Capitolo 2

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Sono appena arrivata a casa, ma non ho affatto voglia di entrare, così mi fermo ad ammirare il cielo che  mi sembra sempre così profondo e immenso, vorrei essere un'aquila solo per avere il piacere di volare , penso che dev'essere una sensazione stupenda, ma come sempre viaggio troppo in alto.

Per tutto il tempo che sono stata con Federica pensavo a quel ragazzo, quel biondo,  non riesco a togliermi dalla testa il modo in cui mi guardava così attento e sicuro di se, provo una strana sensazione che non avevo mai avvertito prima, mi ripeto che non posso permettermi di pensare a qualcuno, non voglio innamorarmi, poiché ho troppa paura di soffrire, ho paura che possano farmi nuovamente male e ho paura di cadere così in fondo da non riuscire più a tornare in rilievo, se l'amore è come la vita, mi conviene starne lontana, ma come si fa a togliersi quell'universo dalla mente, come riesci a scappare da qualcosa che corre più veloce di te? non so niente di lui, l'ho visto per quei pochi attimi, però mi sono bastati a renderlo vivo nella mia testa, ha preso spazio e ha spazzato via il resto, torno sulla terra ricordandomi che non so nemmeno il suo nome e che sicuramente non lo incontrerò più.

Apro la porta d'ingresso e salgo le scale quasi a fatica fino ad arrivare al mio appartamento << Ciao Anna, com'è andata? ti sei divertita?>> mi chiede gentilmente mia mamma che è seduta sul divano di fronte a me.

Ma io continuo a non parlare, la mia mente sta viaggiando altrove, non riesco nemmeno più a percepire la realtà che mi circonda, corro subito nella mia stanza per poi fiondarmi nel mio letto e lascio che la tristezza prevalga cominciando a piangere, mi sento sempre più piccola, vorrei non essere così sensibile e fragile, vorrei non sentirmi a pezzi per un nonnulla, sono come le foglie che in autunno si sgretolano.

Una volta ho letto un libro che diceva che le persone sono quello che fanno, questo sta forse a indicare che sono una persona debole? ho cercato molte volte di trattenere le mie emozioni, ma è più forte di me, sono così instabile e non mi spiego nemmeno il perché.

Penso che ora ho solo bisogno di riposare, domani starò sicuramente meglio... mi addormento così, con gli occhi bagnati e il viso stanco.

07:00:

Mi alzo dal letto stropicciandomi gli occhi, ora che non ho scuola e potrei dormire mi alzo comunque presto, sarà l'abitudine, preparo il latte e i cereali per fare colazione, a casa mia c'è un insolito silenzio visto che dormono ancora tutti; fuori il sole è già alto e risplende su nel cielo, prendo il telefono per aggiornarmi su eventuali news, nel mentre continuo a pensare al ragazzo di ieri sera, comincio ad ipotizzare dei nomi per cercarlo su instagram, provo con "Alessio", poi con "Giulio" e così via, ma niente, certo, è impossibile trovare qualcuno su instagram quando non conosci nemmeno il suo nome, ma sono così ferma a ieri sera, devo assolutamente saperne di più, così decido di chiamare mia cugina.

<<Ehy Anna, cosa c'è? >> risponde con voce assonnata, guardo immediatamente l'orario e accorgendomi che è veramente presto mi sento subito in colpa capendo di averla svegliata, <<scusa, ti ho svegliato? >> le domando mortificata,<< in realtà si, ma vabbè, non fa niente, mi sarei comunque alzata fra poco dimmi tutto>> prosegue.

<<Ti va di uscire? >> le domando allietata, <<va bene, a che ora?>>, << intendo ora, cioè... il prima possibile >>rispondo ansiosa e quasi mi mangio da sola le parole,<<ora mi preparo, ma stai bene? mi sembri strana... >> chiede preoccupata, << certo che sto bene >>  le dico mentendo anche a me stessa, <<sicura? è da ieri che sei titubante>>  insiste lei, <<si>> rispondo con un filo di voce per poi riattaccare.

Sono sicura che l'aria aperta mi farà stare meglio, o forse voglio uscire solo perchè spero di incontrarlo di nuovo.
Ritorno nella mia stanza e comincio a prepararmi, ho deciso di mettere il mio vestito preferito con i girasoli così lo prendo dall'armadio e lo indosso immediatamente, poi vado in bagno e comincio a  truccarmi, appena pronta scendo le scale e comincio a camminare, che bello uscire con le strade vuote, tutti che dormono e resti sola con il mondo, non sto poi così male da sola, anzi, direi che sto meglio, nessuna preoccupazione, nessuno che può dire o fare qualcosa che ti faccia del male, nessuno di nessuno.

Arrivo sul punto esatto in cui ieri sera quel gruppo di ragazzi "mi ha infastidito", mi siedo lì e nel frattempo mi accorgo che di fianco a me sul prato c'è un piccolo mazzetto di margherite, ne raccolgo una e la metto fra i capelli, mi domando se solo avessi detto qualcosa, se solo mi fossi difesa invece di rimanere in silenzio, non mi era mai successo prima che qualcuno mi facesse sentire così fuori luogo eppure non è la prima volta che qualcuno prova a fare il gradasso con me.

In lontananza vedo mia cugina raggiungermi che alza una mano per salutarmi, corro verso di lei e l'abbraccio, come per ripararmi, come se lei fosse il mio riparo.

Dopo una breve passeggiata decidiamo di tornare insieme a casa mia e ci sediamo sul divano per guardare un film, lei fortunatamente ha smesso di farmi domande a cui non so rispondere, forse quel abbraccio le è bastato a rispondere ad ogni questione; il film si chiama "colpa delle stelle", non l'avevo mai visto prima, anche se ne ho sentito parlare.

SbagliatiOù les histoires vivent. Découvrez maintenant