Capitolo 18

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"Giù le mani" faccio io, lui solleva la testa e si blocca un momento, "metti giù quel portafogli" lo ammonisco, "ma stai offrendo tutto tu, solamente tu" sottolinea, "lasciami fare il gentiluomo" mi supplica, fissandomi con i suoi grandi occhi e assumendo un'espressione da bimbo ferito dal rimprovero della mamma, io sorrido e sollevo lo sguardo al cielo, poi mi alzo per andare alla casa a pagare con la carta di credito. Namjoon è qui da tre giorni e di ripartire non ne ha nessuna voglia, io non ho più insistito per evitare di farlo arrabbiare, è l'ultima cosa che vorrei e poi mi piace passare del tempo con lui, noi due da soli; tra noi erano rimaste irrisolte parecchie questioni, non abbiamo mai potuto parlare di tutto ciò che ci è successo e in effetti non lo abbiamo fatto nemmeno adesso che lui è qui con me, semplicemente non c'è stato il bisogno perchè è come se ci fossimo detti tutto in maniera silenziosa, lo abbiamo capito al momento del nostro incontro che non riusciamo a stare lontani, che tra noi è nato qualcosa di intenso, i nostri sguardi hanno parlato meglio delle parole che avremmo potuto dirci e l'abbraccio che ci siamo scambiati ha confermato tutto. Ho dovuto chiedere scusa a mio padre, non sono più andata a cena da lui, "ti spiegherò meglio" ho detto, "incontrerò Daniela un'altra volta" gli ho promesso, "Mia, ma che succede? Hai avuto un imprevisto?" ha domandato lui per telefono, "è così, ma non è niente di spiacevole, anzi, papà, credimi, sono più felice che mai" gli ho giurato e ho anche avvisato mia madre che per qualche giorno non sarei rientrata a casa nonostante fossi ugualmente a Roma; "Mia, capisco che tu ti senta ancora confusa, che hai bisogno di riflettere e prendere delle decisioni, che vuoi trovare in te la voglia di ricominciare, ma non fare niente di stupido" ha sospirato lei, "non si tratta di questo, è solo che mi ritrovo in mano la felicità che pensavo di aver lasciato a Milano e voglio godermela" l'ho tranquillizzata, so che Viola è andata a spiegarle tutto, è fantastico avere un'amica come lei! Nam ed io stiamo ancora a casa di sua sorella Katia e di suo marito Andrea e non so dire per quanto ancora rimarremo qui, Nam sembra spensierato, sorride spesso e si diverte nel fare il turista in giro per il capoluogo italiano, ha voluto visitare Roma sia di giorno che di notte e son tre giorni che ce la spassiamo come due piccioncini innamorati in vacanza, che si scattano fotografie di continuo, che si fermano a pranzo e a cena in pizzeria o nelle trattorie migliori o che semplicemente se ne stanno sdraiati a letto a farsi le coccole; si, Nam è sereno e anch'io mi sento bene, ma per quanto vorrei che tutto ciò durasse per sempre, non può ignorare chi è, non può dimenticarsi del suo lavoro, dei suoi amici, non può lasciarsi tutto alle spalle e se lui preferisce non pensare a tutto questo, io invece ci penso eccome. "Thanks, Mia" fa Nam mentre usciamo dal ristorante di pesce nel quale abbiamo pranzato, io lo prendo per mano, lui si sistema la mascherina sul viso, okay, in Italia è raro trovare gente che la usa spesso come invece si fa in Asia ma è molto meglio che protegga la sua identità come meglio può, bisogna evitare scocciature, bisogna evitare le eventuali fans impazzite e sperare che nessun reporter lo riconosca e lo immortali in uno scatto, sto cercando di essere molto molto cauta. "Questa sera ceniamo a casa?" chiede lui, "tu sai cucinare, preparami qualcosa con le tue mani" dice, io non presto attenzione alle sue richieste, "dove stiamo andando? Che si fa adesso?" domanda ancora, torniamo intanto in macchina, "ti devo portare in un posto" annuncio e metto in moto, lui mi fissa con aria interrogativa, io non intendo anticipargli nulla perchè temo una sua reazione, ma non è tanto a questo che sto pensando adesso, mi preoccupo piuttosto per Viola, perchè le ho chiesto di darmi una mano e, mio Dio, spero stia andando tutto bene, spero non sia svenuta, spero si stia mantenendo calma e stia ragionando con lucidità. "E' una scuola di danza" nota Nam, sembra un pò perplesso, non si aspettava che lo conducessi qui; l'ho portato nella scuola dove mi sono preparata come ballerina, quella che ho frequentato da quando ero piccolissima ma non è per parlargli del mio percorso artistico che siamo qui e nemmeno per mostrargli i premi che la scuola ha vinto grazie a me, avevo semplicemente bisogno di un posto nel quale agire indisturbata, un luogo deserto insomma e dato che oggi è domenica a scuola non c'è nessuno, in teoria sarebbe dovuta rimanere chiusa ma Viola è riuscita a farsi consegnare le chiavi da Margherita e mi aspetta dentro una delle aule. Nam ed io varchiamo il portone d'ingresso, sento delle voci provenire da una stanza vicina, tra tutte spicca quella eccitata e urlante di Viola e d'istinto sorrido, cammino lungo il corridoio, Nam mi sta dietro, è troppo occupato nel cercare di capire che stia succedendo per riconoscere le voci, mi fermo di punto in bianco e mi volto verso di lui: "devi perdonarmi, Nam, è per il tuo bene" faccio, afferro la sua mano e lo porto in aula; "Mia" esplode un coro di sei voci, sul mio volto si fa spazio un sorriso a trentadue denti mentre sei ragazzi allegri mi si avvicinano festosi per abbracciarmi, "ragazzi, quanto mi siete mancati" confesso loro, Nam è ancora dietro di me, adesso è a lui che i Bangtan si rivolgono, Nam sposta lo sguardo da me a loro e di nuovo da loro a me, non dice nulla ma i suoi occhi parlano, non posso fare a meno di notare un filo d'emozione incastrato fra le sue pupille ma al tempo stesso, essi esprimono turbamento. Namjoon mi ha confessato, al suo arrivo, di aver parlato solamente a Yoongi della sua decisione di lasciare il gruppo ma ne Yoon ne nessun altro si aspettava che lo facesse davvero, sono stata io a mettermi in contatto con lui, "Yoon, Nam è qui, è venuto da me" gli ho comunicato con un SMS mentre Nam faceva la doccia, "non riesco a credere che se ne sia andato sul serio" è stata la risposta di Yoongi, "non riesco a farlo ragionare, devi darmi una mano, non gli permetterò di abbandonare i BTS" gli ho chiesto; Nam per fortuna dormiva già quando questa notte, un messaggio di Yoongi mi avvisava del fatto che stessero partendo per venirselo a riprende, ho gettato uno sguardo sul mio angelo addormentato, l'idea di lasciare che si allontanasse da me ancora una volta era pesante da digerire, sopratutto dopo gli ultimi momenti piacevoli, ma dovevo accettarla, Namjoon non può restare con me, non può abbandonare la band, non lui che ne è il leader, quindi ho riferito a Yoongi che avrei trovato una soluzione, che avrei predisposto ogni cosa per il loro arrivo e che li avrei fatto incontrare senza che lui potesse obiettare. Viola per poco non ha avuto un mancamento quando le ho chiesto di farsi trovare a Fiumicino per prelevare i Bangtan dall'aeroporto e portarli nella nostra scuola di danza con la macchina a nove posti di suo padre, "non me lo stai chiedendo veramente", era troppo incredula, "invece si, conoscerai Jimin di persona" le ho annunciato, sapevo che stava pensando solamente a quello e ovviamente si è dimostrata disponibile. "Sei un cazzone" esclama Yoongi, i ragazzi hanno cambiato espressione, Jin e Jungkook sembrano angosciati, Jimin e Taehyung esprimono preoccupazione, Hoseok è totalmente inespressivo, Yoongi, invece, è arrabbiato con Namjoon: "sei un fottuto idiota, davvero. Cosa diavolo ti passa per la mente?" lo rimprovera, "hai idea di quello che ci hai fatto passare? Hai idea di quanto Sejin sia fuori di se?", "non m'importa nulla di Sejin" risponde Nam che ha abbassato lo sguardo e non osa sollevarlo, "oh, certo, non ti importa nulla nemmeno di noi, non è vero? Pensi di essere libero di partire come meglio credi, di lasciare il gruppo perchè tanto non conta nulla, perchè tu non hai nessuna responsabilità, perchè non hai doveri, non hai rispetto per il tuo lavoro, per le persone che ti seguono, non hai rispetto per i tuoi compagni, non te ne frega di nulla", Yoon è molto agitato e parla in inglese affinchè anch'io possa seguire il discorso, Jin tocca la spalla di Yoon per fargli capire che sta esagerando, "Joonie, non puoi prendere una decisione del genere, noi non te lo lasceremo fare" dice il più grande dei Bangtan, "amico, se i Bangtan Boys esistono, è solo grazie a te. Noi siamo come un contorno, tu sei stato la portata principale" gli ricorda Taehyung, "hanno visto te, ti hanno trovato perfetto, hanno voluto che avessi una band tutta tua e così sono nati i BTS" continua ancora, "la mia presenza non è fondamentale all'interno della band, sono comunque il meno apprezzato, quello del quale si può fare a meno" fa Nam ma lui sa che non è così, la sua affermazione fa incazzare Yoongi ancora di più, "adesso gli mollo uno schiaffo" esclama. "Sei il miglior rapper che io conosca, tu non solo canti, tu sei un elemento indispensabile, pensi a produrre, ad arrangiare, fai molto più di quel che appare, tu sai quanto sei importante e sai anche quanto conti per noi, come diamine facciamo senza di te, senza il nostro leader?" dice Jimin, "pensa che dovreste sostituirlo con qualcun altro" mi intrometto io, Nam si gratta il mento, "non ci pensiamo neanche" esclama Jungkook, "o Rap Monster o i Bangtan Boys si sciolgono", Nam sussulta, esita un momento, poi sospira, "ragazzi, sul serio, cosa siete venuti a fare?" dice, che testardo, non vuole tornare sui suoi passi ed io so che sono io la causa di questo suo comportamento, che ha fatto questa scelta per colpa mia, non avrei mai dovuto dimostrargli i miei sentimenti, non avrei dovuto lasciare che si avvicinasse a me, è chiaro che vorrebbe riunirsi ai Bangtan, noto in lui questo suo desiderio, ama il suo lavoro, ama essere RM dei BTS ma non vuole rinunciare a me. "Non lo hai ancora capito?" fa poi Hoseok che è rimasto zitto fino a questo momento, "siamo venuti a prenderti e non ce ne riandremo senza di te", Nam solleva finalmente lo sguardo per fissare quello che credeva ormai fosse un ex amico, "Hobi" sussurra Nam, "siamo venuti a prenderti" ripete Hoseok, "a prendere entrambi"; Nam sussulta, io sgrano lo sguardo e mi volto di scatto, "ma che dici, Hobi, io non c'entro nulla con voi, non potete pensarla così, sapete che sono stata cacciata dal corpo di ballo" ribatto, "io non me ne vado senza di lei" interviene Nam, i ragazzi fanno come per dire qualcosa ma Viola, rimasta in silenzio per tutto il tempo perchè estranea alla discussione, prende finalmente la parola: "io penso che dovreste dormirci su, sul serio, siete tutti molto scossi, avete bisogno di distrarvi e di rifletterci meglio con calma. Non c'è comunque fretta, giusto? Non è necessario che ripartiate all'istante" dice, "basta pensare alle controversie, è meglio calmare gli animi. Che ne dite piuttosto di andarci a divertire?" propone; il suo può anche sembrare un gesto nobile per alleggerire la tensione creatasi ma in realtà tutto ciò che vuole è starsene in compagnia del suo Jimin, desidera solo trattenerlo qui più a lungo possibile, la conosco.

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