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Mi svegliai presto e preparai tutto il necessario per il mare. In uno zaino abbastanza grande misi asciugamano, crema solare, acqua e un panino al salame. Incontrai Clara sulla stazione , prendemmo il treno, il mare era lontano, ma il viaggio non fu tanto pesante. La spiaggia era libera, non c'era quasi nessuno.

«Dobbiamo mettere entrambe la crema, altrimenti ci scottiamo di sicuro, per quanto siamo chiare di pelle.»

Mi disse Clara.

«Vero, però io odio mettere la crema.»

Risposi lamentandomi.

«Tranquilla bimba, non fare i capricci, te la metto io.»

«Okay mamma.»

Imitai la voce di una bambina e lei ridacchiò.

Clara mi fece sedere in mezzo alle sue gambe, girata di spalle e iniziò a spalmarmi con delicatezza la crema sulla schiena. Quando ebbe finito, feci lo stesso con lei, la sua pelle bianca era meravigliosa e poi decidemmo di andare a mare.

«Non schizzarmi, ho freddo.»

Esclamai, ma lei lo fece ugualmente, così anch'io e dopo un po' finimmo in acqua. Andammo a fare una nuotata a largo e iniziammo a parlare di pesci e sirene. Quando tornammo sopra a prendere il sole, le raccontai ciò che era accaduto il giorno prima con Nathan e lei mi abbraccio forte.

«Tranquilla, andrà tutto bene. Siete affezionati l'uno all'altra, non vi perderete.»

Mi rassicurò e poi io cambiai discorso.

«Ti sta molto bene questo costume.»

Le dissi.

«Ti ringrazio, anche se il mio corpo continua a non piacermi.»

«Ma dai, è un bel fisico il tuo!»

«Spesso il proprio fisico può essere bellissimo agli occhi degli altri ma non ai tuoi.»

«Verissimo, purtroppo. Non servirà a molto, ma credimi, stai benissimo con questo costume.»

«Grazie, è sempre bello ricevere complimenti, anche se non può cambiare più di tanto le cose.»

Arrivò, tra un discorso e l'altro, il tanto atteso tramonto, con colori che andavano dall'arancione al rosso e qualche sfumatura di rosa. La spiaggia era deserta ormai, tutti erano già andati via, noi invece eravamo stese l'una di fronte all'altra e iniziammo a scambiarci carezze e grattini. Eravamo sempre più affettuose l'una con l'altra e stavo davvero bene. Decisi di farle ascoltare una canzone che avevo in mente in quel momento e gliela dedicai: "Ti dedico il silenzio" di Ultimo.

«Meriti anche tu un posto da visitare»

Canticchiai guardandola negli occhi, che erano diventati di un azzurro chiarissimo stupendo.

Sorrise felice a sentire le parole molto dolci della canzone e mi tenne stretta a se per un po'.

«Ti va di fare delle foto belle col tramonto alle spalle?»

Mi chiese lei entusiasta.

«Siiiii.»

Subito iniziò a fotografarmi con la sua macchina fotografica, seduta su uno scoglio, con dietro il tramonto, finché non mi propose una cosa un po' particolare.

«Se ti spogliassi, verrebbe un'opera d'arte.»

Esclamò e senza pensarci troppo, la ascoltai. Ovviamente mi coprivo con le mani per quanto possibile, le foto non furono porno, ero semplicemente seminuda e vennero benissimo. Quando il sole fu tramontato completamente, tornammo a casa.

La donna della mia vita. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora