Capitolo 41

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Quando tutto è ripetitivo, insignificante, il tempo gioca gli scherzi peggiori.
Le giornate durano mesi e, dei mesi, guardando indietro, non ci restano alla mente abbastanza momenti per comporre una giornata sola.

Per Harry era stato così, nonostante le migliaia di impegni ai quali, dopo i primi tempi, aveva finito per abituarsi, ogni giornata si era riproposta stancante, stressante e lentissima, ma vuota e insignificante da quella notte di Settembre.
Una mattina aveva lanciato un'occhiata veloce al calendario babbano appeso in cucina e subito dopo aveva sentito il bisogno di tornare lì con lo sguardo per comprendere appieno il significato della data, un numerino che, più restava fermo a guardare, più sentiva lontano da sè e inverosimile.

4 Giugno

Erano ormai passati due anni dalla Battaglia di Hogwarts e, per la prima volta da quando aveva memoria, non era in pericolo o intrappolato in qualche profezia e destino più grande di lui.
Era solo coinvolto in una comune battaglia politica che, per i suoi standard, non doveva essere nulla di insormotabile dopotutto.
Allora perchè non si sentiva nè sollevato, nè felice, nè più vivo di quando era stato colpito dalla maledizione di Voldemort per la seconda volta?

Mortificazione e solitudine, in alcuni giorni, erano capaci di soffocarlo spaventosamente.
Bastava che, passando davanti alla porta della stanza di Ron ed Hermione, li sentisse ridere spensierati o bisticciare animatamente e subito si incupiva, svuotato tutt'a un tratto.
Pensava "voglio Draco" con lo stesso impeto di un bambino che fa i capricci per una caramella o un giocattolo, credendo ingenuamente nella più assoluta felicità che può portare la realizzazione del desiderio.
L'unica sostanziale differenza tra le sue condizioni e un capriccio era che la mancanza del biondo non veniva scalfita dal tempo, ma restava costante e logorante.

Dal calendario il suo sguardo si spostò sul tavolo della cucina, dove un foglio di pergamena riempito solo per metà era appoggiato di fianco a un bicchiere vuoto di succo di zucca.
Il moro tornò a sedersi e riprese in mano la piuma, se la rigirò tra le dita un paio di volte prima di riprendere a scrivere la risposta per Draco da dove l'aveva lasciata.

Se avessi saputo che diventare Auror fosse fisicamente più sfiancante del Quidditch e mentalmente più di Pozioni, forse ci avrei pensato su due volte prima di entrare in accademia.
Non penso ne uscirò vivo, per la gioia di Voldemort.

Fece un'altra pausa quasi subito e, quando si accorse di essersi bloccato, lasciò cadere la piuma per portarsi le mani tra i capelli e poi scendere con le dita a sfregarsi furiosamente gli occhi sotto le lenti, mugolando di nervoso.
Ad ogni parola che scriveva non riusciva a smettere di viaggiare con il pensiero attraverso i palazzi di Londra, poi per la brughiera inglese fino a raggiungere un bosco oltre un affluente del Tamigi.
In un luogo del genere pensava che Draco si trovasse e una volta raggiunto quel posto iniziava a figurarsi mille modi per sorprenderlo.

Una volta gli si era Materializzato alle spalle e gli aveva coperto gli occhi con le mani, un'altra si era fatto trovare nudo nel letto del biondo a leggere la Gazzetta del Profeta come se niente fosse e in una terza opzione, la sua preferita, stava semplicmente camminando con calma per l'accampamento, andava verso Draco con una pergamena in mano proveniente dal Ministero, un lasciapassare che assicurasse agli ex-Mangiamorte la protezione per cui avevano a lungo lottato.
In quel suo sogno ad occhi aperti Draco se ne usciva con una delle sue pessime battute e Harry alzava gli occhi al cielo, rispondeva a tono e un attimo dopo il biondo gli si buttava addosso, riempiendogli la bocca del suo sapore.

Poi la sua fantasia continuava a galoppare almeno finchè Harry non si accorgeva di essere in trance, allora si riscuoteva, sospirava, si sfregava gli occhi oppure si massaggiava le meningi, scacciava le stupidaggini dalla testa e cercava di concentrarsi su qualunque cosa stesse facendo.
In quel caso era la lettera per Draco e ciò rendeva il tutto ancora più complicato se si conta che l'obiettivo era comunicare con lui senza pensare a lui.

Nightfall Whisper //DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora