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«Lei ha avuto un incidente mentre tornava al locale, una macchina che correva troppo l'ha investita, per fortuna è cosciente ma non fa altro che dire di avere bisogno di te e i medici mi hanno convinta a cercarti. Fosse stato per me non sarei mai venuta, naturalmente. Ma dicono che potresti essere di grande aiuto...»

Mi spiegò Carlotta velocemente e con voce ansiosa.

Non sapevo come prenderla nè come comportarmi ma onestamente al pensiero di Clara in ospedale, iniziai ad essere cosí impaurita che non mi importava più tanto di tutto quello che era successso.
Cosí, indossai una felpa e seguii Carlotta in ospedale.
Appena arrivammo, un infermiere ci accompagnò fuori alla stanza dove era stata ricoverata Clara.

«Può entrare solo una persona alla volta...»

Ci fissò l'infermiere.

Io e Carlotta ci guardammo, lei mi fece cenno di entrare e andò a sedersi su una delle sedie in fila in corridoio.
Appena entrai e la vidi mi avvicinai al letto, stava stesa, pallida e senza forze.

«Hey, che bello vederti.»

Mi disse sorridendo con voce debole.
L'infermiere disse che sarebbe tornato nell'arco di un quarto d'ora per fare di nuovo le analisi, poi uscí dalla stanza lasciandoci sole.

«Cos'hai combinato?»

Le chiesi senza sfiorarla, anche se lei protese la mano verso di me.

«Una macchina mi ha investita, ero distratta, sono stata sciocca, è stata colpa mia.»

Rispose triste.

«Non preoccuparti, non è mai colpa di una sola persona.»

«Allora ho qualche probabilità di essere perdonata per non averti detto di carlotta...»

Odiavo il fatto che avesse rimesso in mezzo l'argomento in un momento cosí, forse sperava di farmi quasi pena in quelle condizioni.

«Mh non mi sembra proprio il momento migliore per parlarne.»

Distolsi lo sguardo.

«Hai ragione, scusa. È che sto bene... adesso che sei qui.»

Rispose.

«Si, ma riposa e conserva le energie.»

Rimanemmo in silenzio e lei socchiuse gli occhi, pochi minuti dopo entrò l'infermiere per fare le ultime analisi prima di dimetterla.

Appena uscimmo dalla stanza, Carlotta le si avvicino.

«Non voglio lasciarti andare da sola a casa, vieni da me.»

Le disse, io rimasi indifferente. Nel frattempo camminammo verso l'uscita dell'ospedale e rimanemmo lí fuori per decidere il da farsi.

«Non mi va.»

Rispose Clara e si girò verso di me.

«Ti va di venire da me a parlare ?»

Mi chiese, Carlotta mi guardò malissimo.

«Ehm, credo tu debba solo riposare.»

«Si, se vieni da me potrai riposare tranquilla.»

Aggiunse Carlotta.

«Ascolta parlerò anche con te più avanti, ma ora non mi va nemmeno di vederti.»

Rispose Clara bruscamente.

«Come puoi dirmi una cosa del genere dopo tutto ciò che ho fatto per te ? Non cercarmi più, nemmeno quando ti accorgerai di chi sono io e di chi è questa bambina del cazzo a cui vai dietro.»

La donna della mia vita. Where stories live. Discover now