CAPITOLO 26

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POV'S ELENA

Rimango intontita un attimo, sento solo gli occhi riempirsi di lacrime, secondo dopo secondo.
Il fiato sta diventando sempre più corto e le mani iniziano a tremare.
Non riesco a dire nemmeno una singola parola, il magone che si è creato in gola chiede tempestivamente di uscire, vuole esplodere in un pianto lungo, rumoroso, ma allo stesso tempo voglio che sia il più silenzioso possibile.

< ops... > interviene lei, sembrando quasi dispiaciuta, è sicuramente una brava attrice.
< forse è meglio che io vada >

< forse era meglio se stavi direttamente a casa tua > rispondo con tono duro e con disprezzo.
Lei prende la sua borsa e il cappotto uscendo di casa.
Niccolò è immobile dall'altra parte della stanza.

< io... >

< tu cosa? > chiedo seria avvicinandomi al suo corpo.

< non so cosa sia successo >

< non sai cosa sia successo? > chiedo retoricamente < vuoi che ti faccia un disegnino per fartelo capire? Ti stavi baciando con lei > gesticolo pesantemente.

< mi dispiace > cerca di abbracciarmi, ma lo fermo mettendo le braccia sul suo petto.

< no > sono seria e sono anche molto stanca.
In tutto questo tempo, ci sono stati degli ottimi momenti, dolci e stupendi, ma la maggior parte di quest'ultimo è stato pessimo, tra le litigate e il bipolarismo di entrambi.
Spesso il tutto si trasformava in quello che poteva sembrare un rapporto marcio, due persone che non riescono ad andare avanti.
Il mondo mi ha deluso un po', sin dalla nascita probabilmente, ma non avrei mai immaginato che Niccolò sarebbe riuscito a fare di peggio.
< in tutti questi giorni... >

< aspetta > prova a togliere le mie mani dal suo petto e tenta di abbracciarmi nuovamente, ma questa volta mi allontano.

<... in tutti questi giorni ti sei sentito con lei... > non riesco più a fermare le lacrime e i singhiozzi che iniziano a riempire il silenzio che ci circonda.
< ma perché adesso, perché con me? >

< fammi spiegare > dice lei provando a risolvere la situazione.

< cosa? > chiede asciugando le varie lacrime sulle mie gote.

< non è come credi >

< sai una cosa Niccolò? > chiedo retoricamente < io sono stanca >

< no, no, no, no... > ripete più volte avvicinandosi a me, muovendo molto la testa.
< io ti amo >
Non me lo aveva mai detto così direttamente, sento che il suo tono è sincero, ma non ce la faccio.

< abbiamo sbagliato tutto, sin dall'inizio> lo guardo negli occhi mentre è ad un palmo dal mio viso.
< abbiamo sbagliato a mentire e tutto il resto, avevo paura di perderti... e forse sta accadendo proprio adesso >

< ti prego > poggia la sua mano sulla mia guancia, molto probailmente arrossata.
< io non sono nulla senza di te >

< so cosa intendi, ma... ma mi dispiace > lentamente e con le mani che tremano ancora prendo la collana, la sua chiave quella che mi aveva regalato quella notte, quella notte fantastica la ricordo ancora, la mattina seguente presi la sua felpa e la indossai, portandola a casa mia, non gliel'ho ancora restituita e forse non lo farò mai, rimarrà sul fondo del mio armadio.
Tolgo la chiave, prendo il palmo della sua mano, quello che aveva appoggiato sulla mia guancia mentre mi guarda inebetito e silenzioso, poggio delicatamente la collana e chiudo la mano in un pugno.
Gli lascio un bacio sulla guancia e mi avvicino alla porta.
< è stato bello, nei suoi momenti altri e bassi, ma come ben sai nulla dura per sempre >
Sta per iniziare a piangere, lo vedo dai suoi occhi, si avvicina passo dopo passo, ma non gli do il tempo di arrivare, sorrido, apro la porta e poi la chiudo alle mie spalle.
Cercando di lasciare in questa casa semi vuota, ogni singolo ricordo, ogni singolo momento, ogni singolo istante che non riuscirò a dimenticare.
Forse sto facendo la scelta sbagliata, ma è ciò che sento in questo momento.
Inizio a correre mentre piango.

Ritrova I Tuoi Passi... [COMPLETA]Where stories live. Discover now