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Come pensavo. Gli inviti alla festa di pasqua erano dentro il mio diario, dove li avevo messi quando me li hanno consegnati.

Non mi importava tanto la festa, ma se rendeva felice Manu ci sarei andata.

Li presi e li misi nello zaino, poi mi avviai verso la stazione, per andare a scuola.

Arrivata lí non smettevo di pensare. Ero distratta.

Che cosa aveva spaventato manu?

Iniziai a chiedere in giro chi sarebbe andato alla festa, per non incontrare brutte persone, ma come immaginavo, quella festa sarebbe stata piena di quei ragazzi e ragazze che se la prendevano con me o che si ubriacavano cosí tanto da non capire nemmeno chi fossi.

La festa si teneva sulla riva di un canale. L'ideale per spingerci dentro una sfigata come me.

Per tutte le 5 ore non facevo altro che pensare.

I professori non mi degnavano di uno sguardo, e questo era positivo. Suonò la campanella e uscimmo da scuola.

Mentre camminavo per arrivare alla stazione sentí due voci molto familiari che mi chiamavano.

Sofficio e Cristian mi chiamavano mentre io avevo un treno da prendere.

Mi girai e si avviarono verso di me.

"Ma quindi vai alla festa di pasqua?" chiese Sofficio, con una voce quasi scioccata.

In effetti era inusuale pensarmi ad una festa, con un bel vestito a ballare (cosa che non avrei mai fatto).

Cristian, il ragazzo accanto a Sofficio è da sempre stato la persona piú gentile che abbia mai conosciuto.

Si faceva in quattro per ogni richiesta da parte mia.

Non che gliene facessi tante, ma quando gli chiedevo qualcosa mi portava il triplo di ciò che gli avevo chiesto.

Per fare un esempio stupido; se gli chiedevo una matita me ne dava tre da scegliere, con le opzioni: brutto, medio, bello.

Piú o meno sempre cosí.

Magari si aspettava qualcosa da me, ma io non sapevo cosa effettivamente volesse.

Disse con aria speranzosa,

"Sai, ci vado anche io alla festa e speravo che ci venissi con me, se non tel'ha già chiesto qualcun'altro".

lost lightWhere stories live. Discover now