatore si sentì fortunato, alla fine il peggiore fra tutti i suoi ricordi era rimasto celato.
"Meglio così, certe cose devono restare sepolte"

LA BALLATA DI FUOCO E FOLGORE || THOR X LOKI ||Where stories live. Discover now