Capitolo 48

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Dopo che solo poche ore prima aveva bruciato la bacchetta di Lucius, Harry aveva ingenuamente creduto che quel gesto non si sarebbe dimostrato inutile.
E invece l'uomo ne aveva trovata un'altra chissà dove o disarmando chissà chi e l'aveva usata per orchestrare la sua dolcissima vendetta nei confronti del Grifondoro.

La Maledizione Imperio, certo, perchè Lucius Malfoy non avrebbe mai concepito un "no" come risposta.

Harry, per quanto amaramente, dovette ammettere quanto quella strategia fosse impeccabile: con una sola scaltra mossa, Lucius era riuscito a colpirlo sul versante emotivo e, insieme, a impedirgli di attaccare, ben sapendo che il Grifondoro non si sarebbe mai sognato di fare del male a Draco.

Sentendosi manipolato, impotente e spaventato, Harry andò su tutte le furie in un attimo, scagliando contro Lucius una fattura che il mago, non aspettandosi niente di meno, schivò con indifferenza.
Contemporaneamente, Harry fu spinto dallo Schiantesimo di Draco contro la ruvida e dura corteccia di un albero poco distante.

Questa volta non riuscì a non tossire e l'erba seccata dall'incendio di quella notte si macchiò del suo sangue.
Nonostante ció, Harry continuava imperterrito a fare appello a tutte le forze che gli rimanevano per tornare in piedi.

Non appena ci fu riuscito, venne bloccato nuovamente contro l'albero dall'avambraccio di Draco che spingeva contro il suo collo, mozzandogli dolorosamente il fiato mentre la bacchetta del biondo era premuta contro la tempia del moro.

"Draco, ti prego"

Rantolò Harry, si aggrappò d'istinto alla manica del biondo, cercando di spostargli il braccio, ma ottenendo solo che lui lo spingesse con forza maggiore contro la sua gola.
Tossì, un rivolo di sangue scese lungo il suo mento e i suoi occhi spaventati si riempirono di lacrime mentre le forze lo abbandonavano e le braccia gli cadevano mollemente lungo i fianchi, rifiutandosi di ferire il suo avversario.

Gli sguardi dei due ragazzi rimasero sospesi a mezz'aria, immobili come se il tempo avesse smesso di scorrere.
Harry sembrava sfidare Draco con gli occhi, incitandolo malinconicamente e quasi deluso a seguire gli ordini del padre, il biondo, dal canto suo, aveva il viso duro e immobile come il marmo, ma gli occhi, prima spenti e taciturni, ora sembravano tremare, scossi da un conflitto profondo.

Quel piccolo cambiamento non sfuggì al Grifondoro, che aveva ormai imparato a leggere i lunghi sguardi del biondo e una scintilla di curiosità gli accese le iridi smeraldine.

"Lo sapevo"

Mugolò debolmente Harry, cercando di ignorare le difficoltà respiratorie e la testa improvvisamente più pesante.

"Puoi liberartene quando vuoi Dray, è solo una stupida maledizione."

Gli sorrise appena percettibilmente, la vista gli si stava appannando e se Draco non avesse lasciato la presa probabilmente il moro avrebbe finito con il perdere i sensi di nuovo.
E non poteva permetterselo.

"Per Godric, pensavo di essere l'unico a poterti sottomettere"

Erano forse le parole più sbagliate e meno toccanti da rivolgere a una persona che sta lottando contro una Maledizione Senza Perdono, ma le pronunciò ridacchiando flebilmente e fu la cosa più giusta che potesse fare.
Draco adorava quando Harry rideva e nessun incantesimo avrebbe mai potuto essere più forte delle sue emozioni nei momenti come quello.
Nemmeno se ne accorse, ma lentamente riusciva a riottenere controllo del proprio corpo, ad allentare la presa sul Grifondoro.

Appena gli fu possibile, il moro respirò profondamente, aggrappandosi alla corteccia alle proprie spalle per reggersi in piedi e tenendosi il collo dolorante.
Fu un breve e fugace momento di tregua, ben presto interrotto dal violento sopraggiungere della voce di Lucius Malfoy.

Nightfall Whisper //DrarryWhere stories live. Discover now