Capitolo 43

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"Ah, San Potter e il suo tempismo leggendario"

Ironizzò Blaise, per nulla scosso dal fatto che, preso dalla foga, Harry avesse sfoderato la bacchetta e ora gliela stesse puntando contro con aria a dir poco minacciosa.

"Taci e scollati da Malfoy, tu, Zabini"

Il mulatto lasciò andare il biondo, alzando le mani in segno di resa, ma senza smettere per un momento di guardare di sbieco il nuovo arrivato.

"Ti sei fatto un'idea sbagliata, io e Draco non abbiamo quel tipo di rapporto"

"Infatti. E dovresti saperlo"

La voce sottile e debole, ma dignitosamente ferma di Malfoy pose fine alle ostilità e Harry abbassò la bacchetta, imbarazzato dalla propria irruenza.
Aveva agito prima ancora di pensare, insomma si era immaginato in mille modi diversi il momento in cui avrebbe finalmente rivisto Draco, ma l'opzione che stesse tra le braccia di qualcun altro non gli era passata nemmeno per l'anticamera del cervello.
Per questo si era dimenticato della forte amicizia che legava i due e, quando li aveva visti avvinghiati in quel modo, era diventato verde di gelosia.
Era un sentimento del tutto nuovo che non gli era mai appartenuto, ma che poteva ancora sentire ribollirgli nel sangue insieme alla vergogna per se stesso e la propria stupidità.

Draco sospirò delicatamente, ma in modo abbastanza marcato da riuscire quasi a coprire le flebili scuse di Harry verso Zabini, che scrollò le spalle in tutta risposta, poi, ad un'occhiata veloce del biondo, si alzò e lasciò la tenda senza una parola.

Potè compiere solo una manciata di passi sul terriccio umido della radura prima di sentire distintamente un fruscio alla proprie spalle.
Gli balzò il cuore in gola e portò rapidamente la mano alla bacchetta, pronto a intervenire e reagire a una qualsiasi delle situazioni possibili che in una frazione di secondo si erano susseguite nella sua testa.
Se si trattava di Lucius Malfoy, se quell'uomo fosse entrato nella tenda del figlio e l'avesse trovato a tu per tu con Harry Potter, sarebbe stato un disastro.
Ma quando si voltò non incrociò lo sguardo freddo e crudele del padre di Draco, la figura nel suo quadro generale era più minuta, la testa coperta dal cappuccio non era tenuta alta e orgogliosa, ma china in modo quasi timido.

Tutti questi particolari Blaise li realizzò soltanto in un secondo momento, in primo luogo riconobbe Theodore Nott e la tensione in lui si sciolse, il ragazzo ripose la bacchetta, mentre un sentimento diverso si impossessava di lui, uno più aggressivo della paura.

"Nott"

Colpito in pieno da quella rabbia, il ragazzo non potè che incassare.

"Blaise, possiamo seppellire l'ascia di guerra per dieci minuti e parlare civilmente?"

Una breve risata sarcastica, ma forte e cristallina lasciò le labbra del mulatto, poi il suo volto fu serio e minaccioso di nuovo mentre si sporgeva verso Nott, afferrandolo per il colletto e costringendolo a piegare il collo all'indietro per allontanare il volto dal suo.

"Con quale faccia arrivi qui a pretendere la mia attenzione?"

Sibilò aggressivo, mentre gli occhi scuri e dolci di Theodore si riempivano di rimorso e le sue mani raggiungevano timidamente quelle dell'altro ragazzo, cercando di indurlo a mollare la presa, ma ottenendo soltanto che il mulatto saltasse un battito, poi un respiro, mostrandosi per un istante in tutta la sua vulnerabilità, solo per apparire in quello dopo, ancora più disumanamente infuriato.
La sua presa si strinse e arrivò quasi a sollevare il castano da terra che ora, sulle punte dei piedi e spaventato, boccheggiava.

"Blaise, ti prego, è importante"

"Non mi fido dell'ordine delle tue priorità"

Theodore ansimò debolmente, poi crollò il capo in avanti, arrivando a far scontrare la fronte con quella del più alto.

Nightfall Whisper //DrarryWhere stories live. Discover now