4. Houston abbiamo un problema

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È mezzanotte, e ancora non riesco a prendere sonno, Santiago ormai dorme da ore e io sono da sola, in un letto troppo grande per me, con la mente piena di pensieri che non mi permettono di chiudere gli occhi.

Per qualche secondo sento l'anello che porto alla mano destra farsi leggermente più pesante degli altri. Sorrido con gli occhi velati di lacrime.

Ancora mi ricordo quando Ethan me l'ha regalato: durante il primo compleanno di Santiago, tra tutti i regali avevo trovato un piccolo pacchettino di Tiffany, e davanti a tutti aveva promesso che c'è l'avremmo fatta.

Ma io non ci credo più.

Il piccolo zaffiro luccica nel buio, come se avessi pensato la cosa più stupida del mondo.
Probabilmente sono solo stressata e vedo problemi dove non c'è ne sono.

In questo periodo mi sono ridotta a dovergli urlare contro per ricevere un po' di attenzione, oltre che mentre facciamo sesso.

Per far sì che mi vedesse, di nuovo.

Per un secondo mi è quasi passato per la testa che volesse stare insieme solo per il bambino e che di me non gliene frega niente.

La porta della camera si apre e il mio respiro si blocca nella trachea. Il letto si abbassa e in pochi secondi col mio esile corpo viene circondato da un paio di braccia muscolose e famigliari.

"Ti amo." Mi sussurra all'orecchio con voce spezzata. Il cuore si blocca nello stesso istante in cui capisco di aver fatto un casino.

Adesso una crisi di pianto non me la leva nessuno, neanche Gianni Versace in persona.

~.~.~.~.~.~.~.~

La mattina la sveglia sempre troppo presto, ma per una volta decido di posticiparla di un quarto d'ora, invece Ethan di alza quasi subito.

La testa pulsa mentre gli occhi sono tremendamente gonfi e arrossati.

Forse il fatto di essere tornati insieme mi ha fatto desiderare tutta la sua attenzione dopo quello che era successo. Forse devo solo darmi una calmata e vivere questa relazione con più leggerezza, e senza la paura costante e viscerale di poterlo perdere da un momento all'altro.

Mi alzo dal letto e mi chiudo in bagno, mentre sento Santiago uscire dalla sua stanzetta per raggiungere la cucina.
Non voglio che il mio mal umore condizioni le sue giornate, è solo un bambino e dovrebbe pensare solo a divertirsi e a crescere, invece che a me e alla relazione tra i suoi genitori.

Mi faccio una doccia veloce e mi lavo i denti. Indosso le ciabatte e scendo anche io, sentendo i crampi allo stomaco per la fame.

"Buongiorno." Afferro un cornetto caldo, preparato dalla cuoca e una tazza di caffè. Spero di riuscire a raggiungere fine giornata senza sbottare addosso a qualcun altro.

"Mamà, oggi vengo con voi al lavoro?" Santiago mi fissa con i suoi occhioni verdi mettendomi in soggezione. Devo proprio darmi una calmata.

"Si, tesoro." Sforzo un sorriso guardando per la prima volta, da questa mattina, il mio ragazzo.
Le profonde occhiaie sotto i suoi occhi sono la prima cosa che vedo, e sento la consapevolezza mangiarmi viva.

Spero di riuscire a sistemare la situazione.

"Andiamo insieme?" Ethan approfitta che Santiago sia di sopra per parlare, di nuovo.
Annuisco velocemente sedendomi sullo sgabello della cucina, sperando di prolungare la conversazione.

Para la Vida y Para SiempreWhere stories live. Discover now