12. "Buon Compleanno, Amore!"

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Oggi è il compleanno di Ethan, come credo abbiate immaginato. 23 anni per la precisione.
Stiamo diventando vecchi anche noi.

Sono giorni che organizzo questo momento e una notizia inaspettata (per Athalia neanche tanto) ha scombussolato tutti i miei piani.
Spero solo che l'effetto sorpresa non rovini niente.

Mi alzo dal letto lentamente e sul cuscino lascio un bigliettino e la colazione. Indosso la vestaglia e corro fuori dalla stanza. Sveglio Santiago e ci mettiamo alla guida.

No, non stiamo scappando. Non sono così cattiva.

Bussiamo alla porta di casa Castillo-Ruiz nello stesso momento in cui mi arriva una chiamata da parte di Ryan.

"Sono a casa vostra. Spera che non dia di matto." Esclama e chiude la chiamata subito dopo. Che simpatico.

"Athalia apri questa dannata porta." Urlo battendo i pugni sulla porta. Santiago mi guarda con gli occhioni sbarrati.

"Tranquillo tesoro. Non voglio uccidere la zia." Lo tranquillizzo recuperando una forcina e la punta di un compasso.

Scassinare le porte è sempre stato il mio passatempo preferito.

Il rumore secco della serratura mi conferma che non ho ancora perso il mio tocco magico.
"Quando sarai più grande te lo insegnerò." Confido al mio bambino mentre mi chiudo la porta alle spalle.

Lo lascio con una delle cameriere e salgo in camera dei futuri genitori. "Sorgi e splendi." Spalanco la porta trovandoli in una posizione che non avrei voluto vedere.

"Ashley." Urla stridula la mia amica coprendosi con il lenzuolo. Mi copro gli occhi e indietreggio fino al corridoio.

Aspetto che si rendano presentabili poi rientro in camera. "Quello che ho visto mi ha disgustata e dovete essere felice che non abbia ancora mangiato." Mi accomodo sul divanetto di pelle nera adiacente al letto.

Athalia mi sorride imbarazzata mentre rimane sdraiata nel letto. "Scusa. Non avevo visto l'ora."

"E non avete neanche sentito il campanello. Non credevo foste così rumorosi." Parlo a ruota libera mentre mi pento di aver indossato un paio di tacchi e non delle semplici e confortevoli ciabatte.

"E quello è niente." Drew, da bravo fratello quale è, sbuca dal bagno coperto solo con un asciugamano e con un sorriso malizioso.

"Sei disgustoso." Borbotto sentendo lo stomaco reclamare urgentemente del cibo.
"Sentite, io adesso scendo e vado a mangiare, mentre voi vi vestite e mi raggiungete." E senza che possano aggiungere altro esco dalla stanza.

"Mamma." Santiago mi richiama dal tavolo da pranzo mentre intinge un biscotto nel latte.
"Perché abbiamo lasciato papà a casa?" Domanda curioso.

"Perché oggi è il suo compleanno e noi gli stiamo organizzando una festa a sorpresa." Gli lascio un buffetto tra i capelli mentre mi riempio la tazza di latte e ricopro una fetta di pane con della maionese.

Dite che hanno anche della Nutella?

"Gli diamo il regalo che abbiamo comprato da Armani?" Annuisco alla sua domanda mentre mi accomodo al suo fianco.

"E gli piacerà?" Domanda ingenuamente fissandomi pensieroso.
"Ovviamente tesoro, soprattutto perché l'hai scelto tu."

Athalia entra in cucina con un'espressione truce, mentre cerca di chiudere la vestaglia sulla pancia pronunciata.
"Questa vestaglia è odiosa tanto quanto te." Mi sorride afferrando dei pancake e della salsa guacamole.

Perfetto. Andiamo di male in peggio.

"E cos'avrei fatto di così terribile?" Domando divertita mentre controllo Santiago mentre ripone il piatto sporco nel lavello.

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