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«Non è facile... io vorrei iniziare con porgervi le mie scuse per il distaccamento improvviso e premetto di non sentirmi giusificat-»

«Vai avanti.»

Esclamai fredda interrompendo Ludovica che aveva iniziato a raccontare ponendosi in una posizione pienamente difensiva. Clara mi guardò male ma non me ne curai più di tanto e non dissi nulla, aspettai che Ludovica continuasse.

«Okay ehm, dunque ... non ricordo precisamente l'inizio di tutto, ma in realtà già dai bei tempi in cui eravamo tutti amici e frequentavamo il locale in pace, io e il padre di Carlotta entrammo in contatto. Devo ammettere che fui io a fare il primo passo e inizialmente lui non voleva mettermi in mezzo ma poi venni a conoscenza di informazioni private e ne diventai prigioniera. Pochissimo tempo dopo, non reggendo la situazione, raccontai tutto a Carlotta e insieme decidemmo di denunciare tutti quelli che facevano parte del giro, stavamo per farlo ma Carlotta si lasciò sfuggire un dettaglio, ci scoprirono e ce la fecero pagare, in realtà pagò solo Carlotta e io venni buttata fuori con la minaccia e la promessa che se avessi detto anche la benché minima cosa a qualcuno, me l'avrebbero fatta pagare il doppio. Non volevo assolutamente patire quanto lei, allora scappai e pensai anche di essermene liberata. Non feci niente per salvare Carlotta e beh, lei si è vendicata per questo.»

Volse uno sguardo dispregiativo a Carlotta, poi riprese a parlare, rivolgendo di nuovo a me l'attenzione.

«Non so ancora bene cosa abbia fatto per riportarmi in quell'inferno ma fatto sta che iniziarono ad arrivarmi messaggi intimidatori. Iniziai ad essere confusa e spaventata ogni attimo della mia vita e ovunque mi trovassi. Soprattutto per le persone che mi erano accanto, mi sentivo una bomba che camminava capace di mettere in pericolo qualsiasi persona avesse intorno. Letteralmente pensavo potessero uccidermi da un momento all'altro e che qualche passante potesse ferirsi. Quando ci siamo incontrate per strada e ti ho spinta via... è stato perché avevo paura potessero cercarti e venirti a dare fastidio. Non lo avrei sopportato. Poi Carlotta venne a prendermi ed ebbero inizio una serie di cose...»

Durante il discorso i suoi occhi si bagnarono sempre più e le lacrime si fecero strada sulle sue guance poco prima che potesse avere una conclusione.
Iniziai a sentire un vuoto allo stomaco e non riuscii a dire nulla subito.

«Ciò che emerge da questa storia è che la colpa ricade ancora una volta su una persona... cos'hai da dire ?»

Pronunciò con tono cattivo Clara, guardando Carlotta.

«Io credo...»

Sospirai.

«Io credo che dovremmo ascoltare anche la sua versione dei fatti.»

Riuscii poi a dire.

«Allora che parli !»

Ordinò Clara.

«È tutto vero, la colpa è mia, è sempre stata mia. Ora è meglio che vada fuori da qui e dalle vostre vite una volta per tutte. Solo un'ultima cosa... Ludovica... tutto quello che ti ho detto da quando sono venuta a prenderti quel giorno ad oggi, beh tu non hai ascoltato neanche una parola, vero ? »

La reazione di Carlotta fu debole e inerme, non voleva neanche più dire a Clara la verità sui farmaci. L'avrei obbligata a parlare.

«Hai pagato per entrambe e io non ti ho mai ringraziata, ma tu mi hai riportata in quell'inferno, che altro motivo avevi se non quello di vendicarti?>>

«È chiaramente una conferma.»

Annuì compiaciuta e si diresse verso la porta, guardai Clara come per scusarmi in anticipo e fermai Carlotta.

La donna della mia vita. Where stories live. Discover now