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Kaylee aveva ripreso a lavorare ormai da un paio di settimane, vedeva il padre in ospedale quasi tutti i giorni dato che anche lui lavorava lì. Usciva con Amber e Dylan ogni tanto e Rachel stava aspettando il trasferimento.
Quando poi aveva la mattinata o il pomeriggio libero andava da Jasmine e passava il tempo con Ever, il giorno prima aveva portato la piccola allo zoo. Jasmine doveva lavorare e quindi non era potuta andare, ma questo non rattristó la bambina che stravedeva per Kaylee.
In quel momento era poggiata sul bancone delle infermiere a compilare delle cartelle quando sentì una voce che non sentiva da un bel pó, si voltó ritrovandosi Taylor in vestito elegante che la stava guardando con un sorriso quasi incredulo.
"Kay" sussurró prima di avvicinarsi e stringerla, la ragazza ricambió subito l'abbraccio e quando si sciolsero Taylor notó che l'altra si stava guardando intorno come se avesse paura di incontrare nessuno.
"Lei non c'è, tranquilla"
"Cosa? Oh no, non era per quello" mentì spudoratamente, ma Taylor le sorrise e non aggiunse altro.
"Ma può essere che tu più passa il tempo e più diventi bella?"
"E tu può essere che devi sempre esagerare?"
"Hai tempo per un caffè?" Kaylee guardó l'ora e poi annuì.
"Come mai da queste parti? Pensavo vivessi a New York" le domandó Kaylee mentre andavano verso il bar.
"Volevo venirti a salutare, Dylan mi ha detto che eri tornata e non potevo non vederti e poi io e Zack abbiamo deciso di tornare qui, sai ci mancano le nostre famiglie e ci mancate voi" ammise.
"Mi sei mancata anche tu TayTay, come sta Zack? Si comporta bene si? Devo parlarci io?" Taylor scoppio a ridere divertita.
"Si tranquilla, l'ho addomesticato bene. Dovrebbe arrivare tra qualche settimana, io sono venuta prima per organizzarmi con la casa e il resto" spiegó "Tu invece? Come stai? Sai quando ho saputo che saresti partita per un anno quasi non mi venne un colpo, ho chiesto di te ogni giorno a Dylan e Amber"
"Io sto bene, sto cercando di riabituarmi a questo tipo di vita, sai lì si era costantemente in adrenalina e qui è molto diverso" disse abbozzando un sorriso.
"Non posso neanche immaginare sinceramente, comunque volev-" Taylor si interruppe quando sentì il cercapersone di Kaylee suonare.
"Scusami, ma ora devo scappare"
"Si, vai pure" la salutó Taylor. In quel momento il suo cellulare squilló e rispose subito.
"Ei Dy, dimmi"
"Niente, sei andata a trovarla?"
"Si, ora è dovuta scappare per un'emergenza" disse prendendo un sospiro "Cosa le è successo?" domandó poi, aveva notato qualcosa di diverso in lei.
"Non lo so Tay, conosci Kaylee non verrà mai a dirti i suoi problemi"
"Si lo so, ma è un idiota se pensa che per noi sia un peso ascoltarla"
"Già, ora devo riattaccare ci sentiamo dopo"
"Si ciao" disse chiudendo la chiamata. Si rigiró il cellulare tra le mani pensando a quanto Madison sia stata un idiota, era la sua migliore amica, ma questa proprio non era riuscita a perdonargliela. Per uno stupido scatto d'ira l'aveva lasciata spezzandole il cuore. Scosse la testa e decise di andare a sistemare le cose in casa.

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Kaylee aveva appena finito un turno lunghissimo di lavoro, in quel momento stava percorrendo i corridoi dell'ospedale per tornare finalmente a casa, uscì fuori godendosi l'aria fresca di metà novembre salì in auto e guidò fino a casa. Si fermó a prendere una pizza che mangiò davanti la TV dove si addormentó.
"Nooo!" urló alzandosi di scatto "Fanculo" sbraitó frustrata. Guardó l'orologio era passata a malapena un'ora da quando si era addormentata, si alzó dal divano spense la TV e salì al piano di sopra entrando in una delle stanze che aveva adibito come palestra, aveva comprato alcuni attrezzi la settimana prima almeno poteva sfogarsi anche se era notte fonda. Si fasció le nocche con una fascia, si legó i capelli e prese a dare pugni al sacco, dopo un pó si sfiló la maglia rimanendo con la canotta. Rimase lì fino a stancarsi, forse così sarebbe riuscita a dormire ancora un pó. E così fu dormì per due ore filate fino a che la sveglia non suonó, stancamente si alzó dal letto e si trascinó fino alla cucina a preparare il caffè. La sua unica ancora di salvezza in quel periodo in cui era perennemente stanca. Si preparó e uscì per andare a lavoro.

Il Caos Che Mi Hai Lasciato DentroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora