|31|

1.5K 80 4
                                    

«Hey hai visto Clara?»

Chiesi a Carlotta non appena mi ci avvicinai.

«Ah?»

Probabilmente non sentì per il volume della musica molto alto, così ripetetti urlando.

«Hai visto Clara?»

«Perchè mai la staresti cercando dopo tutto quello che è successo tra voi due?»

«Non sono venuta a parlare di questo, se non sai dov'è non farmi perdere tempo.»

Dissi alterandomi un po'.

«So dov'è, siamo venute insieme sai? Ma non credo voglia essere trovata da te.»

Mi fece incazzare tantissimo quella frase.

«Io invece credo proprio di si e in ogni caso non penso che voglia restare qui con te.»

«Ah davvero? Allora come mai è qui con me stasera, invece che con te? Forse si è rotta il cazzo di implorare il tuo perdono.»

«Smettila, non ho chiesto la tua opinione su quello che è successo.»

«Beh si, spesso mi capita di dire la verità senza che nessuno l'abbia chiesta, mi dispiace.»

«Credi di farmi del male ma mi stai facendo solo girare i coglioni e non è la serata giusta, fidati.»

Dissi alterandomi sempre più finchè non arrivò Clara, Carlotta le mise un braccio intorno al collo e mi guardò sorridendo maliziosa.

«Che ci fai tu qui?»

Mi chiese Clara, spostando il braccio di Carlotta all'istante.

«Hai presente che non volevo ascoltare cosa avessi da dire, ora voglio farlo, a patto che vieni con me fuori da qui.»

Le dissi all'orecchio cercando di non farmi sentire da Carlotta.

«Cosa? Perchè proprio ora? Che succede Grace?»

Come al solito fece mille domande.

«Senti non posso spiegartelo ora, se ci tieni così tanto come dicevi a chiarire con me, vieni via e basta.»

Le dissi fredda.

«Certo, come vuoi.»

Si avvicinò a Carlotta per dirglielo e lei reagì arrabbiata.

«Te ne vai con quella stronza? Non ci sarò più per te.»

Esclamó Carlotta.

Rimasi distante ma ascoltai.

«Mi stai minacciando?»

Carlotta rispose altrettanto arrabbiata.

«Si. Quando tornerai a piangere da me perchè Grace si comporta da bambina, e sappiamo tutte e due che succederà, io non ci sarò. Sono stanca di essere la tua seconda scelta, di essere il bastone a cui ti appoggi solo quando va male. Non hai capito un cazzo di me e di ciò che voglio, Clara.»

Le parole di Carlotta mi confusero, ma ero così in ansia da non pensarci più di tanto.

«Okay, allora ti saluto, perchè non preferirò mai te e il nostro rapporto tossico alla donna della mia vita.»

Mi fece un cenno dopo aver affermato ciò e iniziammo ad incamminarci verso l'uscita.

«Grace, aspetta un attimo.»

Disse avvicinandosi a me e facendomi girare.

La guardai, vedevo la gelosia riempire i suoi occhi fino all'orlo, alzò il braccio e mi tirò un pugno e nel giro di cinque secondi iniziò a girarmi la testa. Avrei potuto reagire, ma non c'era tempo, dovevo allontanare Clara dal pericolo che qualcuno potesse usarla come ostaggio contro Carlotta, così alzai la testa, senza rivolgerle lo sguardo e tirai Clara che nel frattempo voleva farle la ramanzina.

«Come ti viene in mente di fare una cosa simile testa di cazzo.»

«Clara, ti prego, usciamo da qui.»

Le dissi e finalmente uscimmoo da quella discoteca. Furono i dieci minuti più ansiosi di tutta la mia vita, ma quando finalmente fui fuori, con Clara, respirai.

«Mi dispiace tanto, io... non credevo fosse così...»

Disse sfiorandomi il livido che era ormai evidente sulla parte destra del mio viso.
Mandai il messaggio a Ludovica e Dio solo sapeva cosa sarebbe successo dopo. Le augurai buona fortuna e sperai tornasse a casa la mattina dopo sana e salva.

«Non preoccuparti, andiamo a casa?»

Le chiesi.

«Si, così ti disinfetto, sta uscendo un po' di sangue, ti fa tanto male?»

«No, tranquilla. Sono abituata a prendere colpi, ho fatto pugilato.»

«Wow non lo sapevo. Ed eri forte?»

«Si, abbastanza.»

Salimmo a casa mia, dal momento che era più vicina rispetto a casa sua.

«È proprio una bella casa, complimenti.»

Esclamó guardandosi intorno, ma mi sembrò un po' falsa.

«Lo pensi davvero?»

Chiesi diffidente.

«Certo...»

Feci spallucce alla sua risposta.
Mi diressi in bagno a prendere l'ovatta e l'acqua ossigenata e guardandomi allo specchio vidi proprio la me sedicenne dopo un incontro di boxe. Mi divertivo e sfogavo tantissimo e non mi ricordo nemmeno perchè ho smesso, forse dovrei ricominciare, per difendermi meglio dalle persone come Carlotta. Clara mi raggiunse dopo un po' e mi prese l'ovatta dalle mani per aiutarmi, o meglio per farlo al posto mio. Non ho mai sentito così tanto il bisogno di qualcuno che mi curasse, ma con Clara era diverso e mi mancava. Mi fece sedere sul divano e incrociai le gambe, si mise di fronte a me e contjnhava a chiedermi se facesse male.

«Sto bene, tranquilla.»

«Mi dispiace un sacco e ti farò avere le scuse di Carlotta.»

«Non mi interessano particolarmente, piuttosto...»

«Spiegazioni, immaginavo. Però anche tu me ne devi una: perchè sei venuta a rapirmi dal locale? Ho colto l'agitazione nei tuoi magnifici occhi verdi.»

«Vorrei spiegarti ma da sola non posso, sono sicura che Ludovica saprà aiutarmi. Adesso approfitta che io sia un po' a pezzi e parlami di ogni cosa tu voglia.»

«Quando sono andata dai tuoi a cercarti e mi hanno detto che ti eri trasferita in una nuova casa mi sono sentita orgogliosa di te. In realtà anche un po' triste perchè speravo potessi tornare a stare da me.»

«A me piace un sacco sentirti parlare, ascolterei le tue digressioni per ore, ma non adesso Clara. Ti prego, dimmi quello che voglio sapere, sai bene cos'è, non girarci troppo attorno.»

«D'accordo. Spero non ti farà stare troppo male, non avrei mai voluto la tua sofferenza.»

«Lo stai facendo di nuovo. Non vuoi parlare nemmeno sta volta eh?»

La guardai stanca delle sue parole inutili che usava per coprire ciò che andava detto ma che lei non aveva intenzione di spiegare.

«È solo che, non è la stessa cosa parlarne ora e ho paura di come potrei apparire ai tuoi occhi.»

«Lascia che succeda quel che deve succedere, ma ti prego, parla. Non accetterò un'altra posticipazione. Voglio le spiegazioni che meritavo giorni fa, adesso.»

«Okay, ti dirò tutto.»

Finalmente iniziò a raccontare e mi girava sempre di più la testa, così chiusi gli occhi, continuando a concentrarmi sul suo discorso, con qualche difficoltà.

La donna della mia vita. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora