21. "E se io non volessi?"

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3 mesi dopo

Penso che sia scientificamente provato che la frase "dobbiamo parlare" provochi un numero davvero alto di divorzi ogni anno. Peccato che ad avermelo detto sia stata Alexa. Credo che il massimo che potrebbe succedere sia una lite furiosa, ma dal suo tono di voce non so decifrarlo.

Infatti adesso sono davanti alla porta del suo attico che cerco le chiavi di casa sua. Sento la gamba dolere nel punto in cui mi hanno sparato. Mi manca solo una seduta di fisioterapia poi sarò libera.

Riesco a trovare le chiavi ed entro. La mia amica è seduta al tavolo della cucina, con i capelli scarlatti legati alla bene e meglio e con un biglietto tra le mani.

"Siediti." Tuona lanciandomi una breve occhiata. Appoggio la borsa sul tavolo e mi siedo di fronte a lei. Passano alcuni minuti in cui non alza gli occhi dal biglietto. Noto delle scritte colorate ma non capisco cosa sia.

"Cos'è?" Domando incerta. Punto lo sguardo sul suo nuovo tatuaggio ricoperto dalla plastica. Almeno se alza lo sguardo non vede che stavo sbirciando il biglietto.

"Evelyn si sposa." Tuona lanciando il biglietto per terra come se fosse spazzatura. Ecco cos'era: un invito al matrimonio.
"Con chi?" Quasi mi strozzo con la mia stessa saliva quando coprendo.

"Con Eliah Cooper, mio cugino." Strabuzzo gli occhi andando a raccogliere l'invito. Un groppo mi sale in gola quando leggo:
"Evelyn Sanchez & Eliah Cooper"

"E tu ci andrai?" Domando preoccupata rigirandomi tra le mani il biglietto. La grafica è carina, devo ammetterlo, ma l'evento fa schifo.

"Devo andarci, è mio cugino. Anche se non sento papà da quando sono diventata "normale", non posso evitare anche il resto della famiglia." Fa spallucce controllando l'orologio alle sue spalle con un'occhiata.

"Adam lo sa?" Chiedo a bruciapelo ricevendo un'occhiata. "No, ma credo mi accompagnerà. Quello che mi preoccupa è Jackson: non voglio che porti una delle sue solite amiche." Alza gli occhi al cielo.

"Credo se lo meriti." Dico senza pensare. "Vuoi accompagnarlo tu?" Mi chiede speranzosa.

"Guarda che tra un po' mi sposo. Cosa dirà Ethan?" Domando ovvia, sentendomi leggermente offesa.
"Jackson è un suo amico. Accetterà ne sono sicura." Annuisce incoraggiante.

"E se io non volessi?" Domando ovvia prendendola in contro piede. "Allora avrai un'amica offesa sulla coscienza." Ribatte divertita. Non mi sembra molto offesa.

"Lo sai che c'è la possibilità che scoppi una rissa?" Domando con un cipiglio divertito.
"Allora sarò lì a fare il tifo per te!" Esclama facendomi ridere.

"Ci conto." Sghignazzo battendole il cinque.
Alexa è sempre stata tra noi quella più riservata, forse intimidita dal fatto di essere quella diversa, quella non ispanica, ma conoscendola fin da piccola ho capito che è una ragazza forte.

"Ho saputo del bambino." Mi sorride cambiando argomento. Mi accarezzo la pancia con un riflesso automatico.
"Già, è un bambino forte. È resistito ad un proiettile."

"Sapete già come lo chiamerete? Riciclerete quelli che avevate scelto con Santiago?" Domanda curiosa.
"A me piace Valentino, ma non so cosa ne pensa Ethan."

"Come tuo nonno." Esala con un luccichio negli occhi. Volevo dargli un tributo: non ho mai conosciuto il mio nonno paterno, però da quello che mi hanno raccontato era un uomo molto forte e coraggio.

"E se fosse femmina?" Socchiudo gli occhi pensierosa. Non lo so.
"Non lo so." Scuoto la testa accavallando le gambe.

"Beh hai tempo per pensarci." Scherza alzandosi dalla sedia. "Devo andare al lavoro. Ci vediamo sabato." Usciamo di casa e in pochi minuti le nostre strade si dividono.

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