Capitolo 10

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Era passato un bel po' da quando aveva iniziato a rimuginare evidentemente, perchè fuori il tramonto era stato sostituito  dalla buia coltre della notte stellata.
Fu più o meno in quel momento, quello in cui gli occhi di Harry insistevano sulla nuca del biondo persi nei propri pensieri, che questo si girò, facendo incatenare i loro sguardi.

Che Potter lo stesse guardando senza alcuna ragione apparente era l'ultima cosa che Malfoy si sarebbe mai aspettato e abbassò lo sguardo in fretta, limitandosi a chiedere che ore fossero.
Il Grifondoro indugiò con gli occhi su quel viso pallido ancora per un po', poi alzò il polso con l'orologio davanti al volto e rispose al biondo, a quel gesto lui non fece particolarmente caso, si limitò a mugugnare assonnato e a mettersi a sedere con i piedi giù dal bordo del letto.

"Malfoy, cosa stai facendo? Guarda che se vuoi scappare non ho alcuna intenzione di coprirti."

Il Serpeverde alzò gli occhi al cielo.

"Devo andare in bagno, Potter. Non essere pesante."

Questo fu quello che disse, ma dal bagno tornò solo mezz'ora più tardi, accompagnato, senza troppi complimenti, dal custode Gazza, che lo teneva per il colletto del pigiama.
Madama Chips accorse e rimproverò aspramente il Serpeverde prima di rispedirlo a letto sotto lo sguardo divertito e soddisfatto di Harry.

"Non c'è nulla da guardare, Potter"

Commentò non appena la piccola parentesi di trambusto si fu acquietata e i due ragazzi rimasero soli nell'infermeria buia.

"Andavi in bagno eh..."

"Non ti riguarda."

"Stai architettando davvero qualcosa allora... ne ero sicuro."

"Non è come credi, Potter."

"Ah no, com'è allora?"

"Continua a non riguardarti, ma prima che tu elabori folli teorie sul nulla come fai sempre, sappi che dovevo vedere una persona."

"Nel cuore della not-..."

La risposta di Harry rimase in sospeso mentre una nuova consapevolezza gli fece battere il cuore all'impazzata.
Poteva essere solo così: Malfoy voleva davvero andare in dormitorio per vedere James... il Grifondoro sentì l'improvviso, irrefrenabile bisogno di rassicurarlo.

"Beh, che male c'è? Ho una vita anch'io, sai..."

"Sono sicuro che sarà venuto a sapere del tuo essere in infermeria... non preoccuparti."

Quale dei due ragazzi in quel momento avesse desiderato più ardentemente sprofondare, è ancora oggi un mistero.

Harry si coprì il volto con le mani, provando lo stesso istinto di autoconservazione che l'aveva assalito quella mattina in biblioteca.
Era assurdo: aveva combinato ogni genere di follia eppure quell'istinto veniva fuori solo in quei momenti, quelli in cui non era il suo corpo ad essere in pericolo, e nemmeno il suo orgoglio, ma i suoi sentimenti più puri e spontanei.

Dal canto suo Draco potè solo limitarsi a mormorare un delicato "mh" di assenso a quelle parole così dirette e inaspettate.
James era improvvisamente passato in secondo piano adesso... e tutte le sue speranze di trovare in lui l'ancora di salvezza che l'avrebbe potuto portare lontano dal suo amore impossibile, s'infransero con un colpo solo.

Voleva correre da Blaise, piangere tra le sue braccia mentre la consapevolezza che a stringerlo non sarebbe mai stato Harry Potter lo straziava.

Fu Harry, questa volta, a girarsi dall'altra parte e a tentare di soffocare nel sonno delle nuove e spaventose consapevolezze.
A dire il vero non ci mise molto ad addormentarsi e quel respiro regolare scandiva per Malfoy il tempo in quella stanza.

Nightfall Whisper //DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora