15-gatticornarcobaleni

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Mi attanagliò la tristezza, sapendo che non aveva nulla per davvero.

abbassai lo sguardo, dicendo "era mio dovere".

"Io me la cavo. Non preoccuparti per me. È da sempre che vivo così" cosa..?

che significa? Non era scappato di casa qualche giorno fa?

"Se vuoi ti racconto la storia, ma suppongo tu ora debba andare" mi disse indicandomi lo schermo con gli orari dei treni.

Era tardi e dovevo andare, allora gli dissi "i tornerò alle 2.30 circa..". Mi rispose, con mio grande stupore "ci incontriamo al negozio dell'usato. Ora vai".

Andai verso il treno, salutandolo con la mano ed a quel punto non riuscivo quasi più a vederlo, tra tutte quelle persone.

Il treno partì ed io mi misi ad ascoltare la musica, cercando di tenermi in mente quell'angelico sorriso, per riuscire ad affrontare quel giorno.

Arrivai e scesi dal treno. La mia scuola era a qualche passo da lì ed io avevo così freddo che pure i miei capelli sembravano congelati.

ero arrivata e come al solito dietro di me udì la voce di Sofficio che mi salutava. Mi voltai e notai con mio grande rammarico che si era tagliato i capelli. 

Un Sofficio con i capelli corti non è un Sofficio. Indicai i suoi capelli con fare sconvolto e lui, ridendo, mi disse "parrucchiere incapace".

sentimmo un urlo improvviso e ci voltammo, per vedere chi era.

La Buccy aveva visto l'orrore sulla testa di Sofficio. Corse verso di noi e disse "che hai fatto?!" indicando i suoi capelli.

Era visibilmente più sconvolta di me. Scoppiammo a ridere, tranne lei che sembrava avesse visto un gatticornarcobaleno.

Non stava poi così male, ma io e la Buccy pensavamo che Sofficio andasse bene com'era.

Entrammo a scuola e quelle ore sembrava non passassero mai.

L'unica ora 'divertente' fu quella di scienze, che a me piaceva per il modo di porsi della prof.

Finite quelle ore monotone, quasi tutte uguali,  non vedevo l'ora di tornare a casa,

dove mi aspettava il mio angelo.

lost lightWhere stories live. Discover now