capitolo 17

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Era ufficialmente la prima notte che passavamo insieme in modo così organizzato, senza che fossimo spaparanzati sul divano o fuggire via durante la notte.

Eravamo nella mia camera da letto ed eravamo entrambi intenzionati a restare l'uno con l'altro. La mia sveglia segnava ormai le due di notte, ma nessuno dei due aveva intenzione di chiudere occhio.

Eravamo strettamente abbracciati e i nostri respiri si potevano sentire sulla pelle dell'altro. Qualche volta mi accarezzava i capelli ed io giocherellavo con le sue dita, sel silenzio tombale.

-Perché sei qui?-domandai all'improvviso senza curarmi di tenere un tono basso di voce, dato l'orario. Lui non rispose subito. Diede un'altra passata fra i miei capelli con le dita e poi sospirò.

-Perché ti amo-sussurrò come se fosse la risposta più ovvia che potesse darmi.-Penso che basti e avanzi..-aggiunse poi baciandomi la nuca. Io non dissi niente e non ebbi alcun tipo di reazione, se non quello di stringermi meglio sotto il suo tocco e passare dalle sue dita al tamburellare le dita sul suo petto scoperto da una maglia scollata.

Non chiudemmo occhio almeno fino alle quattro, ovvero nel momento in cui sentii uno sbadiglio da parte sua e un buonanotte leggero quanto un soffio solleticarmi l'orecchio delicatamente. Io rimasi sveglia per oltre mezz'ora, persa nei miei mille pensieri e paure.
Temevo che fosse tutto falso.

La reazione di Harry è stata troppo poco esagerata per essere vera, quindi credevo che da lì a poco ci avrebbe ripensato e se ne sarebbe andato lasciandomi sola, in attesa che la morte mi cogliesse. Eppure, mentre io mi tortutavo come è mio solito fare la mente, il braccio di Harry non si muoveva dal mio fianco, i suoi ricciolini mi solleticavano ancora il collo e il suo respiro affannato mentre dormiva era costantemente udibile. Lui non se voleva andare, decisamente.

Non capisco perché anche in una situazione in cui dovrei trovare sicurezza e conforto io debba sempre rovinare tutto con questi pensieri negativi ribaltando il momento e rendendolo pieno di ansie e paure. Ho un problema serio, continuavo a ripetermi.
La mattina seguente, dopo la mia notte in bianco, ottenni soltanto due enormi occhiaie e la poca voglia di alzarmi dal materasso, mandando a monte la mia comoda posizione. La prima cosa che feci fu voltare lentamente il volto, per assicurarmi che non mi avesse lasciato. Era steso lì, al mio fianco, con uno sguardo sereno e gli occhi ancora sbarrati. Sghignazzai iniziando a giocherellare con i suoi capelli e tracciando linee immaginarie sul suo petto con il mio dito indice. Non appena portai la mano a posto, feci per alzarmi.

-Ti prego, continua-teneva ancora gli occhi chiusi e mi aveva afferrato per il polso saldamente, obbligandomi a rimanere lì stesa e procedere con i miei lenti movimenti lungo tutto il suo addome. Qualche secondo dopo sorrise aprendo glli occhi e striacchiandosi un po'. Mi osservò per una decina di secondi, prima di parlare degnandomi della sua voce roca ed impastata dal sonno della mattina.
-Buongiorno..-sussurrò dopo aver sbadigliato spalancando la bocca a tal punto, che mi venne la paura di vedergli spezzare la mandibola.

-Ehi..-risposi a mia volta, nascondendo buona parte del volto sotto le coperte pesanti. Ci furono minuti interi di silenzio, mentre Harry non faceva altro che guardarsi da tutte le parti in cerca di non so cosa. Io richiusi gli occhi ed appoggiai meglio il capo sul cuscino morbido che sprofondò al mio tocco.

-Sono le dieci, Camille. Avanti..-provò ad incitarmi alzandosi dal letto e mettendo in mostra il suo addome privo di qualsiasi indumento. Indossava soltanto un paio di pantaloni della tuta di mio padre. A dire il vero li usavo io in casa, nei giorni no delle ragazze..sapete, quelli in cui si mangia di fronte alla tv senza curarsi dell'abbigliamento maschile e sportivo da casa.
Brontolai qualche verso indecifrabile manifestando la mia scarsa voglia di lasciare andare quel tenero e bianco cuscino. Si stiracchiò per l'ennesima volta a si avvicinò sfregandosi il volto, per poi scuotermi per le spalle. Io ero girata in posizione supina e l'unica cosa visibile era la mia chioma di lunghi capelli castani che avanzava dalle coperte bianche come il latte.

365 giorni per dirti ti amo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora