Capitolo 4

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Tutto andava alla grande. Carol continuò ad allenarsi ogni giorno ininterrottamente. Ma aveva comunque delle domande dentro di sé a cui non riusciva a dare una risposta, come ad esempio "Chi erano gli altri sei membri dell'umbrella academy? E che poteri avevano?". Se lo chiese per mesi, finquando un giorno mentre dormiva nella sua solita camera, si svegliò nel cuore della notte sentendo delle urla. Rimanne spaventata e credeva che fosse successo qualcosa di grave. Si alzò dal letto, mise una felpa addosso e uscì dalla stanza. Mentre scendeva le scale sentiva le grida di Cinque: "Carol, Pogo, Grace, qualcuno mi aiuti vi prego". E così Carol corse in salone, dove vide Cinque inginocchiato davanti al padre morto dinanzi ai suoi occhi.
-"Cinque.. Vieni qui" ed entrambi, con le lacrime che scendevano sui loro tristi visi, si abbracciarono sperando che quel dolore passasse il più presto possibile. Pogo entrò in salone e vide Reginald Hargreaves, per poi notare i due ragazzi che si abbracciavano.
-"Ragazzi è meglio se tornate a dormire. Ci penso io, state tranquilli" disse mentre i ragazzi si avviarono verso le loro camere.
Carol aveva troppi pensieri che le passavano per la testa, e non riusciva a dormire. Le tornarono in mente tutti i bei momenti passati in compagnia del padre, e gli attimi in cui la mamma era ancora con lei. Non sarebbe successo nulla di tutto questo se non fosse scomparsa. Si sentiva più sola che mai, aveva bisogno di qualcuno che la abbracciasse sussurrandole che sarebbe andato tutto bene, ma non aveva nessuno. C'era solo Cinque, ma non voleva disturbarlo.
Il giorno dopo non fu una bella giornata: fuori pioveva a dirotto, faceva freddo, e Cinque era rimasto chiuso nella sua stanza tutto il giorno.
-"Pogo hai novità?" chiese Carol, e Pogo fece cenno di no con la testa.
-"Sai come sta Cinque?"
-"Ci sono ferite che non possono essere curate, e problemi che non possono essere risolti, ma lei puó sicuramente fare qualcosa per farlo stare meglio" rispose il saggio Pogo.
Carol si avvicinò alla porta della camera di Cinque e bussò:
-"Ehi posso entrare?" la porta si aprì. Il ragazzo era di nuovo in lacrime, ma per non mostrare le sue debolezze si asciugò velocemente il volto.
-"Cosa c'è?"
-"Cinque non trattarmi come se non fosse successo niente, l'abbiamo visto con i nostri occhi. Dispiace anche a me ciò che successo, mi ha aiutata nella mia crescita e rimarrà per sempre una delle persone più importanti. Non pretendo che tu in questo momento stia meglio, ma vorrei che capissi che il tempo farà il suo dovere. Tutto qui"
-"Carol il problema non è solo lui.. C'è dell'altro. Quando sono stato nel futuro ho visto i miei fratelli morire sotto le macerie di questa casa cercando di salvare il mondo. Tra 10 giorni il mondo finirà, e papà ne era al corrente. Solo ora mi rendo conto di quanto io sia stato stupido a non dirgli niente"
-"Risolveremo le cose insieme. Stai tranquillo" e si abbracciarono.
Cinque la ringraziò, ma subito dopo si ricordò che quel giorno avrebbe avuto degli ospiti a casa, e quindi si avvió all'ingresso di casa.
Dopo pochi minuti qualcuno bussó alla porta, erano i fratelli di Cinque.
-"Ragazzi entrate. Vi presento Carol, ormai è di famiglia, anche lei ha dei poteri e c'era quando nostro padre... avete capito"
Davanti agli occhi della protagonista si trovarono Luther, Diego, Allison, Klaus e Vanya.
Luther era un uomo con una statura molto grande. Capelli biondi e rasati, in contrasto con i suoi occhi scuri; tutto ciò accompagnato da due braccia assai muscolose, e un viso che a primo impatto sembrò davvero triste.
Diego era più basso di Luther, aveva uno sguardo così serio che sembrava essere arrabbiato con il mondo intero. Era vestito di nero dalla testa ai piedi, e portava con sé dei coltelli.
Allison invece era proprio una bella ragazza: aveva dei capelli lunghi e ricci color castano chiaro, indossava un giubbotto di pelle azzurrino e un jeans nero. Sembrava molto solare, anche dopo l'accaduto al padre. Probabilmente sapeva nascondere molto bene le sue emozioni.
Per quanto riguarda Klaus invece, era sbronzo. Non riusciva nemmeno a reggersi in piedi e continuava a dire cose senza senso. Questo riportò in mente suo padre a Carol. Ma almeno Klaus non sembró essere violento come quell'uomo.
Infine c'era Vanya: era spaventata da tutto ciò che la circondasse. Aveva un volto impaurito, come se in passato le fosse crollato il mondo addosso.
Uno ad uno si presentarono a Carol, spiegando che poteri avevano: Luther aveva la super forza, Diego poteva comandare i metalli a suo piacimento, Allison poteva far fare a chiunque tutto ciò che volesse dicendo una semplice frase, Klaus poteva parlare con i morti e infine Vanya, che stranamente non aveva nessun potere.
-"Ragazzi ma voi dovreste essere sette, chi manca?" chiese Carol incuriosita;
-"Ben, è morto in una missione. Ma sono sicuro che gli piaceresti davvero tanto se solo potesse conoscerti" rispose Klaus, che per un attimo sembrò essere sobrio.
Carol dispiaciuta non disse più una parola. E così, si avviarono tutti insieme verso il giardino per celebrare il funerale del padre: l'uomo che li aveva addestrati, curati, uniti e fatti sentire speciali. Colui che avrebbero portato sempre nel loro cuore.

Guardami negli occhiOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz