CAPITOLO 60

1.9K 55 35
                                    

"TUTTO QUELLO CHE HO SCRITTO NELLA PRIMA PARTE DI QUESTO CAPITOLO E ' SOLO UNA MIA INVENZIONE, HO SOLO PENSATO AD UN NICCOLO' UN PO' DIVERSO DA QUELLO CHE ABBIAMO SEMPRE VISTO. IN QUESTO CAPITOLO VERRÀ SPIEGATO TUTTO QUELLO CHE E' SUCCESSO AI VARI PERSONAGGI, ANCHE COME ABBIAMO LASCIATO L'ULTIMO CAPITOLO, BUONA LETTURA, SPERO POSSA PIACERVI 💕❣"

NICCOLO'

Non è semplice venir catapultati in un mondo che credi di conoscere... già, il successo non sapevo sarebbe stato così. E' come se fosse un cioccolatino che apparentemente ha l'aria di essere dolce, ma poi il suo sapore è amaro come un caffè senza zucchero. Tutta apparenza, nulla è reale devi ricordarlo sempre, devi assomigliare ad un qualcosa che non sei, spesso, ma io ci ho provato e ci provo ad essere me stesso e per questo passo spesso per quello arrogante. Ho capito tardi che stavo diventando qualcosa che non ero, quando Elena mi si è avvicinata quella notte di luglio e mi ha detto "Ti senti solo perché non sei come appari!". Ci ho riflettuto mentre preparavo le valigie e salutavo la mia bambina prima di uscire di casa.

Sì, perché quando sono arrivato alla conclusione che qualcosa si stesse spezzando, era già troppo tardi perché la corda potesse restare intera, ho sperato che il vaso che avevo dipinto di azzurro non stesse aspettando quell' infido vento e lo speravo con tutto me stesso. Lo so bene che se accade poi bisogna mettere l'anima in pace, prendere scopa e paletta per raccogliere un qualcosa di irreparabile, ma di un valore così inestimabile da sembrare impossibile da gettare.

Così sono uscito prima che nel cielo si potessero scorgere i primi riflessi arancioni e rosati dell'alba, sì, proprio come in "Ti dedico il silenzio", in quel momento potevo donare solo questo a coloro che mi stavano accanto. Non sembravano mai bastare le parole, anche quelle sussurrate nel buio della notte, quelle che solo le stelle avevano l'onore di ascoltare ed io che credevo sarebbe bastato parlare coi gesti, avevo pensato davvero che le mie parole fossero già scritte tra i versi, sapendo già che non è così che funziona, io creo una canzone, ma lei è vita che vive, non mi descrive e so bene di non essere quello che scrivo in un testo, ma fa comunque male vederla infelice, distrutta, persa nel ricordo di un uomo che sapeva di non avere accanto.

Non tutto il male viene per nuocere, ora so chi sono, so chi ero e soprattutto chi voglio essere per il resto dei miei giorni. Fanculo il gossip, i giornalisti e tutto quello che comporta il successo, a volte mi sento in colpa per vedere dentro di me quella parte così dolorosa e bella che è Ultimo, perché è solo uno fra i mille universi che tutti noi custodiamo con brama dentro al cuore, però questo agglomerato di costellazioni e galassie mi è amico sul palco e mi uccide tutto il resto.

Sono così fortunato ad aver trovato una goccia disposta a tuffarsi con me nelle profondità del mare, eppure quando lei mi ha urlato di ricordarmi chi ero, di smetterla di fingere di avere una nuova vita, quando mi ha strillato "Ritrova i tuoi passi" ho sentito uno strano vuoto dentro e così tra le lacrime di lei, ho fatto le valigie perché forse il trucco è quello di non restare mai fermo.

Ha funzionato? Ma... se oggi mi trovo a meditare su quanto questa vita, fatta di sogni, ti metta faccia a faccia con la realtà vera e cruda, talvolta amara come il cioccolato di prima, allora forse ha funzionato. Una volta dissi che rincontrai me stesso per strada, io mi sentivo bene e gli chiesi di ridere insieme a me, oggi non so cosa chiederei a quel Niccolò che pensa ancora a sorridere alla vita dimenticandosi quando invece gli avevo urlato di "Odiarlo contro", già è proprio strana la sorte.

In fondo che cosa resta se vivi senza memoria? Ecco, ecco quello che io facevo. I ricordi servivano solo per le canzoni e poi Niccolò?! Era sempre occupato, non aveva tempo per stare con lei, per consolarla, per starle accanto quando la notte si ritrovava da sola ad occuparsi si una neonata mentre io ero occupato ad incontrare fan in tutta Italia, non trovando mai il tempo per tornare la sera a casa e condividere un misero letto con lei accanto. Amo tutti gli ultimi che condividono le mie parole, ciò che faccio e tutto il resto, non è che io non voglia incontrarli, mi fa molto piacere, ma è difficile... è difficile per Niccolò, è stato difficile per lui continuare ad essere se stesso anche quando tornava a casa e credeva di essere ancora Ultimo, non consapevole della realtà che lo circondava.

Ritrova I Tuoi Passi... [COMPLETA]Where stories live. Discover now