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Mi guardava con quegli occhi enormi e brillanti di verde, senza capire e senza sapere che dire.

«Sai che c'è? Lasciamo parlare i gesti, vediamo quanto ci fottono.»

Le feci un sorriso un po' antipatico e andai in bagno a sciacquarmi la faccia. Lei mi seguì lentamente e ancora confusa.

«Mi hai confusa.»

Ammise.

«È quello che tu hai fatto sempre, quindi»

Risposi ma mi interruppe.

«Ti stai vendicando?»

«Non volontariamente, ecco.»

Non era davvero arrabiata, così alla fine scoppiammo a ridere.

«Oggi devo tornare in ospedale per fare dei controlli.»

Mi disse.

«Se vuoi ti accompagno, ma prima devo passare a casa, infatti se non ti dispiace ora andrei.»

Le risposi tranquilla.

«Si, va bene.»

«A che ora devi andare?»

Chiesi.

«No, lascia stare, meglio se vado da sola, devo fare delle cose prima, così vado direttamente...»

«Sei sicura?»

«Si, non preoccuparti.»

«Va bene, allora ci sentiamo.»

«Posso scriverti?»

«Si, certo che puoi.»

«Sempre meglio chiedere, non voglio risultare fastidiosa o invadente.»

«Tranquilla. Se hai bisogno di qualcosa chiamami, anche solo se ti senti sola, okay? Promettimi che prima di buttare tutti i libri a terra, mi chiamerai.»

Le dissi dolcemente avvicinandola a me prendendola dai fianchi.

«D'accordo. Te lo prometto.»

Sorrise e arrossì abbassando un po' la testa.

«Sei molto dolce.»

Le sussurrai poggiando la mia fronte sulla sua delicatamente.

Lei si avvicinò e iniziò a baciarmi lentemente, ricambiai ed era magico. C'era così tanta dolcezza in quelle labbra, che avevo paura fosse solo fittizia.

«Conosci il poeta latino Lucrezio ?»

Le chiesi quando ci staccammo.

«No, che c'entra?»

«Lui criticava la poesia ricercata nei versi ma povera nei contenuti. E creò un'importante metafora: i poeti che si impegnavano soltanto nella forma non erano altro che medici che cospargevano di miele una tazza di medicina amara da somministrare ai bambini.»

«Interessante, ma cosa c'entra con noi, adesso?»

«Eeh, le tue labbra sono così dolci che ho paura siano solo miele per coprire l'amarezza di una medicina.»

«Ah... beh non è una bella cosa.»

«No, infatti.»

Provò ad allontanarsi da me ma la trattenni con le mie mani sui suoi fianchi.

«Dove credi di andare ?»

La donna della mia vita. Where stories live. Discover now